Cybersex
Il termine cybersex fa riferimento all’uso di internet con l’intento di intraprendere attività sessuali gratificanti; esso comprende una varietà di attività come il fare uso di pornografia, utilizzare chat sessuali, fare sesso on-line tramite webcam, cercare partner sessuali o impegnarsi in giochi di ruolo sessuali.
Tra queste, l’attività più popolare è la visione di materiale pornografico, soprattutto per gli uomini, con un numero infinito di scenari sessuali immediatamente accessibili. La motivazione sottostante all’utilizzo di internet è costituita dal fatto che esso fornisce uno spazio sicuro per la messa in atto di esperienze sessuali che non necessitano di una relazione vis-a-vis.
La letteratura ha presentato il modello Triple A, il quale enfatizza l’importanza di tre specifiche caratteristiche del cybersex: accessibilità (milioni di siti pornografici costantemente accessibili), convenienza (siti pornografici gratis o a un prezzo basso), e anonimato (l’utilizzo di pornografia online consente una tutela di sé, rendendosi “impercettibili” agli altri).
In diversi casi, il Cybersex non è considerato problematico e non è associato a conseguenze negative; tuttavia, per un piccolo ma significativo sottogruppo di individui, il cybersex può divenire invasivo e influenzare diversi aspetti del funzionamento individuale.
In tali casi, il cybersex può divenire disfunzionale e associarsi a sintomi di dipendenza come perdita del controllo e sbalzi d’umore; nonostante tali evidenze il cybersex non è ancora stato concettualizzato e non esiste ancora una diagnosi psichiatrica. Tra le diverse concettualizzazioni proposte, non vi sono ancora delle evidenze empiriche tali da muovere verso un consenso unanime della letteratura.
Gli aspetti disfunzionali del cybersex vengono infatti spesso concettualizzati in termini di “dipendenza comportamentale”, in modo simile al gioco d’azzardo patologico o altre attività praticate on- line, come l’uso eccessivo dei video-game.
Il cybersex problematico è generalmente definito come un bisogno eccessivo e incontrollato di ricercare attività sessuali online associato ai presenti sintomi: un persistente desiderio o sensazione di insuccesso nel ridurre o controllare il comportamento Cybersessuale; rilevanza cognitiva (pensieri e ossessioni persistenti e intrusivi correlati al cybersex); utilizzo del comportamento cybersessuale per regolare le proprie emozioni; isolamento ( stati emotivi negativi quando non è possibile attuare il comportamento); tolleranza (bisogno di praticare l’attività per molte ore); e infine conseguenze negative sul funzionamento sociale, interpersonale e lavorativo del soggetto.
Uno studio qualitativo condotto da Schimmenti & Caretti (2010), ha enfatizzato la presenza di una dissociazione online, definita da un distacco emotivo e mentale durante le attività sessuali online e associato con compromissione del controllo temporale e depersonalizzazione; questo fenomeno è stato anche descritto in relazione ad altre attività on-line.
Studi epidemiologici hanno invece enfatizzato che il cybersex problematico è spesso associato con depressione, ansia, difficoltà nelle relazioni intime, problemi finanziari e professionali, isolamento interpersonale, decremento della soddisfazione sessuale e decremento dell’interesse verso rapporti sessuali off-line, disfunzione erettile in rapporti sessuali off-line, comportamenti sessuali a rischio e sentimenti di colpa e vergogna.
Assessment e trattamento del Cybersex
Molti studi disponibili mostrano che l’uso problematico del cybersex è molto più frequente negli uomini rispetto alle donne; il genere è correlato al tipo di attività sessuali on line preferite: le donne sono interessate maggiormente ad attività con “partner”, utilizzando maggiormente le Sex Chat Room, mentre gli uomini prediligono fare uso di pornografia in solitudine.
Gli uomini risultano essere caratterizzati dall’utilizzo di pattern impulsivi e compulsivi rispetto alle donne. Altri studi hanno cercato di delineare la relazione tra fattori psicologici e comportamento cybersessuale. In un recente studio, Cooper, ha evidenziato che inizialmente il cybersex è praticato a scopo ricreativo, mentre successivamente il comportamento cybersessuale è annesso ad eccitazione sessuale, ricerca di relax o distrazione, diminuzione dello stress, regolazione delle emozioni e compensazione delle fantasie sessuali insoddisfatte nella vita reale.
Questi risultati hanno quindi evidenziato come il cybersex problematico rifletta una strategia di regolazione dell’umore con l’obiettivo di ridurre pensieri, sentimenti e sensazioni negative. Questi risultati sono stati replicati su soggetti dipendenti da pornografia, ma sottolineando che l’uso della stessa è anche correlato a insicurezza emotiva, attaccamento ansioso o evitante e una maggiore probabilità di eventi traumatici infantili.
Per quanto riguarda la valutazione del comportamento cybersessuale e della dipendenza sessuale, sono disponibili diversi questionari; tra i più utilizzati vi è il Sex Screening test, creato appositamente per la valutazione del comportamento sessuale problematico on line. Indaga rispettivamente: compulsività sessuale online, comportamento sessuale on line, isolamento legato al comportamento sessuale on-line, investimento finanziario per il sesso online, e interesse nel comportamento sessuale online.
Rispetto al consumo compulsivo di pornografia, può essere utilizzato il Problematic Pornography Use Scale e il Cyber-Pornography Use Inventory-9.
Rispetto al trattamento del cybersex, diversi autori propongono un approccio integrato, attraverso la combinazione di metodi psicosociali, cognitivi-comportamentali, psicodinamici e farmacologici. Da un’analisi della letteratura sono stati identificati tre approcci principali per il trattamento del cybersex e dipendenza da pornografia: il trattamento cognitivo-comportamentale che favorisce un decremento dei sintomi depressivi e incremento della qualità della vita; terapia dell’accettazione e dell’impegno che riduce il consumo di pornografia on line e i sintomi ossessivi/compulsivi; e infine interventi psicoeducativi che favoriscono una riduzione dell’uso di materiale pornografico e il comportamento masturbatorio compulsivo.
Sulla base dei risultati presentati, la letteratura suggerisce l’importanza di approfondire gli aspetti psicologici e socio-ambientali che sono coinvolti nello sviluppo e mantenimento delle diverse forme di cybersex problematico.
In conclusione, i successivi studi dovranno considerare il Cybersex sia come comportamento non associato necessariamente a conseguenze negative, ma anche come aspetto che potrebbe ledere il funzionamento individuale del soggetto.
Tratto da "Addictive Behaviour"
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)