Donald Winnicott e la “madre sufficientemente buona”

Nel discutere l’adattamento della madre ai bisogni del bambino, Winnicott pensava che la “madre sufficientemente buona” intraprenda questo percorso relazionale con il bambino in un modo quasi completo, adattandosi ai bisogni del suo bambino.

Lei è interamente devota al bambino e rapidamente cerca di cogliere ogni suo bisogno. Sacrifica il proprio sonno e le proprie necessità per soddisfare i bisogni del proprio bambino.

Tuttavia, col passare del tempo, la madre permette al bambino di provare piccole quantità di frustrazione. È empatica e premurosa, ma non si precipita immediatamente verso il bambino ogni qualvolta piange.

Naturalmente, all’inizio, il limite di tempo per questa frustrazione deve essere molto breve. Può permettere al bambino di piangere per alcuni minuti prima dell’alimentazione notturna, ma solo per pochi minuti.

Non è “perfetta”, ma è “sufficientemente buona” in quanto il bambino sente solo una lieve quantità di frustrazione.

Dall’illusione alla realtà

L’aspetto affascinante della nozione di Winnicott della madre sufficientemente buona è che collega il processo materno allo sviluppo cognitivo del bambino e allo sviluppo di un sano concetto di realtà esterna.

All’inizio il bambino sperimenta la madre come parte di se stesso. Il bambino è innamorato di sua madre e la vive non come una persona separata, ma come un parte di sé stesso.

Con il passare del tempo, la sintonizzazione della madre con i bisogni del bambino inizia a diminuire gradualmente, stimolando l’attività mentale del bambino e il senso di un mondo esterno.

Se l’adattamento completo della madre al bisogno del bambino dura troppo a lungo e non diminuisce in modo naturale, il crescente senso del bambino di un mondo esterno reale separato da sè stesso viene interrotto.

Si sofferma nel magico mondo dell’illusione e dell’allucinazione. Cioè, egli crede che il semplice fatto di avere un bisogno porterà al suo adempimento immediato.

Questo, dice Winnicott, è un’illusione sebbene un’illusione necessaria. Sebbene Winnicott insista sul fatto che se il bambino non sente piccole quantità di frustrazione non formerà un concetto di realtà esterna, sottolinea anche che la fase precedente della maternità è ugualmente essenziale per lo sviluppo sano del bambino.

La capacità di avere un’illusione è un prerequisito necessario per sviluppare un senso della realtà.

All’inizio, l’adattamento della madre deve essere quasi esatto e, a meno che non sia così, non è possibile che il bambino inizi a sviluppare una capacità di sperimentare una relazione con la realtà esterna, o addirittura di formare una concezione di realtà”.

Il processo di bilanciamento

Quindi, essere una “madre sufficientemente buona” è un processo piuttosto complesso. Si tratta di un atto di bilanciamento tra due processi ugualmente importanti per lo sviluppo cognitivo sano di un bambino e anche la sua felicità futura.

In un primo momento, la madre o il caregiver deve dedicarsi con dedizione alle necessità del bambino.

Secondariamente, la madre deve gradualmente permettere al bambino di sperimentare un bisogno a prescindere dal suo adempimento immediato – anche se naturalmente questo periodo di tempo deve essere molto breve all’inizio e aumentare col tempo.

In sintesi, con una madre sufficientemente buona, un bambino ha la capacità di vivere in due mondi: il mondo dell’illusione, della fantasia e della magia, da un lato, e dall’altro un mondo che non sempre si conforma ai suoi desideri.

 

A cura della Dottoressa Giorgia Lauro