Disturbo Schizoaffettivo
Il disturbo schizoaffettivo è una condizione psichiatrica insolita caratterizzata da sintomi appartenenti sia allo spettro psicotico, ossia schizofrenico, che a quello dei disturbi dell'umore, depressivi o maniacali, che possono verificarsi insieme o in momenti diversi.
A causa di questi sintomi vari e sovrapposti, il disturbo schizoaffettivo si manifesta in modi diversi e, di conseguenza, può essere più difficile da diagnosticare e trattare rispetto ad altre condizioni di salute mentale.
Dal punto di vista sintomatologico, i sintomi primari, appartenenti alla psicosi, riguardano la presenza di allucinazioni, deliri, pensiero, discorsi e comportamento disorganizzato.
Nel contesto dei disturbi dell'umore, può invece presentarsi mania, accelerazione del pensiero, sentimenti di euforia, comportamenti a rischio, o anche depressione, sentimenti di tristezza, vuoto o inutilità.
Secondo la letteratura, gli uomini e le donne sviluppano il disturbo schizoaffettivo ad un tasso simile, ma ciò che li differenzia, è che gli uomini tendono a sviluppare tale condizione ad un'età in cui sono più giovani.
I sintomi possono infatti manifestarsi nell'adolescenza e peggiorare con l'età. Poiché i sintomi del disturbo schizoaffettivo si sovrappongono a quelli del disturbo bipolare o depressivo e della schizofrenia, la condizione può essere difficile da diagnosticare.
Il disturbo schizoaffettivo viene infatti diagnosticato quando sono presenti, due o più sintomi della sfera psicotica per almeno un mese, e quando i segni continuativi del disturbo persistono per almeno sei mesi.
Ovviamente, dal momento in cui si manifesta il disturbo, si altera il funzionamento sociale, lavorativo e quello legato alla cura di sé.

Il disturbo schizoaffettivo viene diagnosticato quando c'è un periodo di tempo con un grande umore depresso o maniacale e allo stesso tempo compare almeno un sintomo della schizofrenia, o quando non vi è alcun segno di un grave disturbo dell'umore ma sintomi chiari della schizofrenia, come deliri o allucinazioni.
Rispetto alle cause, la letteratura è ancora poco chiara, in quanto si pensa che l'ereditarietà svolga un ruolo chiave nell'eziopatogenesi di questo disturbo.
Coloro che hanno un parente, genitore o fratello con disturbo schizoaffettivo, schizofrenia o disturbo bipolare può presentare un rischio superiore a quello medio di sviluppare tale condizione.
Gli scienziati stanno iniziando anche ad analizzare le differenze nella struttura neurochimica e cerebrale delle persone affette da tale disturbo rispetto a coloro che non lo hanno.
L'uso di sostanze psicoattive, come l'LSD, è stato collegato all'insorgenza del disturbo schizoaffettivo, ed è noto che eventi estremamente stressanti possano innescare o predisporre all'insorgenza del quadro sintomatologico.

Da un punto di vista terapeutico, il trattamento per la gestione del disturbo schizoaffettivo è molto simile a quello per la schizofrenia.
In tal senso, possono essere presenti farmaci antidepressivi, antipsicotici o stabilizzanti dell'umore; l'efficacia di questi farmaci può ovviamente variare da persona a persona.
Quando si assume il farmaco appropriato, vi sono meno probabilità di ricovero in ospedale, di sospensione e discontinuità nell'assunzione farmacologica, così come di morire ad un'età più giovane in assenza di una terapia farmacologica.
Dal punto di vista psicoterapeutico, secondo la letteratura, la terapia cognitivo-comportamentale può contribuire al miglioramento della condizione della persona e della sua capacità di gestire la propria vita quotidiana.
Ovviamente, essendo una condizione psicopatologica particolarmente debilitante e per la quale il carico emotivo, economico e sociale si abbatte anche sui membri della famiglia, non si deve escludere la possibilità di intraprendere anche una psicoterapia sistemico-relazionale, appunto incentrata sulla famiglia.
Tratto da “PsychologyToday”
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)
Iscriviti alla NewsLetter