Esibizionismo
È una parafilia, caratterizzata principalmente dall’impulso ad esporre i propri genitali con lo scopo di suscitare una reazione di sorpresa, di terrore e di disgusto.
Il DSM V (2013) lo denomina “Disturbo esibizionistico” e lo definisce come la “ricorrente e intensa eccitazione sessuale, per un periodo di almeno sei mesi, derivata dall’esposizione dei propri genitali ad estranei sconosciuti, come manifestato da fantasie, impulsi, o comportamenti”. La persona, inoltre, deve manifestare un disagio clinicamente significativo o una compromissione in aree importanti del funzionamento, oppure deve cercare la stimolazione sessuale nell’ esporre i genitali a tre o più estranei in occasioni diverse. Infine, il Manuale afferma che bisogna specificare se è un tipo attratto sessualmente da: esposizione dei genitali ad individui in età prepuberale o puberale (generalmente di età inferiore ai 15); esposizione genitali ad individui fisicamente adulti (generalmente con età uguale o superiore ai15 anni); esposizione dei genitali ad entrambi i gruppi di età.
L’età di esordio è di solito prima dei 18 anni. E’ un fenomeno che riguarda prevalentemente gli uomini, ma può estendersi anche alle donne, il cui desiderio di essere guardate, anche se socialmente accettato, rispecchia il bisogno di provare che si ha qualcosa rispetto ai maschi, a dispetto del fatto di non avere un pene (invidia del pene).
Per molti individui tali fantasie ed impulsi sono indispensabili per l’eccitazione e sono sempre presenti, mentre per altri si presentano in periodi di intenso stress nel contesto di un’attività sessuale che non necessita di tali fantasie ed impulsi. In ogni caso, il comportamento esibizionista non determina atti di costrizione o di aggressione rivolti verso lo spettatore e, essendo finalizzato a catturare l'attenzione altrui, viene interrotto se non provoca alcuna risposta.
L'esibizionismo ha tendenzialmente un’origine psicologica, soprattutto quando è diagnosticabile come forma primaria, ma può intervenire anche secondariamente a patologie organiche, quali alcolismo, sifilide, demenza, insufficienza mentale, o a patologie psichiatriche funzionali, come schizofrenia, mania, episodi psicotici acuti.
Freud lo considera normale nei bambini, mentre lo interpreta, negli adulti, come una difesa patologica che la scopo di ottenere l’attenzione e la considerazione degli altri: il soggetto cerca una conferma illusoria della sua virilità nella reazione di spavento che suscita.
Bibliografia:
- Maldonato M., Dizionario di Scienze Psicologiche, Edizioni Simone, 2008.
(dottoressa Alice Fusella)