Ipocondria
La parola ipocondria ci viene da Ippocrate, padre della medicina moderna, che già aveva riscontrato in alcuni dei suoi malati la tendenza a preoccuparsi troppo della propria salute. L’ipocondria è quindi la paura o preoccupazione di avere una malattia fisica, anche in assenza di conferme obiettive.
Affinché si parli di ipocondria (o paura delle malattie) è necessaria una valutazione medica completa dove si esclude qualunque condizione medica generale che spieghi pienamente i suoi segni o sintomi fisici (per quanto possa talora essere presente una condizione medica generale concomitante).
I soggetti con ipocondria sono convinti di essere affetti dalle più disperate patologie e la loro principale preoccupazione è verificare questa convinzione chiedendo continuamente consulti medici o sottoponendosi a molti esami, fino ad allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia e se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato.
L’aspetto principale dell’ipocondria è che la paura o la convinzione ingiustificate di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche: essi ritengono di non essere curati adeguatamente e hanno la tendenza a cambiare ripetutamente medico in seguito all’insorgenza inevitabile di un deterioramento del rapporto medico-paziente.
Anche le relazioni sociali vengono sconvolte poiché il soggetto che ha i sintomi di ipocondria è preoccupato della propria condizione e spesso si aspetta considerazione e trattamento speciali: l’apprensione riguardante le malattie temute spesso diviene per il soggetto un elemento centrale della immagine di sé, un argomento abituale di conversazione e un modo di rispondere agli stress della vita.
Riferimenti bibliografici:
- Lejoyeux M. (2006) “Non è mai troppo tardi per vincere la paura della malattia”. Armando Editore
- Maldonato M. (2011) “Dizionario di scienze psicologiche” Edizioni Simone
(Dott.ssa Susanna Mariagrazia)