Personalità
I termini temperamento, carattere e personalità sono entrati a far parte del linguaggio comune al punto tale che il loro reale significato, come costrutto psicologico, è andato perso o fortemente distorto.
Se è abbastanza chiara la definizione di temperamento, più complesse sono quelle di carattere e personalità ed è quasi impossibile distinguere tra i due termini: non solo nel linguaggio comune, infatti, ma spesso anche nella letteratura psicologica i due costrutti si sono sovrapposti.
Entrambi i termini suggeriscono una integrazione del substrato biologico (il temperamento) con l’ambiente psicologico e sociale, dove, però, il carattere può essere inteso come manifestazione psichica della personalità stessa.
Come per il carattere, inoltre, anche riguardo la personalità esistono diversi studi, talvolta anche contrastanti tra loro, a cui sono seguite concezioni altrettanto diverse. Wilhelm, Eysenck e Meili hanno tentato di racchiudere tutta la letteratura prodotta a riguardo, fornendo come definizione unica quella di personalità quale organizzazione relativamente stabile delle disposizioni motivazionali di una persona, originanti dall’interazione tra gli istinti biologici e l’ambiente sociale e fisico. Non solo, essi hanno anche elencato le principali tesi già elaborate su questo costrutto:
- Valore sociale: fin dall’antichità, è concepita come l’impressione che si fa sugli altri, in base al ruolo sociale.
- Teorie nomotetiche: è il segno distintivo di una persona in rapporto a tutti i fattori misurabili, attraverso i test psicometrici e le relative tecniche di analisi dei dati ricavati, o alle proprietà generali.
- Impostazioni idiografiche: viene messo l’accento sulla necessità della comprensione intuitiva della singolare organizzazione di ogni personalità individuale; ci si oppone alla misurazione delle sue caratteristiche.
- Indirizzo behavioristico: è il risultato dell’apprendimento di diverse correlazioni stimolo-risposta, per cui le diverse personalità sono le diverse abitudini di reagire a specifiche situazioni.
- Tesi antiriduzionistiche: si accentua la “tendenza positiva al futuro”, più che la determinazione n base al passato, da cui l’importanza di curiosità, responsabilità, insistenza (Horney), influssi sociali (Fromm) ed autoattualizzazione (Rogers e Maslow) come principio di sviluppo e crescita della personalità.
- Teorie organismiche e di campo: è il risultato dell’interazione dell’organismo col suo campo circostante.
- Indirizzi fenomenologici: parlano di personalità esclusivamente in termini di percezione del sé e dell’altro e di ambiente, ascrivendo motivazione, apprendimento ed adattamento al bisogno dell’uomo di risolvere i contrasti nel campo fenomenico e di correggerne le interpretazioni errate.
- Teorie analitico-culturali: è il prodotto dei gruppi sociali entro i quali gli uomini vengono educati.
- Ricerca contemporanea: si studia il comportamento dei bambini da una parte, dall’altra si è inclini per un metodo di ricerca interdisciplinare (medicina, psicologia, genetica, …).
Questi autori concludono il loro excursus raffrontando i due costrutti di personalità e carattere, arrivando ad affermare che il secondo sottolinea l’elemento statico, mentre il primo va a porre l’accento su un aspetto più funzionale, dinamico, mutevole, di processo.
In epoca più recente, l’ICD- IX ha definito la personalità come “la complessa struttura del pensiero, dei sentimenti e del comportamento che caratterizza lo stile di vita e il modo di adattamento unici di un individuo, che rappresenta il risultato di fattori costituzionali, dello sviluppo e delle esperienze sociali” (WHO, Lessico dei termini psichiatrici e di salute mentale).
Maldonato, invece, la intende come la peculiare e irripetibile essenza di ogni persona, che appare ad ognuno di noi come l’elemento di sintesi dell’esperienza interna, quindi l’insieme delle modalità di percezione, pensiero, comportamento e relazione, che l’individuo sviluppa su base sia congenita, sia acquisita.
Infine, si può definire la personalità come la somma delle principali strategie di adattamento all’ambiente, quest’ultime basate sia su comportamenti esterni sia su processi inconsci che mediano tra impulsi, desideri e realtà circostante. Talvolta, come nei disturbi di personalità, tali strategie si rivelano non più efficaci o capaci di adattarsi ai cambiamenti esterni e diventano, pertanto, disfunzionali.
Bibliografia:
- Maldonato, Dizionario di Scienze Psicologiche, Edizioni Simone, 2008.
- WHO, Lessico dei termini psichiatrici e di salute mentale, Centro Scientifico Editore, 1990.
- Wilhelm, Eysenck, Meili, Dizionario di Psicologia, Edizioni Paoline, 1975.
Sitografia:
- http://www.alessandromonno.it/articoli/temperamento-carratere-personalita/.
- http://www.homolaicus.com/uomo-donna/psicologia/personalita.