Acceptance and Commitment Therapy e disturbi alimentari
La terapia dell'impegno e dell'accettazione non tenta di modificare il contenuto di pensieri irrazionali o negativi, emozioni spiacevoli o dolorose, ma cerca di aiutare le persone affette da disturbi alimentari ad affrontare questi pensieri, vederli da una prospettiva diversa e apprendere a rispondere in un modo che potrebbe essere più utile e funzionale.
In qualità di psicologi e psicoterapeuti si sa che lavorare con una persona che soffre di un disturbo alimentare può essere frustrante ed impegnativo.
Le conseguenze fisiche di un disturbo alimentare possono essere pericolose per la vita, ma è il tormento incessante dei loro eventi privati interni ed un'ostinazione frenetica a seguire le regole che causano la maggior parte della sofferenza.
La vita dell'individuo si riduce man mano che “i suoi pensieri, i sentimenti e l'attenzione si concentrano sempre più sul cibo e sul corpo ed il comportamento diventa sempre più organizzato intorno all'evitamento del cibo e l'immagine corporea”.
Cambiare il proprio aspetto, la dieta, l'esercizio, restringere le interazioni sociali, diventano molto più importanti dell'educazione, delle relazioni, degli hobby e via dicendo.
La terapia dell'impegno e dell'accettazione (Acceptance and Commitment therapy, ACT) è una terapia relativamente recente che propone che la maggior parte della sofferenza psicologica sia collegata all'evitamento esperienziale, cioè un tentativo di evitare situazioni dolorose o cercare di liberarsi da esperienze interne indesiderate, come pensieri e sentimenti disturbanti o dolorosi.
La rigidità comportamentale osservata in tutti i disturbi alimentari, il cui obiettivo principale è focalizzato su cibo e peso, può essere vista come un'elusione funzionale delle esperienze di vita, in altre parole, una forma di coping di evitamento.
L'anoressia nervosa, per esempio, emerge spesso nell'adolescenza quando la minaccia di rifiuto sociale da parte dei pari è una preoccupazione importante.
L'individuo può costantemente ruminare su come ridurre il rischio di rifiuto e, data la mancanza di controllo che si ha sull'opinione degli altri, si iniziano ad usare una serie di strategie per ridurre questa minaccia e l'ansia di accompagnamento.
L'individuo inizia così ad avvertire un po' di sollievo saltando un pasto, buttando via uno spuntino, facendo un'ora di esercizio extra e via dicendo.

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Il ritiro nel mondo del corpo promette illusoriamente di determinare accettazione, attraverso la scelta di un bersaglio specifico su cui operare un cambiamento.
Nel caso della bulimia nervosa quando si incontra una situazione dolorosa, l'abbuffata può essere un modo per evitare le emozioni associate all'esperienza.
A breve termine, questo può aiutare ad intorpidire gli eventi che sono stati difficili ma, tuttavia, a lungo termine, la situazione tende ad una cronicizzazione patologica.
I disturbi alimentari sono anche guidati da un forte impulso a liberarsi o controllare pensieri e sensazioni corporee disturbanti.
Ad esempio, i soggetti che soffrono di disturbi alimentari presentano di solito pensieri come “sono troppo grasso”.
Quando il corpo viene valutato negativamente, queste valutazioni possono essere estese come significative per la motivazione, la forza di volontà e l'autostima.
Ciò che la maggior parte delle persone che soffrono di disturbi alimentari non riconosce è che l'evitamento o l'allontanamento dal disagio interno può in effetti essere problematico.
Scappare costantemente dalle emozioni difficili, sia limitando, eliminando, bevendo alcolici, assumendo droghe, o qualsiasi altra strategia di evitamento, crea dipendenza da queste forme di comportamento e non insegna all'individuo nulla su come affrontare le inevitabili difficoltà che la vita presenta.
Un corpo di ricerca sempre più ampio suggerisce che potrebbe essere problematico concentrarsi sul cambiamento di pensieri e sentimenti nel tentativo di cambiare il comportamento alimentare delle persone.
Invece, potrebbe essere più utile concentrarsi sul cambiamento delle relazioni tra i pensieri ed i sentimenti che provano ed il modo in cui si rapportano al cibo.
La terapia dell'impegno e dell'accettazione non tenta di modificare il contenuto di pensieri irrazionali o negativi, emozioni spiacevoli o dolorose, ma cerca di aiutare le persone ad affrontare questi pensieri, vederli da una prospettiva diversa e apprendere a rispondere in un modo che potrebbe essere più utile.
Sei sono le componenti principali della Terapia dell'Impegno e dell'accettazione che, prese insieme, mirano a stabilire una flessibilità psicologica.
La flessibilità psicologica mira ad aiutare le persone a stabilire un contatto attivo e aperto con le loro esperienze nel momento presente, e allo stesso tempo a promuovere azioni impegnate in aree di vita importante.
Aiutare le persone ad affrontare i pensieri ed i sentimenti difficili rientra nella parte dell'accettazione.
Se un cliente esprime il pensiero “sono grasso e disgustoso”, non si discute o si sfida questo pensiero.
Al contrario, si usa la consapevolezza e la defusione cognitiva per aiutare le persone a prendere una certa distanza dal pensiero e vederlo per quello che è : solo un pensiero.
La consapevolezza aiuta a creare una distanza ed un'obiettività rispetto ai pensieri, ai sentimenti e alle sensazioni corporee.
La consapevolezza consente così ai clienti di imparare ad osservare i loro pensieri invece di essere coinvolti in essi.
Le persone con disturbi alimentari hanno spesso paura delle proprie emozioni o non le comprendono.
Sia con l'anoressia nervosa che la bulimia nervosa, si passa molto tempo a pensare al passato o a preoccuparsi del futuro; ruminando sugli eventi accaduti, come quello che hanno mangiato, o preoccuparsi di cosa mangiare o come superare una situazione sociale in cui è probabile che il cibo sia coinvolto.


Le tecniche di defusione cognitiva possono anche comportare una diminuzione della credibilità di un pensiero. Le persone affette da disturbi alimentari si attaccano molto alle credenze sui loro comportamenti alimentari come se fossero reali.
Nell'anoressia nervosa, ad esempio, la credenza “io sono grasso” è molto comune e anche se la maggior parte di loro non è d'accordo sul fatto che la persona sia grassa, la convinzione è solitamente mantenuta quando viene contestata.
Attraverso la terapia dell'impegno e dell'accettazione, lo scopo è quello di vedere il pensiero come un pensiero senza tentare di ristrutturare il contenuto.
Un'altra componente importante della terapia dell'impegno e dell'accettazione, e ciò che nobilita il lavoro di affrontare i pensieri difficili, i sentimenti e le sensazioni corporee, è aiutare le persone a connettersi con i loro valori più profondi e lo scopo essenziale della vita.
Connettendosi con i valori, le persone diventano consapevoli di ciò che vorrebbero fosse la loro vita se i loro pensieri ed impulsi sottostanti al disordine alimentare non stessero controllando il loro comportamento.
Questa parte della terapia incoraggia le persone a fare delle scelte in base a ciò che apprezzano, invece di evitare i loro sentimenti o la ricerca della magrezza.
La terapia dell'impegno e dell'accettazione si concentra inoltre sulla costruzione di valori nel presente senza che il mondo o l'individuo debba cambiare.
Nel complesso l'obiettivo terapeutico di tale forma di terapia è aiutare le persone a cavalcare le onde di pensieri ed impulsi scomodi mentre si impegnano ad agire rispetto alle aree che contano davvero per la loro vita.
La terapia dell'impegno e dell'accettazione incoraggia la realizzazione di obiettivi specifici legati a valori ben definiti che iniziano con piccoli passi e aumentano fino a modelli di azione più ampi.
La componente dei valori guida l'azione necessaria mentre la defusione, l'accettazione, il contatto con il sé ed il momento presente aiutano ad abbattere le barrire verso l'azione e l'impegno.
Questa forma di terapia sta guadagnando un crescente supporto empirico attraverso una varietà di problemi psicologici.
La ricerca ha dimostrato che questi metodi possono aiutare ad alleviare una vasta gamma di problemi psicologici, tra cui depressione, ansia, stress, abuso di sostanze e sintomi psicotici.
L'attenzione esclusiva della terapia dell'accettazione e dell'impegno sull'indebolimento delle strategie di controllo inefficaci e l'evitamento esperienziale lo rendono un trattamento teoricamente ideale per l'anoressia.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro