Cervelletto e disturbo ossessivo-compulsivo
I ricercatori della UCLA University sostengono che la terapia cognitivo-comportamentale migliora la connettività funzionale tra il cervelletto e altre regioni del cervello in soggetti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo.
Un nuovo studio pubblicato presso l'Università della California di Los Angeles (UCLA), riporta che la terapia cognitiva-comportamentale migliora la connettività funzionale tra il cervelletto e altre regioni del cervello in modo tale da compensare le disfunzioni sottostanti associate al disturbo ossessivo-compulsivo.
Questo studio, intitolato “Mechanisms of Cognitive Behavioral Therapy for Obsessive-Compulsive Disorder Involve Robust and Extensive Increases in Brain Network Connectivity”, è stato pubblicato nella rivista Translational Psychiatry.
La terapia cognitiva-comportamentale (CBT), è tipicamente un tipo di trattamento psicoterapeutico a breve termine, orientato agli obiettivi, che mira ad aiutare i pazienti ad affrontare specifici modelli disfunzionali del pensiero e del comportamento utilizzando una varietà di tecniche.
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo psichiatrico comune caratterizzato da pensieri ossessivi difficili da controllare e comportamenti compulsivi che, a causa delle ossessioni, tendono a essere ripetuti più e più volte.
Il cervelletto, dal latino “cerĕbrum” ossia “piccolo cervello”, è stato identificato da Leonardo da Vinci nel 1504, ed è collocato nella fossa cranica posteriore nascosto sotto gli emisferi cerebrali.
Storicamente, i neuroscienziati credevano che il cervelletto fosse una parte “non pensante” del cervello, prevalentemente responsabile del coordinamento muscolare dei movimenti fini e quindi non coinvolto nella cognizione.
Tuttavia, questa visione obsoleta del cervelletto iniziò a cambiare rapidamente.
Per esempio, Jeremy Schmahmann della Harvard Medical School, è un esperto di atassia che ha definito la prima sindrome cerebellare cognitiva-affettiva (CCAS) e la “dismetria cerebellare”.

Schmahmann ritiene che specifiche micro-zone all'interno degli emisferi cerebellari sinistro e destro possano svolgere un ruolo nella sintonizzazione dei nostri pensieri, allo stesso modo in cui ottimizzano il coordinamento motorio bilaterale.
Durante il recente studio della UCLA sulla terapia cognitiva-comportamentale e la connettività cerebrale, 43 pazienti con Disturbo ossessivo-compulsivo si sono sottoposti a trattamento intensivo per quattro settimane, al fine di apprendere tecniche personalizzate da utilizzare al fine di rompere i cicli di pensiero ossessivo e comportamenti compulsivi.
Vi era poi un gruppo di controllo con soggetti affetti da Disturbo ossessivo-compulsivo che erano in lista di attesa per ricevere un trattamento cognitivo-comportamentale in una data successiva, e un altro gruppo di controllo senza disturbo ossessivo-compulsivo che non ha mai ricevuto un trattamento.
All'inizio di questo esperimento, tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a scansioni cerebrali mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI).
Dopo il primo mese di terapia cognitivo-comportamentale, i ricercatori hanno effettuato una nuova scansione cerebrale.
Come accennato in precedenza, il team della UCLA ha osservato forti incrementi della connettività funzionale tra il cervelletto e altre regioni del cervello, insieme ad una riduzione dei sintomi nei soggetti che avevano ricevuto il trattamento, ma non nel gruppo che era in lista di attesa.
Più in particolare, quando i neuroscienziati hanno confrontato le scansioni cerebrali dei partecipanti, prima e dopo il trattamento, hanno osservato un aumento della connettività funzionale tra il cervelletto e la corteccia prefrontale, così come tra il cervelletto e lo striato.
Gli autori riassumono così i loro risultati:
“In sintesi, i risultati indicano l'attività cerebellare e la connettività come svolgenti un ruolo nella patogenesi e/o nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo. Nel nostro studio, diversi cambiamenti di connettività che coinvolgono il cervelletto assomigliano ad effetti specifici del trattamento cognitivo-comportamentale osservati in altri disturbi”.
Il cervello ha un ruolo importante nelle funzioni motorie, dal coordinamento del movimento all'inibizione della risposta ed è strumentale nell'acquisizione di comportamenti diretti e nell'ottimizzazione delle risposte motorie.
Inoltre, la teoria della dismetria del pensiero posiziona il coinvolgimento modulatorio cerebellare nella cognizione e nell'emozione.
In aggiunta, gli effetti rilevanti per il trattamento cognitivo-comportamentale possono essere mediati dal folium vermis, ossia una regione del verme cerebellare che riceve afferenze visive, attraverso la formazione di nuove associazioni condizionate-non condizionate nella memoria della paura per consentire risposte appropriate a nuovi stimoli e situazioni.
Anche se resta ancora molto da spiegare, le evidenze attuali sull'anatomia funzionale in combinazione con le neuroimmagini precedenti del disturbo ossessivo-compulsivo, sono coerenti con l'ipotesi che il cervelletto ha un ruolo fondamentale nella risposta al trattamento cognitivo-comportamentale.
In una dichiarazione, Jamie Feusner, direttore dell'Adult Obsessive-Compulsive Disorder Program presso il Semel Institute for Neuroscience and Human Behavior at UCLA, ha concluso che:
“I cambiamenti sembravano compensare, piuttosto che correggere, la base della disfunzione cerebrale. I risultati aprono la porta per future ricerche, nuovi obiettivi di trattamento e nuovi approcci”.
Su una nota personale di questo innovativo studio, gli autori riportano, concludendo, quanto sostenuto da Richard Bergland, neurochirurgo del XX secolo, neuroscienziato e autore di “The Fabric of Mind”:
“Poichè il cervelletto è solo il 10% del volume del cervello ma occupa ben oltre il 50% dei neuroni totali del cervello, non sappiamo esattamente che costa sta facendo, ma qualunque cosa faccia, la sta facendo molto bene”.
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)
Bibliografia
Moody, T. D., F. Morfini, G. Cheng, C. Sheen, R. Tadayonnejad, N. Reggente, J. O'Neill, and J. D. Feusner. "Mechanisms of cognitive-behavioral therapy for obsessive-compulsive disorder involve robust and extensive increases in brain network connectivity." Translational Psychiatry 7, no. 9 (2017): e1230