Cos'è la psicoanalisi?
La psicoanalisi è stato il primo trattamento per quei pazienti che non rispondevano positivamente ad altre metodi medici e psicologici disponibili a quel tempo.
Spesso quando si pensa alla psicoanalisi, l'immagine che viene ad essa associata è quella di Freud che fuma il sigaro e la sua barba bianca.
Purtroppo, una tale quadro dà l'impressione che la psicoanalisi appartenga ad un passato antiquato, alla repressione Viennese, e alle teorie intellettuali riguardanti la sessualità ed il complesso di Edipo.
La psicoanalisi a tal proposito ha certamente un problema di immagine; pertanto, quello di cui c'è bisogno è invece la promozione di un'immagine aggiornata, così come di informazioni più attuali, che trasmettano un senso di ciò che la psicoanalisi è veramente: un trattamento psicologico all'avanguardia che può aiutare le persone con i loro problemi psichici reali.
Come trattamento psicologico, la psicoanalisi è un metodo della psicoterapia moderna che può essere molto utile per quelle persone che stanno lottando con difficoltà di lunga durata nei modi in cui pensano e si sentono circa se stessi, sul mondo e sui loro rapporti con gli altri.
Per essere più specifici, esistono trattamenti a breve termine che sono più adatti per problemi più “lievi” come l'ansia o la depressione causata da uno stress, una perdita o un trauma specifico.
Ma per problemi psicologici le cui radici affondano spesso nell'infanzia, è necessario un trattamento più profondo. È qui che entra in gioco la psicoanalisi.
Da questo punto di vista, la psicoanalisi è stato il primo trattamento per quei pazienti che non rispondevano positivamente ad altre metodi medici e psicologici disponibili a quel tempo.
Freud è il volto della psicoanalisi per una ragione specifica, in quanto scoprì che certi tipi di problemi sono radicati al di sotto della vita cosciente.
Da allora, gli psicoanalisti hanno scoperto sempre di più su come i fattori inconsci influenzino la vita del paziente, sia in bene che in male.

Quando queste forze inconsce si tramutano in disturbi psicologici significativi e duraturi, i metodi terapeutici che si basano sul ragionamento sensato, modifica dei pensieri e del comportamento non sono molto efficaci.
In questi casi è necessario un metodo che raggiunga il livello inconscio.
Il metodo psicoanalitico prevede l'incontro con un professionista della salute mentale che ha raggiunto una formazione specializzata e avanzata nel lavoro con persone a questo livello inconscio.
I pazienti frequentano sessioni di 45-50 minuti, da 3 a 5 giorni alla settimana. La domanda che sorge spontanea è perchè la psicoanalisi richiede tale frequenza?
La frequenza delle sessioni aiuta il lavoro ad approfondire, mantenere l'intensità e stabilisce il passaggio dalla vita esterna alla vita interna.
Quando si incontra un paziente la maggior parte dei giorni della settimana, egli è in grado di mantenere una certa attualità su ciò che sta accadendo nella sua vita esterna; questo consente di avere il giusto tempo per “andare” dentro, riflettere ed esplorare.
I collegamenti che si stabiliscono dall'inconscio alla mente cosciente - da un giorno all'altro – possono essere mantenuti freschi e vivi, sia nella mente dell'analista che in quella del paziente.
Nel metodo psicoanalitico, i pazienti sono incoraggiati a parlare liberamente di ciò che gli viene in mente, a seguire i loro pensieri e sentimenti ovunque possono andare.
Ciò consente all'inconscio di rivelarsi; tale apertura è ulteriormente facilitata dal paziente che si trova sul lettino con il terapeuta sullo sfondo, ma fuori dalla vista.
Mentre l'idea di essere stesi sul lettino dell'analista può sembrare vecchia o anche un po' clichè in un primo momento, sembra però favorire una maggiore apertura della mente del paziente per vedere meglio cosa sta succedendo all'interno.
Con uno sforzo disciplinato, il paziente rivela gradualmente all'analista diverse informazioni, non solo ciò che è in primo piano, ma anche ciò che si trova nel “sottosuolo”.
Così facendo, il paziente inevitabilmente vivrà la sua dinamica inconscia nel rapporto con il terapeuta.
Il paziente inizia così a vedere la relazione con l'analista come una ripetizione di relazioni precedenti che provengono dal suo inconscio.
Di conseguenza, sia il paziente che l'analista stabiliscono un flusso emozionale, vivo e reale, delle dinamiche inconsce del paziente: le passioni, le intenzioni, le confusioni, le distorsioni, le speranze e le paure che influenza la propria vita.

Questo è ciò che prende il nome di “Transfert”. In risposta a tutto ciò che il paziente fa, l'analista trascorre molto tempo a pensare ed ascoltare.
Per l'analista, questi elementi sono fondamentali per operare una “digestione mentale” e sviluppare una comprensione approfondita di ciò che accade all'interno del paziente, perchè sta succedendo e come influenza la sua vita oggi.
Quando l'analista ha una certa comprensione di queste dinamiche inconsce, traduce tale consapevolezza in parole. Questo è quello che prende il nome di “interpretazione”.
Nel corso degli anni, l'interpretazione analitica si è evoluta per essere meno remota e intellettuale di quanto non fosse ai suoi albori.
La maggior parte degli analisti cerca di utilizzare un linguaggio chiaro, diretto ed emotivamente impegnato. Un buon analista cerca di entrare in contatto con il paziente, per trasmettere intuizione e comprensione emotiva.
L'interpretazione viene offerta come “cibo” per il pensiero. Gli analisti cercano il meglio per servire la comprensione in modo che i pazienti possano prenderlo, masticarlo, digerirlo e, di conseguenza, nutrirsene.
Queste sono le caratteristiche essenziali della psicoanalisi che aiutano le persone a cambiare le proprie radici.
Volendo concludere, gli obiettivi della psicoanalisi riguardano l'aiuto e una facilitazione della sofferenza psichica dei pazienti, favorendo così una ri-organizzazione della loro vita.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)