I benefici della clown-terapia
La clown-terapia è solitamente conosciuta come un tipo particolare di assistenza nel campo della salute medica: alcune tecniche, mutuate dal circo e dal teatro di strada, vengono utilizzate con l'obiettivo di trasformare il reparto o la stanza d'ospedale in un ambiente magico, dove la risata po' alleviare la sofferenza e stimolare il dialogo.
Il clowning medico, tuttavia, è diverso dalla clown-terapia, in quanto si aiutano i pazienti a scoprire i loro clown interiori e ad agire in gruppi.
Una volta che questo pagliaccio interiore viene esposto, questi pazienti abbracciano l'assurdità e le contraddizioni nelle loro vite quotidiane.
Trovano anche nuovi modi di comunicare. Il potenziale terapeutico di interpretare il clown è stato presentato per la prima volta dalla professionista Cheryl Carp in un articolo del 1998 intitolato: “Clown Terapia: la creazione di un personaggio Clown come intervento di trattamento”.
Le intuizioni della Carp erano radicate nelle sue personali esperienze di clown e formatrice nel settore.
La Carp scrive:
“Da giovane, sono stata invitata ad insegnare il clowning ai detenuti maschi nel carcere di massima sicurezza. Ancora una volta, ho assistito al potere del pagliaccio. Gli uomini hanno lottato con emozioni esagerate che avevano sepolto tanto tempo prima. Si sono impegnati in un gioco infantile e sono fuggiti mentalmente attraverso il rilascio offerto dai loro personaggi. In quel momento, nella mia mente, ha iniziato a formarsi l'idea che il clowning possa offrire un beneficio terapeutico”.
Il clowning medico ha trovato un buon uso nel trattamento di persone con tossicodipendenza.
I pagliacci hanno la capacità di sospendere o unire gli opposti, come il potere contro l'impotenza o la competenza contro l'incompetenza.

Nelle persone con tossicodipendenza, il clowning medico può servire a contenere l'ambivalenza attraverso le risate e l'allegria.
L'ambivalenza è in netto contrasto con la motivazione e la volontà di impegnarsi nel trattamento farmacologico.
In un articolo del febbraio 2018, pubblicato nella rivista “The arts in Psychotherapy”, Gordon e colleghi hanno elaborato un'attenta riflessione su più di 10 anni di laboratori di clown terapia nel regno della dipendenza.
Il loro progetto, che è stato riconosciuto dal Israeli Ministry of Social Welfare, è stato effettuato in centri di trattamento diurno/riabilitativo tra pazienti che avevano avuto una ricaduta per abuso di sostanze.
I pazienti erano per lo più uomini, di età compresa tra i 20 ed i 60 anni, e presentavano disturbi della personalità ed una storia di comportamento criminale derivante dalla dipendenza.
In particolare, il gruppo era multi-etnico in quanto erano presenti ebrei, arabi, cristiani e drusi, continuamente monitorati a causa della ricaduta.
Dopo aver effettuato diversi laboratori di clown terapia con oltre 70 partecipanti, sono stati pubblicati i seguenti risultati:
- miglioramento delle relazioni con i bambini ed altri membri della famiglia;
- maggiore equilibrio nella vita e capacità di andare oltre il conflitto;
- miglioramento della flessibilità emotiva senza bisogno di ricorrere a droghe o alcool;
- migliori meccanismi di coping;
- maggiore creatività nella ricerca di soluzioni ai problemi;
- maggiore concentrazione sui punti di forza personali;
- aumento della coscienza di sé con maggiore propensione a ridere di sé stessi e dei loro problemi;
- migliore autostima e apertura verso gli altri.
Sebbene Gordon e colleghi abbiano principalmente esaminato la clown terapia nel regno della dipendenza e dell'abuso di droghe, gli autori suggeriscono che questo intervento può rivelarsi utile per i pazienti con altre condizioni.
“La partecipazione all'arte del clowning si è rivelata efficace per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, dei giovani a rischio e di altri gruppi emarginati. Forse questo accade perchè il ruolo del pagliaccio può offrire una voce a coloro che si trovano in posizioni emarginate. In definitiva, poiché in determinate circostanze ognuno di noi può divenire un outsider bisognoso di accettazione ed inclusione sociale, la clown terapia può essere un aiuto per tutti noi”, hanno concluso gli autori.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro