Il narcisismo secondo Heinz Kohut
Secondo Heinz Kohut i “bisogni narcisistici” dei pazienti si ri-attivano durante il trattamento e assumono la forma di “transfert oggetto-sè” sul terapeuta.
La teoria della psicologia del Sè, ideata da Heinz Kohut, rifiuta l'ideologia freudiana del ruolo che le pulsioni sessuali giocano nell'organizzazione della psiche, concentrandosi sullo sviluppo dell'empatia verso la persona in cura e sull'esplorazione di componenti fondamentali di sviluppo e crescita sani.
Relativamente alle sue riflessioni sul narcisismo, sulla base della sua esperienza clinica, Kohut abbandona i concetti della teoria pulsionale – vale a dire libido, catarsi e aggressività derivante dal trauma dell'Io – alla base delle concettualizzazioni del narcisismo di Freud e di Kernberg.
Invece, egli notò che i “bisogni narcisistici” dei pazienti si ri-attivano durante il trattamento e hanno assunto la forma di transfert di oggetto-sè sul terapeuta.
Il Sè, che Kohut considera il cuore nucleare della personalità, è considerato separato dall'Io.
Il Sè è composto da tre parti: obbiettivi e ambizioni, che si traducono in sforzi per il potere, il riconoscimento ed il successo; ideali e standard, che mantengono i valori di base; e l'arco di tensione, che si forma nella zona intermedia tra ambizioni e ideali.
“Gli oggetti-sè sono oggetti che sperimentiamo come parte di noi stessi; il controllo atteso su di loro è, quindi, più vicino al concetto di controllo che si aspetta di avere sul proprio corpo, piuttosto che sul concetto di controllo che si aspetta di avere sugli altri”.


Esistono due tipi di oggetti: il rispecchiamento e l'idealizzazione.
Gli oggetti-sè di rispecchiamento sono quelli che confermano l'innato senso di perfezione del bambino, mentre l'imago-genitoriale idealizzato rappresenta quegli oggetti che il bambino può ammirare e con cui può unirsi in quanto veicolanti un'immagine di calma, infallibilità e onnipotenza.
Kohut riteneva che “un'interazione difettosa” tra i bambini ed i loro oggetti-sè potesse danneggiare tutto o alcune delle tre parti del Sè, causando un disturbo descritto come scarso di “coesione, vigore e armonia” nell'età adulta.
Kohut descrisse tre principali disturbi del sé: psicosi, stati borderline e disordini narcisistici.
Questi disturbi variavano in termini di gravità e distribuzione dei problemi. Semplicemente, le psicosi sono l'effetto del danno permanente e protratto risultante dalla coesione minima del sé a causa della quasi totale mancanza di rispecchiamento e dell'imago genitoriale.
Gli stati borderline sono simili alle psicosi, ma l'estensione dei deficit nel sé e le loro manifestazioni comportamentali sono coperti da difese complesse.
Il comportamento narcisistico ed i disturbi narcisistici di personalità sono stati concettualizzati da Kohut come più transitori di stati psicotici o borderline e più suscettibili di trattamento analitico, a causa della superiore capacità del narcisista di tollerare la frustrazione.
Secondo Kohut, lo scopo del trattamento è fornire un ambiente in cui il sé danneggiato possa ricrearsi e ristabilirsi.
Al contrario di Kernberg, che scoraggiava l'uso di “misure di supporto” con i narcisisti per evitare di nutrire continuamente bisogni narcisistici, Kohut incoraggiava l'uso dell'empatia con i narcisisti.
“Kohut ha affermato abbastanza chiaramente che sfidare la grandiosità del paziente non è solo uno sforzo inutile, ma costringerà il paziente a sopprimere desideri molto potenti e quindi renderli inaccessibili alle modifiche” (ibidem).
Il suo fondamento logico era che dal momento che l'incapacità di fornire empatia ha portato all'arresto dello sviluppo, trattare il cliente senza fornire empatia avrebbe semplicemente traumatizzato il cliente.
Per Kohut, una parte significativa del processo terapeutico è quella che crea “una frustrazione ottimale”.
Ciò è stato realizzato, in parte, attraverso due tipi di transfert; il transfert speculare, nel quale è rinvigorita la necessità di una fonte di accettazione-conferma, ed il transfert idealizzante, in cui si ravviva la necessità della fusione con una fonte idealizzata di forza e di calma.
Secondo Kohut, lo psicoterapeuta dovrebbe fornire le funzioni che gli oggetti originali non hanno fornito, finchè non si svilupperò un Sè più coeso e funzionale.
I “fallimenti empatici”, ad esempio le occasioni in cui il terapeuta non fornisce lo specchio o l'altro idealizzato al cliente, sono usati come foraggio nella relazione transferale per promuovere la guarigione.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro