Il paziente oncologico: il contributo di Susan Silberstein
“E' più importante sapere che tipo di paziente ha una malattia che sapere quale malattia ha il paziente”, William Osler
Susan Silberstein ha fondato il Center for Advancemente in Cancer Education nel 1977, in seguito alla morte del giovane marito, di soli 31 anni, a causa di una rara forma di cancro al midollo spinale.
Oltre a dare assistenza a più di 25.000 pazienti oncologici (oltre 10.000 di questi pazienti affetti da tumore al seno) presso il Centro senza mai pagare una tassa, la Silberstein tiene diverse conferenze in tutto il mondo sulla prevenzione del cancro e sulle terapie alternative e complementari.
Durante il suo lavoro è entrata in contatto con migliaia di malati oncologici, imparando molto da loro. Ha affermato:
“Forse non so tutto sui trattamenti contro il cancro, ma conosco i pazienti affetti da cancro!”.
In effetti, probabilmente conosce i malati di cancro meglio di chiunque altro. In un ambiente individuale, la Silberstein ed il suo team di volontari aiutano i clienti a riconoscere i problemi della vita e altri impedimenti alla guarigione, oltre ad offrire raccomandazioni personalizzate per trattamenti, strutture, medici e/o altri professionisti.
Lei continua a gestire personalmente i casi più difficili. Durante un'intervista per il suo libro ““Remarkable Recovery: What Extraordinary Healings Tell Us About Getting Well and Staying Well”, ha descritto il processo che impiega con i clienti.
Effettua una valutazione approfondita dei limiti fisici, finanziari e geografici di ogni pazienti; analizza lo stato fisiologico e le abitudini nutrizionali, le attitudini e le convinzioni, lo stato mentale ed emotivo, gli obiettivi ed i sistemi di supporto sociale.
“Osserviamo la loro prontezza mentale o emotiva per un determinato approccio terapeutico. Non diciamo mai ai pazienti cosa dovrebbero o non dovrebbero fare. Chiediamo loro cosa hanno detto i medici, cosa offrono i medici, come si sentono al riguardo, quanto si sentono a loro agio. Da qui si iniziano ad offrire loro risorse. Non riesci a credere a quanto si riesca a coinvolgere intimamente un paziente alla fine di un'ora. So cose su di loro che hanno giurato di non aver mai detto a nessuno e non perchè sia una psicologa brillate, ma perchè ho imparato tanto da quello che mi hanno insegnato le altre migliaia di pazienti”.
L'importanza della medicina mente-corpo e la psico-neuro-immunologia
La Silberstein ha descritto la scienza e la ricerca disponibile sugli aspetti mente-corpo del cancro, nonché i contributi della psico-neuro-immunologia (PNI) relativi a come i pensieri e le emozioni influenzano direttamente il sistema immunitario.
A tal proposito cita riferimenti di numerosi libri, studi e autori:
“La PNI è un campo che ha più di un quarto di secolo. Esiste ora una ricerca in ogni parte del mondo sui modelli emotivi che influenzano l'eziologia ed il risultato del cancro. Potrei letteralmente passare ore a raccontare i nomi dei ricercatori e alcune delle cose che hanno fatto, ma non saprei da dove cominciare!”.
Le piace discutere dell'argomento inerente la remissione spontanea perchè attira i clienti per le eventuali possibilità che hanno per loro.
Questo tipo di discussione nasce dalla constatazione che vi siano migliaia di malati oncologici che sono migliorati principalmente a causa di un cambiamento emotivo.
Il libro di Caryle Hieshberg “Spontaneous Remission: An Annotated Bibliography” contiene circa 1574 casi clinici.

La Silberstein ha descritto alcuni rapidi scenari che sono presenti in questo lavoro, come ad esempio una paziente con cancro uterino con due settimane di vita che odiava il marito, ma si sentiva impotente nel chiedere il divorzio. All'improvviso lui morì e lei guarì.
Anche un altro malato oncologico con cancro ai testicoli presentava problemi di sessualità relativi a sua madre. Non appena iniziò a lavorare su questi aspetti emotivi, il sua cancro andò in remissione spontanea.
La Dottoressa Silberstein affronta le cause emotive con i suoi pazienti in modo molto cauto:
“Cerco di non incolpare le persone; puntare il dito può essere molto fastidioso per le persone e c'è molto di questo là fuori. Non vi è un'unica famiglia di fattori che causano il cancro, in quanto è il risultato di una combinazione di più fattori: mentale, emotivo, genetico, fisico e ambientale. Quando questi aspetti si presentano insieme, è potenzialmente mortale”.
Chi si ammala di cancro e perchè?
Affrontare i fattori mentali ed emotivi che circondano lo sviluppo del cancro non significa solo studiare i gli stili di coping. Bisogna cercare di approdare alla vera essenza, cioè capire chi sono questi pazienti.
La Silberstein afferma che “comprendere perchè le persone si ammalano di cancro è il campo più affascinante e pregnante per la prevenzione che abbiamo oggi”.
Insieme al Dottor John W. Rhinehart ha scritto qualcosa sugli “Aspetti psicologici delle persone con processi maligni”, notando un modello comune di perdita traumatica entro 6-18 mesi immediatamente prima della manifestazione del cancro.
“I ricercatori stanno iniziando a riconoscere che lo stress emotivo svolge un ruolo enorme nella suscettibilità alla neoplasia. Le seguenti caratteristiche della 'persona oncologica' si manifestano per tutta la vita, ad eccezione del primo elemento. Questi costituiscono ciò che potrebbe essere chiamata 'Cancer personality'.”
Le osservazioni della Silberstein su queste caratteristiche sono riassunte di seguito:
- Disperazione dopo una perdita significativa: questa può riguardare la perdita di una persona, un lavoro o qualcosa che si possiede e che rappresentava qualcosa di fondamentale per la vita, da 6 a 18 mesi prima della diagnosi.
- Selflessness: intesa come mortificazione di sé a favore degli altri; questo aspetto è stato anche descritto da Charles Renninger come PNS (Pathological Niceness Syndrome). Implica la continua attenzione ai bisogni o alle aspettative altrui, la colpa associata al soddisfacimento dei propri bisogni e alla mancanza di accettazione di sé. Queste persone sono degli armonizzatori, che cercano di mantenere la pace a tutti i costi.
- Repressione di emozioni negative come rabbia, risentimento, ostilità, ira, ecc. Si vive un senso di inadeguatezza quando si cerca, in qualunque modo, di esprimere emozioni di questo tipo.
- Incapacità a formare relazioni emotive profonde o una preponderanza di relazioni negative, tossiche, specialmente con la famiglia.
- Senso di incapacità nel cambiare le condizioni della propria vita; il soggetto avverte di non avere opzioni, assenza di controllo e disperazione. Anche un senso di vittimizzazione e passività configura un quadro in cui la frustrazione si trasforma in depressione.
- Un sensazione conscia o inconscia di non meritare il successo, la felicità o persino la vita stessa.
- Un desiderio conscio o inconscio di ottenere, attraverso la via legittima di una malattia grave, un'attenzione che non poteva ricevere per altri motivi. Vi è un interesse complesso nel mantenere la malattia per ragioni manipolative. Il cancro è una forma di suicidio socialmente accettabile.
La Silberstein ha osservato modelli simili tra certe tipologie di stress emotivo e organo in cui si manifestava il cancro.
Prosegue dicendo:
“Dopo aver parlato con centinaia se non migliaia di pazienti con una particolare forma di cancro, ho notato alcune potenti connessioni tra i modelli emozionali ed il punto specifico in cui si è manifestato il cancro”.
I commenti della Silberstein e alcuni casi corrispondenti verranno riassunti di seguito; ovviamente le situazioni che saranno presentate sono molto più complesse della breve descrizione che viene fornita. Ci sono molti fattori sinergici che influenzano lo sviluppo e la remissione del cancro.
- Linfoma: quasi tutti pazienti con linfoma vivono un tipo di situazione estremamente stressante. Questo di solito è legato al lavoro, spesso odiano il loro lavoro, o potrebbe essere che odino l'ambiente in cui vivono. A tal proposito, molti detenuti sviluppano il linfoma.
- Cancro al seno: nel 99% dei casi è stato osservato un modello di mancanza di cure e relazioni con la figura genitoriale maschile, spesso presente fin dall'infanzia e ripetuto più tardi in una relazione adulta.
- Cancro alla prostata: molto simile al cancro al seno, in cui è presente un modello permanente di mancanza di cure da parte della figura materna/femminile.
- Cancro al colon: si riferisce, insieme al cancro del fegato, alla rabbia e al risentimento represso, di solito presente sin dall'infanzia, ma generalmente vissuto per molti anni.
- Cancro ai reni: presenza di modelli molto profondi legati alla paura.
- Cancro alla gola: di solito si riferisce ad una mancanza di auto-espressione, generalmente presente da tutta la vita.
- Cancro alle ovaie: le ovaie sono gli organi più creativi del corpo della donna. Si tratta generalmente della maggiore creatività che viene soppressa o repressa per tutta la vita. Può anche riguardare problemi di maternità. Molte di queste donne hanno avuto una madre assente o negativamente giudicante, tale per cui si percepiscono come incapaci di essere mamme.
- Cancro ai polmoni: questo è legato a problemi di espressione e caratterizzato da una forte repressione di tutte le emozioni.
- Mieloma multiplo: questo è il cancro del midollo osseo, che è il punto più profondo in cui si può andare nel corpo. La parola ebraica “ossa” è la stessa di “Sè”. In questo contesto la Silberstein non ha mai notato eccezioni. Questo cancro è legato a problemi di profondo dolore inespresso e non risolto che vanno alla vera essenza di chi è una persona e come si definisce. Può essere collegato ad una situazione in cui il paziente ha passato tutta la vita a lamentarsi in qualche modo.
Chi sopravvive al cancro e perchè?
Esattamente come la Dottoressa Douglas Brodie, la Silberstein ha osservato alcuni tratti della personalità comuni alla stragrande maggioranza degli sopravvissuti al cancro.
Quei pazienti che sono disposti a essere aperti al dialogo sui loro problemi permettono al terapeuta di essere di maggiore aiuto.
“E quei pazienti che riescono a raggiungere un equilibrio tra cognizione, emozioni e comportamento sono i più propensi a sopravvivere alla loro prognosi con una migliore qualità della vita”.
Ha delineato i seguenti tratti comuni ai sopravvissuti:
- Accettazione della diagnosi e rifiuto della prognosi: questo tipo di atteggiamento positivo implica auto-affermazione, essere autentici, entrare in contatto con ciò che ritengono giusto per loro.
- Partecipazione/iniziativa/ impegno: ciò può comportare il disaccordo con medici o persone care e scegliere intuitivamente quale trattamento ritengano giusto in base alle proprie intenzioni e convinzioni. Susan ha raccontato la storia di un paziente che doveva prendere una decisione su quale trattamento scegliere. Non voleva la chemioterapia ma era sotto pressione per questo. Ha raccontato a Susan di un sogno che aveva avuto in cui erano presenti 2 pozze d'acqua. Una era molto affollata di donne che la chiamavano per unirsi a loro; quella piscina sembrava torbida. L'altra piscina era vuota ma sembrava incontaminata, pulita, scintillante. Il paziente ha deciso di immergersi nella piscina pulita ed è stato meraviglioso. Ha scelto un trattamento alternativo, ha rifiutato la chemioterapia e recuperato.
- Introspezione: usano la loro malattia per l'apprendimento personale e la crescita, risolvendo le perdite, completando il lavoro del lutto e auto-realizzandosi.
- Trasformazione delle relazioni personali: questo include l'imparare a ricevere, stilare delle priorità, riconciliare i conflitti ed eliminare le relazioni tossiche.

- Cambiamenti nello stile di vita: sviluppo di nuovi modelli di supporto per la dieta, l'esercizio fisico, il lavoro e/o le modalità di vita. Imparare a concedersi più divertimento. In questo, la Silberstein assegna spesso compiti a casa e chiede ai clienti di iniziare a creare una “lista dei divertimenti”. Devono aggiungere qualcosa alla lista che sembra divertente per loro. Queste scelte possono essere oltraggiose, illogiche o impossibili, così come piccole e apparentemente insignificanti. Susan ha definito questo “un esercizio favoloso per risvegliare il potenziale di guarigione del corpo”; ha proseguito “Vedi, il sistema immunitario non conosce la differenza se stai effettivamente agendo, pianificando o semplicemente pensando di farlo”.
- Espressione delle emozioni: riguarda emozioni positive e negative che sono state represse, in particolare rabbia e risentimento.
- Obiettivo della vita: comprendere il proprio posto nell'universo spirituale. In questo la Silberstein ha notato che ci sono pazienti che non vogliono morire, ma non sono nemmeno pronti a vivere. Cerca quindi di trovare dei modi per coinvolgerli nella vita.
La Dottoressa Silberstein è un'eccellenza all'avanguardia nei programmi di assistenza sanitaria; è considerata una pioniera e leader nel campo della salute olistica ed è stata onorata come tale dalla National Foundation for Alternative Medicine con il premio “Celebrating Excellence”, il 16 novembre del 2002.
Le sue osservazioni durante la premiazione sono rappresentate dalla seguente preghiera:
“Possa l'Onnipotente liberarci dalla testardaggine della mente che si aggrappa a idee preconcette. E ci conceda l'umiltà ed il coraggio di esaminare senza pregiudizio nuove fonti di informazione. Amen”.
“I 'miracoli' accadono oltre la medicina tradizionale!”.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro