Isolamento sociale e sviluppo del Sè
Tra gli elementi critici che partecipano alla costruzione e/o decostruzione del sé una certa importanza è rivestita dalle cosiddette relazioni oggettuali, nonché dalle condizioni ambientali a cui si è esposti.
Lo sviluppo del Sè è noto per essere alquanto contingente rispetto ai molteplici input provenienti dagli altri, in particolare durante i primi sette-nove anni del nostro sviluppo.
Non possiamo sviluppare un senso coesivo della mente e del sé senza accertare la mente ed il sé degli altri. In tal senso si fa riferimento ai cosiddetti “altri significativi” come i nostri caregiver primari.
L'impatto del relativo isolamento sociale è evidente in una serie di indagini. In questo articolo ne verranno presentati alcuni cercando di rintracciare il punto di vista clinico, l'anatomia della costruzione o decostruzione del Sè.
Verranno quindi riferite le dinamiche di attaccamento e di legame con gli altri. Riguardo all'isolamento sociale, una delle prime osservazioni riguarda Victor, noto anche come “Wild Boy of Aveyron”.
Jean Itard, un medico francese, registrò le sue osservazioni e scoperte su questo dodicenne. Victor presentava gravi danni psicosociali dovuti ad una grave deprivazione psicosociale; era infatti vissuto in solitudine nei boschi nei primi anni della sua infanzia.
Molti dei suoi deficit persistettero nonostante Itard lo prese in casa con sé.
Sulla base dell'esperienza clinica quarantennale del Dottor Richard Kensinger, psicologo, psicoterapeuta e membro del Dipartimento di Psicologia del Mount Aloysius College, verranno presentati diversi paradigmi che riguardano alcuni degli elementi critici dello sviluppo del Sè.
Uno tra questi riguarda la scissione delle relazioni oggettuali.
Queste ultime corrispondono a delle rappresentazioni che sono introiettate nel tempo attraverso incontri precoci con coloro che sono significativi per l'individuo, e consistono in tre elementi fondamentali: l'Io, l'altro e l'impronta emotiva.
Questi sono descritti nella seguente immagine.
La prima configurazione genera in modo coerente un attaccamento sicuro e potrebbe essere definita come un orientamento della personalità globale di tipo pro-sociale.
Il secondo produce un attaccamento insicuro, un sottotipo evitante ed un orientamento della personalità globale di tipo asociale.
La terza configurazione produce un attaccamento insicuro e un orientamento globale di personalità di tipo asociale.
La configurazione finale produce un attaccamento disorganizzato con un orientamento globale della personalità di tipo psicotica/aggressiva.
Osservando più da vicino come vengono generati gli attaccamenti sopra esposti, il Dottor Kensinger ricorre a due paradigmi aggiuntivi.
Il primo riguarda la costruzione del Sè, mentre il secondo la decostruzione del Sè.
La costruzione consiste di sei sequenze ordinate: differenziazione del Sè; separazione; lasciare la casa; sostituzione della famiglia di origine con la famiglia che si è scelta.
Clinicamente, sappiamo che i teratogeni biologici possono interferire con uno sviluppo normativo biopsicosociale; e così anche i teratogeni psicosociali.
Quindi, il paradigma finale riguarda la presenza di tossine psicosociali, che assumono la forma di molteplici abusi nei primissimi anni di vita e che concorrono alla decostruzione del Sè.
Le dinamiche che si manifestano producono sempre di più un danno e derivano dalle prime interazioni con gli altri. Tra queste, il Dottor Kensinger nomina: l'invalidazione, la depersonalizzazione, la deumanizzazione e la mortificazione.
Questa quarta componente viene anche definita come “morte psicosociale”, in quanto lo stadio finale si traduce in suicidio e talvolta in omicidio prima del suicidio.
Per illustrare i processi e le dinamiche di cui sopra, il Dottor Kensinger fa visionare ai suoi alunni e tirocinanti l'episodio di una serie tv americana in cui vi sono due protagonisti, Joseph e Jonathan Foster.
Questi gemelli sono stati adottati in tenera età; questi ragazzi dimostrano uno sviluppo normativo fino all'età di sette anni. Nei successivi cinque o sette anni, i due fratelli mostrano un'escalation di aggressione e violenza per lo più confinata all'ambiente domestico.
A quel punto, i ragazzi vengono ospitati gratuitamente in una struttura residenziale in Pennsylvania. La famiglia vive in Florida. Dopo nove mesi di cura, i ragazzi vengono congedati con successo alla madre e al compagno.
Nel giro di poche settimane, i ragazzi dimostrano una sostanziale regressione e installano delle videocamere in casa. Verranno così fuori dettagli inquietanti, molti dei paradigmi e delle dinamiche sopra elencate.
Un giudice descrive questa famiglia come “a dir poco disfunzionale”. Da quanto ne esce fuori, anche il Dottor Kensinger definisce questa famiglia come tossica.
In conclusione, la psicoterapia può riparare alcuni dei fallimenti di attaccamento creati da avversità tossiche e protratte nel tempo.
Tuttavia, in situazioni di estremo isolamento alcuni deficit o disfunzioni appaiono come irreversibili.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
Bibliografia
Davis K. Extreme Isolation of a Child. American Journal of Sociology 3(5):432-437.