La psicologia della sessualità
Nella cultura occidentale, il sesso è uno dei più grandi tabù per i pazienti in psicoterapia, ma rimane comunque una forza profonda da considerare nel trattamento, specialmente quando subentrano dinamiche ninfomani, di satiriasi, pedofilia, mania, pornografia, dipendenza sessuale e infedeltà coniugale, o quando la sua assenza nella vita di qualcuno diventa fonte di frustrazione, depressione, ansia o rabbia.
La sessualità fa parte di ciò che ci rende umani. Naturalmente, la sua funzione fondamentale è quella di procreare al fine della sopravvivenza della specie.
Ma, chiaramente, il sesso va ben oltre il potente istinto evolutivo di procreare, in quanto il sesso è anche un piacere a cui spesso non si vuole rinunciare; è godimento, eccitazione e anche estasi.
Oltre alle delizie terrene e terrestri della carne, il brivido di toccare fisicamente e di essere toccato da un altro corpo, l’eccitazione crescente, l’estasi dell’orgasmo e il successivo senso di rilassamento dopo averlo raggiunto, fa sì che la sessualità umana assolva anche fini psicologici e spirituali.
Il sesso è un modo per diminuire la nostra alienazione, l’isolamento, la solitudine, attraverso il legame fisico con un’altra persona.
In tal senso, il sesso incarna, conferma ed umanizza l’intera esistenza; produce gioia, amore, conforto, affetto e, talvolta, estasi.
L’estasi non è solo un’esperienza fisica, ma psicologica e talvolta spirituale. L’etimologia della parola “estasi” è “ex-stasis”: la trascendenza temporanea del tempo, l’ego e la condivisione umana di un destino caratterizzato da una separazione esistenziale.
Il sesso ci collega non solo con un altro essere, ma con il nostro essere e l’umanità; il sesso, inteso come eros, dal quale trae il suo profondo potere psicologico e spirituale, è demonico, nel senso che ci ricorda la nostra capacità intrinseca di essere posseduti dalla passione, di perdere il controllo.
Sia la passione che l’innamoramento sono esempi legati al sentirsi “posseduti” dal sesso o dall’eros; questa capacità di sperimentare la qualità demonica del sesso o dell’eros è una parte essenziale e centrale dell’essere umano.
Ci ricorda che siamo innanzitutto, come ha sottolineato Freud, creature appassionate, motivate e guidate da forze primitive e irrazionali che operano proprio sotto la superficie della civiltà e della razionalità.
Il sesso, come l’amore romantico, è un ricordo costante della nostra irrazionalità, e del suo impatto sulla nostra difficile componente razionale, della nostra inevitabile forma fisica.
È umiliante per il nostro aspetto spirituale, ed è pericoloso. Il concetto di “sesso sicuro” è un ossimoro, in quanto è sempre e comunque rischioso.
Eventuali gravidanze, malattie, lesioni e persino la morte possono accompagnare l’atto sessuale a livello fisico.
L’innamoramento, l’ossessione, il rifiuto, l’abbandono, la perdita di sé, la paura dell’annientamento, la psicosi e la follia maniacale legati all’estasi sono tutti potenziali effetti psicologici del sesso.
Un incontro sessuale passionale e spontaneo può cambiare il corso di una vita, in meglio o in peggio.
Ad un livello più profondo, la sessualità è intimamente legata alla mortalità, ai concetti di nascita e morte. Questa associazione è raffigurata nella nozione poetica di Freud di Eros e Thanatos, le due forze istintuali fondamentali dell’esistenza umana, in cui l’istinto positivo della “vita” sessuale (Eros) affronta una battaglia eterna con “l’istinto di morte” (Thanatos).
La sessualità combatte contro la morte, affermando la vita; in definitiva però, la morte sconfigge il sesso.
Ma l’energia sessuale istintiva o l’eros, sia se espressa nella creazione di figli, nel lavoro artistico, relazioni care o gesta eroiche, trionfano comunque sulla morte trascendendola in futuro.
La vita continua, nasce una nuova generazione, si ricorda con fede la famiglia, gli amanti e gli amici, e ciò che viene creato e realizzato dura molto oltre la morte.
Questa stretta connessione psicologica tra sesso e morte può anche essere riscontrata nel riferimento francese all’orgasmo sessuale e alla sua immediata conseguenza come la “petit mort”, ossia la piccola morte.
In questo senso, il sesso fornisce un rituale spiritualmente, psicologicamente e fisicamente rinnovato di morte e rinascita, e un ricordo concreto della loro inseparabilità esistenziale.

Naturalmente, il sesso può essere separato dall’eros, dall’amore e dalla cura, nel qual caso diventa banale e meccanico.
Oppure, può essere sostituito con eros, come nel caso della promiscuità sessuale, e in alcune tradizioni spirituali e religiose il sesso è visto come peccatore, malvagio o troppo carnale, e di conseguenza rifiutato a favore del celibato.
Naturalmente, “fare” il voto di non impegnarsi in comportamenti sessuali non determina una scomparsa dell’istinto sessuale, come testimoniano le manifestazioni sessuali apparentemente perverse di alcuni preti.
Essa trova espressione in altri modi, alcuni positivi e creativi, altri negativi e distruttivi. Così, questa energia sessuale primordiale, che Freud denominò con il termine di “libido” è più o meno sempre con noi per tutta la vita, a partire dalla nascita e persistente nella vecchiaia.
Può affievolirsi o “danneggiarsi” durante diverse fasi di sviluppo, ma, anche nella senescenza, la fiamma della sessualità non scompare totalmente, in quanto si estingue soltanto nel momento della morte.
L’energia sessuale è una parte primaria di ciò che ci spinge a intrattenere intimi rapporti interpersonali, anche se questo, a volte, in pratica, può rivelarsi impossibile e in ultima analisi frustrante.
È fondamentale capire che, come ogni forte emozione, l’attrazione sessuale non sempre deve essere agita; questo è uno di quegli aspetti con cui la maggior parte delle persone sposate si trova a fare i conti.
Ma questo vale anche per tutti coloro che sono single; l’attrazione sessuale è un fenomeno molto complesso e può essere tanto psicologico quanto biologico.
Alcuni atteggiamenti sessuali possono infatti essere nevrotici, ma possono anche dirci qualcosa di importante rispetto alle componenti primitive ed istintive di noi stessi.
Quello che Freud chiamò “Id”, Jung la definì “ombra”, e Rollo May il “Daimonico”. Oltre a illuminare ciò che Jung ha chiamato “anima o animus”, che svolgono un ruolo importante nell’attrazione sessuale, imparare a riconoscere, ascoltare e onorare questo istinto creativo sessuale può portare alla scoperta di chi siamo veramente, e chi dobbiamo diventare.
Ecco perché la sessualità giocherà sempre una parte così significativa nel processo psicoterapeutico. La sessualità è ovviamente intrinsecamente diversa per le donne e gli uomini.
La maggior parte degli uomini tende a vedere il sesso come qualcosa che non è mai abbastanza e cerca, ad un certo livello primario, di diffondere il proprio seme il più ampiamente possibile.
La maggior parte delle donne vede il sesso come secondario rispetto all’intimità, la vicinanza fisica e l’impegno.
Gli uomini tendono ad essere in grado di separare il sesso dall’amore o dal romanticismo, mentre le donne tendono ad equipararli.
Gli uomini tendono generalmente ad essere meno discriminati e monogami nel perseguimento della soddisfazione sessuale, mentre le donne tendono ad essere molto più selettive e concentrate esclusivamente su un particolare partner sessuale alla volta.
Per la maggior parte di esse, il sesso riguarda principalmente la relazione e la procreazione; il piacere e la soddisfazione sessuale vengono successivamente.
Per la maggioranza degli uomini, queste priorità sono invece invertite; certamente, vi sono eccezioni a queste tendenze e, in alcuni casi, inversioni di ruolo.
Ma, per la maggior parte, da un punto di vista psicologico, il significato della sessualità è archetipicamente diverso per le femmine e per i maschi, che è una fonte fondamentale di attrito e di incomprensione tra i sessi.
È altrettanto cruciale riconoscere che l’energia primaria comprendente l’azione sessuale deriva dalla forza vitale più generica che anima tutti gli esseri umani.
Pertanto, è possibile esprimere l’energia sessuale in molti modi, tra cui la creatività artistica, il comportamento sociale altruistico o lo sviluppo spirituale.
Ma questo tipo di sublimazione, come Freud lo ha chiamato, non può sostituire completamente o eliminare l’istinto sessuale; se non viene data espressione adeguata, si manifesta in fantasie sessuali ossessive o in altri sintomi psichiatrici.
Il sesso può a volte sostituire la vera intimità, assolvendo modalità per distanziarci dagli altri piuttosto che un processo di legame che attrae le persone facendole avvicinare.
Allo stesso tempo, il sesso può essere utilizzato anche per evitare di affrontare noi stessi e dei fatti esistenziali tipici della vita.
Come un farmaco, l’attività sessuale è praticata da alcuni come scappatoia per sfuggire dai sentimenti di bassa autostima, ansia, solitudine, tristezza, dolore, rabbia o paura.
Oppure per manipolare gli altri ed esercitare il proprio potere e controllarli. Il sesso può essere usato come un’arma per ferire le persone, sconvolgerle in modo crudele e per ricorrere esattamente alla rappresaglia sadica delle proprie fantasie.

Tali miscugli maligni di sesso e rabbia raggiungono estremi distruttivi nelle devianti fantasie diaboliche dei rapitori o di alcuni serial killer psicopatici.
Nella cultura occidentale, il sesso è uno dei più grandi tabù per i pazienti in psicoterapia, ma rimane comunque una forza profonda da considerare nel trattamento, specialmente quando subentrano dinamiche ninfomani, di satiriasi, pedofilia, mania, pornografia, dipendenza sessuale e infedeltà coniugale, o quando la sua assenza nella vita di qualcuno diventa fonte di frustrazione, depressione, ansia o rabbia.
È allora che siamo costretti ad affrontare la natura demonica della sessualità umana: la sua capacità di prendere possesso della personalità e di guidarci in comportamenti distruttivi.
In determinati individui, questo può manifestarsi in una relazione erotica con oggetti inanimati, ad esempio, automobili; in altri, con partner sessuali non umani come gli animali; in altri ancora, si trasforma in sintomi psicotici come l’erotomania, un disturbo delirante in cui il paziente è convinto che un’altra persona, spesso una celebrità, sia innamorata di lui o di lei.
E, per alcuni, la sessualità dissociata assume la forma di convinzioni spirituali fondamentaliste, attrazioni e suscettibilità verso culti pericolosi che usano la sessualità per esercitare potere e controllo sui propri membri.
Infine, bisogna anche considerare che la sessualità umana sia influenzata fortemente, in meglio o in peggio, sia dalla famiglia che dalla cultura dominante.
Per parafrasare Freud, nel momento in cui raggiungiamo l’età adulta, ci sono sempre, psicologicamente, almeno sei persone presenti in camera da letto.
A causa di tutto questo, il sesso continua a svolgere un ruolo significativo nella psicoterapia contemporanea, seppur non così notevolmente come ai tempi di Freud.
All’epoca della Vienna vittoriana, vi era una diffusa repressione e dissociazione dei sentimenti sessuali e istintivi che, come ha scoperto Freud, hanno provocato sintomi nevrotici.
Un secolo dopo, viviamo in una società sessualmente più libera avendo attraversato la “rivoluzione sessuale” durante la metà del XX secolo.
Infatti oggi è la repressione cronica della rabbia o della paura, piuttosto che della sessualità, che tende a dominare l’immagine clinica di persone che soffrono di sintomi psichiatrici vari.
Tuttavia, i problemi sessuali come la disfunzione erettile, l’anorgasmia, l’eiaculazione precoce, il disturbo da dolore genito/pelvico o della penetrazione, inibizione dell’interesse sessuale , dell’eccitazione o del desiderio, la promiscuità compulsiva, la dipendenza dal sesso, l’evasione sessuale, la paura del sesso opposto, la vergogna o l’inibizione sessuale, le perversioni sessuali, il sadismo o masochismo sessuale, nonché i sintomi secondari all’inibizione o alla repressione sessuale come ansia, insonnia, tensione muscolare cronica, mal di testa e così via, sono presenti nella pratica clinica attuale e spesso sottovalutati, o mal diagnosticati.
Noi umani siamo, a quanto pare, amanti congeniti, ricercatori di sensazioni naturali, fonti illimitate di eros, essenzialmente esseri sessuali.
La sessualità fa parte del nostro destino; ciò che facciamo con esso decide il nostro destino: il potere spaventoso del sesso di motivarci e guidarci nel cercare una soddisfazione sessuale non deve essere sottovalutato in questa “liberazione sessuale post-freudiana”.
Questo potere sessuale può essere creativo, procreativo, nonché distruttivo per sé e gli altri; è per definizione irrazionale, irrefrenabile ed irresistibile.
Come componente chiave del demonico, il sesso e l’eros richiedono un’espressione. Quello che facciamo con questa energia sessuale determina chi e cosa siamo, quali rapporti creiamo e come li esprimiamo nel mondo.
E, naturalmente, collettivamente, se siamo una specie che riesce a sopravvivere!
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)