Le allucinazioni uditive sono sempre sinonimo di psicosi?
Se consideriamo che circa il 5-13% della popolazione generale sente delle voci ad un certo punto della sua vita per ragioni differenti, è possibile affermare che le allucinazioni uditive siano sintomo preminente ed esclusivo di un quadro psicotico?
Nel contesto clinico, ma anche in quello popolare, sentire le voci è sinonimo di schizofrenia e grave malattia mentale.
Attualmente, diversi ricercatori si sono chiesti se, in realtà, sia sempre così. Indubbiamente, la letteratura ha da sempre evidenziato come il sentire le voci venga segnalato da persone con una vasta gamma di diagnosi psichiatriche, così come da coloro che non ne presentano alcune.
In effetti, il 5-13% degli individui sente delle voci ad un certo punto della loro vita, in circostanze che possono ricollegarsi ad altre esperienze come quelle spirituali, lutto, traumi, privazioni sensoriali o menomazioni, così come disagio mentale ed emotivo.
Nonostante queste evidenze, molte persone, tra cui gli operatori sanitari e i clinici, considerano ancora le voci come un sintomo “di primo piano” della schizofrenia e assumono che queste voci siano vissute come negative, autorevoli, rumorose, frequenti e provenienti dal di fuori della mente.
Ciò non sorprende se si considera che la maggior parte della ricerca sulle allucinazioni uditive viene svolta in un contesto clinico con persone che presentano una diagnosi di psicosi. La maggior parte delle scale e delle misure utilizzate nella ricerca, e per scopi clinici e diagnostici, inizia chiedendo alle persone di riferire su cose come il volume, la frequenza ed il contenuto emotivo.
Nel presente articolo, gli autori, hanno cercato di rispondere ad una domanda: c'è qualcosa che ci manca in questa esperienza, solo perché non la stiamo cercando?


Il gruppo di ricerca presso le Università di Stanford e Durham, ha deciso di tornare ai primi principi e chiedere alle persone di descrivere, con parole proprie, cosa significa ascoltare le voci.
È stato progettato un questionario online aperto che è stato completato da 153 persone con una gamma diversa di diagnosi, tra cui 26 che non hanno mai ricevuto una diagnosi psichiatrica. I risultati, riportati sulla rivista “The Lancet Psychiatry”, rafforzano alcune delle cose che già si conoscono sulle allucinazioni uditive: le persone sentono molti tipi diversi di voci, alcune con forti qualità caratteriali e nonostante le forti associazioni con emozioni negative come paura, ansia e depressione, alcune persone ascoltano anche voci positive e di supporto.
Ciò che i ricercatori non si aspettavano di trovare era come le risposte delle persone a questo sondaggio sfidassero la comprensione della natura stessa e della definizione di allucinazione uditiva.
Sebbene i termini di allucinazione “vera” e “pseudo” non siano più considerati clinicamente utili, l'idea che le voci percepite come forti e come provenienti da fuori sono in qualche modo un sintomo o disturbo più serio persiste. Poco meno della metà dei partecipanti allo studio ha affermato che le voci che sentivano erano indistinguibili dall'ascoltare qualcuno nella stanza, ma un numero simile riportava voci simili a un pensiero o una miscela dei due.
Come ha detto un partecipante:
“Non ho sentito le voci a voce. Erano molto più intime di cosi, e inevitabili. È difficile descrivere come potrei 'sentire' una voce che non era uditiva; ma le parole usate dalle voci e le emozioni che contenevano (odio e disgusto) erano completamente chiare, distinte e inconfondibili, forse ancor più che se le avessi ascoltate a voce”.
È interessante notare che non vi era un chiaro legame tra la diagnosi riportata dalle persone e la qualità delle voci che ascoltavano, il che mette in discussione che voci rumorose ed esterne siano “tipiche” della schizofrenia.
Pertanto, si sono chiesti i ricercatori, alcune esperienze di ascolto della voce dovrebbero essere intese non come “problemi” di percezione o di elaborazione uditiva, ma come più strettamente correlate ai modi complessi in cui pensiamo?
Voci corporee
L'eredità del dualismo cartesiano – dove la mente e il corpo sono entità separate – è un qualcosa che spesso ancora oggi viene contemplato nel panorama della psicologia. Indipendentemente dal fatto che si tratti di una questione di pensiero o di percezione, l'udire delle voci viene avvicinato come un fenomeno della mente e quindi la tendenza è quella di non chiedere se è sentita anche nel corpo.
I ricercatori hanno quindi deciso di indagare tale aspetto; sorprendentemente, 101 persone hanno riportato cambiamenti nella loro esperienza corporea quando sentivano le voci.
“Il mio corpo e il mio cervello si sentivano in fiamme quando ho sentito le voci”, ha scritto un partecipante. “Ho avuto sensazioni di formicolio costante attraverso le mie estremità e sensazioni di shock nel plesso solare” ha riferito un altro.
Altri hanno scritto di una maggiore sensibilità, un'intensa pressione nella testa, calore, agitazione e sentimento radicalmente distaccato dai loro corpi. Quasi una persona su cinque ha sperimentato voci “multisensoriali”.


Le voci con effetti sul corpo avevano maggiori probabilità di essere violente e, in alcuni casi, essere collegate a esperienze di trauma. Ciò significa che potrebbe esserci un ruolo maggiore nella terapia focalizzata sul corpo nell'aiutare le persone a far fronte a queste esperienze.
Le conseguenze della complessità
Trascorrere del tempo parlando alle persone in dettaglio delle loro voci – i modi in cui sono vissute, sentite e affrontate – e l'eterogeneità delle allucinazioni uditive è inconfondibile. Tuttavia, è ancora comunemente assunto che l'udire le voci sia sempre un sintomo di una grave malattia mentale e che le voci ascoltate da persone con una diagnosi di schizofrenia siano forti, autorevoli e pericolose.
Questo non è stato il caso dei partecipanti allo studio, anche se deve essere riconosciuto che le persone che stanno vivendo grandi difficoltà nella gestione delle loro voci possono avere meno probabilità di partecipare alla ricerca.
Lo studio, precisano i ricercatori, si basava su una vasta gamma di competenze – tra cui filosofia, psicologia, scienze umanistiche mediche, storia della psichiatria, nonché esperienza personale – per indagare le allucinazioni uditive.
Questo mostra il valore di una serie di metodi e approcci per illuminare questo affascinante aspetto dell'esperienza umana. Una maggiore comprensione della complessità e della varietà di questa esperienza è quindi cruciale.
La ricerca ha quindi implicazioni per la gestione terapeutica delle voci angoscianti e per la progettazione di futuri studi sulle allucinazioni uditive.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro