Psicoterapia psicoanalitica
La scuola psicoanalitica nasce grazie alle teorie elaborate da Freud. La psicoanalisi si propone come obiettivo non tanto l’interpretazione degli aspetti cognitivi e fisiologici del comportamento umano, bensì lo studio e l’analisi di tutte le manifestazioni motivazionali e dinamiche, che sono meno evidenti, ma che caratterizzano la psiche umana.
E’ una disciplina scientifica che pone come punto fondamentale l’ipotesi dell’esistenza dell’inconscio delle parole, delle azioni, delle immagini, intesa come struttura profonda della psiche, posto al di fuori del controllo della coscienza, e che quindi determina il comportamento umano.
La psicoanalisi è un metodo psicoterapeutico basato sull’inconscio, che si vale di mezzi specifici d’intervento, come l’interpretazione dei desideri profondi e delle inibizioni che impediscono la loro manifestazione. La psicoanalisi nasce come un complesso di teorie psicologiche per spiegare la genesi e lo svolgimento del conflitto psichico che sta alla base del disturbo mentale.
Per gli psicoterapeuti di indirizzo psicoanalitico, il sintomo manifestato dal paziente è la conseguenza di un conflitto inconscio tra alcune componenti dell'endopsichismo, o può essere attribuibile a problemi strutturali nello sviluppo di alcuni assetti psichici interni nel corso dello sviluppo psicologico.
Per poter sopravvivere emotivamente ad avvenimenti che non sa gestire, l'individuo sviluppa delle difese di tipo psicologico (ad esempio la rimozione); l'evento problematico o "traumatico" viene così reso parzialmente gestibile, ma permane nel sistema psichico come conflitto inconscio: il sintomo rappresenta quindi l'espressione esplicita di tale conflitto.
In generale, la terapia psicoanalitica prevede una stretta relazione tra psicoterapeuta e paziente, grazie alla quale si cerca di esplorare la struttura dei conflitti responsabili dei sintomi. Lo psicoterapeuta assiste il paziente nella rielaborazione dei conflitti interiori, permettendo una miglior gestione degli effetti provocati da questi.
La valutazione del momento giusto per interpretare il sintomo fa parte della sensibilità clinica, dell’esperienza e della preparazione dello psicoanalista.
La psicoterapia psicoanalitica richiede un periodo medio-lungo per potersi svolgere in maniera adeguata (da 2 a 3 anni, con incontri regolari una o due volte alla settimana, ma la frequenza resta comunque variabile anche nel corso della terapia).
Il trattamento, da un punto di vista tecnico, consiste nell'attivare una terapia analitica con un setting rigoroso, al fine di favorire lo sviluppo del transfert, cioè l'attualizzazione di schemi relazionali pregressi nel qui ed ora della relazione clinica che viene a stabilirsi tra paziente e terapeuta; nel processo di transfert il soggetto attiva una rappresentazione inconscia di stili relazionali primari, a volte correlati alle difficoltà che ha riscontrato.
L'interpretazione del transfert, del controtransfert (ovvero delle reazioni emotive dell'analista a certi processi del paziente), delle libere associazioni e di altro materiale personale (ad esempio, comportamenti, patterns relazionali, sogni, etc), durante le sedute cercherà di favorire l'elaborazione delle cause più profonde dei conflitti, per permettere al paziente di assumere maggiore consapevolezza e poter modificare i propri stili relazionali, o al fine di ottenere una parziale ristrutturazione del proprio Sé, in modo che sia il più funzionale possibile all'adattamento alla vita sociale e relazionale, mitigando gli eventuali sintomi psicopatologici.
Per approfondimenti:
- Dizionario di psicologia in Internet, edizioni Magi
- Dizionario di Psicologia, edizioni Paoline
- wikiedia.org
(A cura della Dottoressa Daniela Scipione)