Trattamento terapeutico online: la nuova frontiera del domani?
Alcuni autori stanno proponendo che le relazioni online, in particolare quelle terapeutiche, possano rivoluzionare i servizi di salute mentale, consentendo alle persone una valida alternativa agli approcci tradizionali di trattamento.
I social media hanno drammaticamente cambiato il modo in cui molti di noi si connettono con la famiglia e gli amici.
Rispetto a tale constatazione, dal punto di vista terapeutico, diversi autori ritengono che la terapia online possa presentarsi come efficace nel trattamento e gestione di alcune problematiche di salute mentale.
Tra le diverse alternative online, una è la Internet-based Cognitive Behavioral Therapy (iCBT), ricavata a partire dai principi pioneristici dello psichiatra Aaron Beck della tradizionale terapia cognitiva-comportamentale.
Entrambe mirano infatti a lavorare sui pensieri negativi automatici che le persone sviluppano nei confronti di sé stesse, del mondo e del loro futuro; questi pensieri sono inoltre considerati come centrali in disturbi come la depressione e l’ansia.
Ma, a differenza della tradizionale terapia cognitivo-comportamentale, in cui i clienti ed i terapeuti si incontrano regolarmente di persona, la iCBT richiede invece agli individui di tenere un diario in cui registrare e annotare il proprio stato d’animo in modo continuo.
Agli utenti vengono assegnati degli esercizi cognitivi, ed il loro progresso viene monitorato in remoto da un terapeuta che legge tali annotazioni periodiche, mediante degli scambi di e-mail.
L’approccio è attualmente in fase di test per la sua efficacia nel trattamento del disturbo d’ansia generalizzato.
Lo psicologo e terapeuta online Marlos Postel concettualizza l’iCBT come un approccio che unisce vantaggi di materiali strutturati di auto-aiuto con l’esperienza di un terapeuta che dirige l’attività e incoraggia i clienti.
Le ricerche svolte presso la University of New South Wales in Australia, riportano risultati promettenti, compresi un miglioramento nei pazienti con disturbo d’ansia generalizzata, anche rispetto ai trattamenti vis-a-vis, con guadagni terapeutici mantenuti in tre anni.

In particolare, molti sostengono che i trattamenti online eliminano però un ingrediente importante, ossia la relazione terapeutica tra clinico e cliente.
La ricerca sull’importanza di questo rapporto clinico, l’alleanza di lavoro, ha costantemente dimostrato di essere il fattore singolo più grande nel prevedere il risultato.
È infatti un elemento centrale della psicoterapia, in quanto favorisce la fiducia, la collaborazione ed il cambiamento terapeutico.
E alcuni sostengono che alla base di una forte alleanza vi sia la capacità di individuare segnali non verbali e sottili movimenti emotivi che un cliente può dimostrare durante la terapia.
La psicologa Madalina Sucala, insieme ai colleghi del Mount Sinai School of Medicine di New York, hanno scoperto che questi segnali rappresentano una percentuale maggiore di esito della psicoterapia rispetto alla modalità di trattamento scelto.
In particolare, all’interno del loro studio hanno trovato che sia la terapia online o E-Therapy, che quella vis-a-vis producono risultati equivalenti, nonostante l’assenza di segnali non verbali nella terapia online.
Queste discrepanze hanno portato i ricercatori Gerhard Anderssona ed Erik Hedman a sospettare che alcuni aspetti della E-Therapy possono favorire un diverso tipo di alleanza tra terapeuta e cliente.
In un recente studio, hanno scoperto che l’iCBT crea una forte connessione emotiva tra cliente e terapeuta perché il terapeuta ha più tempo per riflettere criticamente sui casi dei clienti.
Allo stesso modo, le interazioni online non hanno influito sulle percezioni del cliente di quanto il loro terapeuta ne abbia cura o di quanta fiducia ripongono nel terapeuta.
Il Co-direttore dell’eCentreClinic, nonché psicologo Nickolai Titov, elenca alcuni vantaggi dell’approccio terapeutico online.

Ha innanzitutto scoperto che l’iCBT è meno costosa, spesso il 20-40% della terapia tradizionale, e rappresenta un’alternativa valida per quelle aree rurali dove i terapeuti sono meno disponibili ed accessibili.
Titov ha anche scoperto che molte persone possono trarre vantaggio dal relativo anonimato, visto che una barriera comune alla ricerca della terapia è l’imbarazzo e la paura della divulgazione.
I terapeuti che usano modalità diverse dalla terapia cognitivo-comportamentale hanno anche cominciato a utilizzare l’approccio online.
I clinici che utilizzano approcci comportamentali, interpersonali ed emotivi hanno iniziato a offrire trattamenti online; anche la psicoterapia psicodinamica, tradizionalmente una forma di terapia relazionale a lungo termine, è stata adattata al formato online.
Tuttavia, i trattamenti di salute mentale faccia a faccia sono tutt’altro che abbattuti o sostituiti.
Proprio come gli stili di terapia più “anziani” vengono utilizzati accanto a quelli più recenti, la terapia online può rappresentare un’opzione promettente per coloro che si sentono a loro agio nel praticarla, fermo restando la regolamentazione della stessa.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)