Trattare la schizofrenia con la psicoterapia
Recenti ricerche hanno dimostrato che un trattamento incentrato sulla psicoterapia della schizofrenia, in combinazione con basse dosi di farmaci antipsicotici, è superiore al trattamento farmacologico standard.
Dalla nascita della psicoterapia con Freud, la maggior parte dei terapeuti ha evitato di trattare i pazienti con schizofrenia.
La concettualizzazione originale della malattia di Freud era come una nevrosi narcisistica. Riteneva che lo schizofrenico non fosse in grado di sviluppare una reazione transferale e quindi non analizzabile.
Tuttavia, credeva che le future modifiche alla tecnica analitica potessero rendere la schizofrenia accessibile alla psicoterapia.
In molti modi, la concettualizzazione originale della malattia di Freud spiega l'evitamento generale tra gli psicoterapeuti quando si tratta di 'curare' la schizofrenia.
Con poche eccezioni, come Harry Stack Sullivan e Silvano Arieti, gli psichiatri hanno storicamente evitato di intraprendere la psicoterapia della schizofrenia, concentrandosi invece sulla gestione dei sintomi con farmaci neurolettici e altri trattamenti fisici.
Tuttavia, recenti ricerche hanno dimostrato che un trattamento incentrato sulla psicoterapia della schizofrenia - in combinazione con basse dosi di farmaci antipsicotici – è superiore al trattamento farmacologico standard.
In letteratura sono presenti diverse ricerche in cui si sostiene che la psicoterapia è un trattamento efficace per questa condizione difficile e debilitante.
Forse il mito più duraturo e dannoso sulla schizofrenia è che i sintomi del disturbo - in particolare allucinazioni e deliri - sono fenomeni privi di significato e casuali e quindi non interpretabili.


Per alcuni, non ha senso considerare perchè un individuo possa sentire voci che dicono che sono inutili, o credere che un'agenzia governativa li abbia presi di mira.
Se si considerano tali esperienze come mere manifestazioni di anormalità biologica in contrasto con un complesso problema psicosociale, i sintomi psicotici appariranno privi di qualsiasi significato.
Va notato che questa visione riduzionista non è approvata dalla maggior parte degli psichiatri accademici. È interessante notare, tuttavia, che per altri psichiatri, la schizofrenia e altri disturbi mentali devono essere concettualizzati come “squilibri chimici”.
Silvano Arieti e gli aspetti psicoanalitici della schizofrenia
Lo psichiatra Silvano Arieti descrisse brillantemente il processo della schizofrenia come una serie di eventi che gradualmente hanno posto le basi per l'inizio della psicosi.
Nel suo premiato libro del 1974, “Interpretazione della schizofrenia”, Arieti scrive: “Quando il paziente non può cambiare la situazione insopportabile di sé stesso, deve cambiare la realtà.. le sue difese diventano sempre più inadeguate.. alla fine il paziente soccombe e si verifica la rottura con la realtà”.
Il punto di vista centrale per Arieti è che l'ansia e l'incapacità del paziente di affrontarla gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo dei sintomi psicotici. Di fondamentale importanza nella psicoterapia della schizofrenia è l'instaurazione della fiducia di base attraverso un atteggiamento caloroso e premuroso e lo scambio di sentimenti tra paziente e terapeuta.
Quando il paziente entra in terapia, si sente in genere inaccettabile, diffidente nei confronti di qualsiasi contatto interpersonale soprattutto con figure di autorità, fino ad arrivare alla paranoia.
Quindi, il controtransfert, il modo in cui il terapeuta arriva a relazionarsi con il paziente, è il singolo strumento più importante nel trattamento analitico della schizofrenia.
Nelle parole di Sullivan, la terapia deve offrire ai pazienti un “rapporto di sicurezza al di là di quello che hanno sempre avuto”. Gli psicoanalisti vedono le esperienze psicotiche – come allucinazioni, deliri e catatonia - come rappresentazioni simboliche di conflitti interni, idee e desideri.
Il paziente con schizofrenia si impegna in un processo psicologico noto come concretizzazione in cui l'astratto viene trasmogrificato in rappresentazioni o forme definite e concrete.
Le allucinazioni uditive, per esempio, possono apparire come biasimo diretto verso il paziente che tratta i suoi pensieri come se fossero fatti.
L'interpretazione è stata a lungo considerata il cardine della psicoterapia analitica; tuttavia, nel trattamento della schizofrenia, le interpretazioni non sono molto importanti, almeno non inizialmente, ma possono essere utili più avanti nel trattamento.
Arieti scrive:
“Se l'ansia è diminuita al punto che l'accettazione del mondo psicotico non è più immediata o automatica, è possibile spiegare al paziente come concretizza i simboli. Una mia paziente poteva riconoscere che i deliri olfattivi su un cattivo odore che emanava dal suo corpo erano solo rappresentazioni concrete di ciò che pensava di sé stessa”.
Conclusioni
E' una triste realtà che pochissimi psicoterapeuti abbiano interesse per il trattamento della schizofrenia e, dato lo stato attuale del sistema di salute mentale, pochi pazienti ricercano anche questo tipo di trattamento.
Come Frances e altri (2013) hanno sottolineato, vi è una tendenza graduale in psichiatria verso un trattamento improntato solo su alcuni aspetti. Coloro che si specializzano su fattori biologici e genetici della schizofrenia trascurano, al contempo, la psicoterapia.
La schizofrenia è una condizione che affligge l'1% della popolazione globale e si traduce in sofferenza e disabilità diffuse. Come risultato dei cambiamenti nel sistema di salute mentale, molti pazienti schizofrenici finiscono in qualche struttura o relegati in casa.
È tempo di reinvestire nella cura dei più vulnerabili della nostra società. La psicoterapia è quindi, in combinazione con i farmaci, un trattamento efficace per quelli con questa grave malattia.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
Bibliografia
- Arieti, S. (1974). The interpretation of schizophrenia (2nd ed.). New York: Basic Books.
- Frances, A. J. (2013). Saving normal: An insider’s revolt against out-of-control psychiatric diagnosis, DSM-5, big pharma, and the medicalization of ordinary life. New York: HarperCollins.
- Sullivan H. S. (1956). Clinical studies in psychiatry. New York: Norton.
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