Trauma e resilienza
Secondo il Dottor Brown esistono fattori protettivi e fattori di rischio che possono favorire un migliore o peggiore processo di recupero in seguito ad un trauma; in sostanza, l'essere traumatizzati varia in base alle capacità dell'individuo di dimostrarsi resiliente.
A seconda della persona, il termine trauma può evocare immagini vivide di ogni genere, producendo forti sensazioni, emozioni, e reazioni all'esperienza traumatica.
L'essere traumatizzati può variare in base alle capacità di un individuo di dimostrarsi resiliente.
Recentemente, il Dottor Asa Don Brown, psicologo clinico e autore di diversi libri, rifletteva sulle storie di alcuni suoi pazienti e sull'impatto che il trauma ha avuto su di loro.
Egli ha notato che vi è una grande differenza tra i pazienti che facevano un maggior ricorso a fattori protettivi, divenendo molto più efficaci, e quelli che invece non li avevano.
Quando il modello relazionale di attaccamento infantile è sano, il bambino fa ricorso ad alcuni fattori “isolanti” che lo proteggono dalla possibilità di sviluppare tutte quelle implicazioni negative in risposta all'esperienza traumatica.
Mentre noi comprendiamo che fattori protettivi quali la famiglia, i rapporti parentali, la comunità, il supporto sociale, il quoziente intellettivo (QI) e il benessere fisico e personale, possono essere in atto, la realtà si pone invece come fattore di rischio per lo sviluppo di una condizione traumatica.
Il trauma stesso non ha “alleati” e può quindi avere un effetto profondo su un individuo nonostante tutti questi fattori isolanti siano in atto.
Ci si chiede quindi, come mai il trauma sia in grado di colpire anche quei soggetti che presentano diversi fattori protettivi.
Metaforicamente, potremmo utilizzare come esempio la nostra casa fisica; se questa è ben isolata, sicuramente sarà più efficiente.
Una casa ben isolata può infatti proteggerci dall'ambiente naturale, rendendola più efficiente dal punto di vista energetico, mantenendo la temperatura desiderata e riducendo la perdita d'aria incontrollata.


È stato infatti dimostrato che particolari isolanti possono proteggere contro insetti, infiltrazioni, umidità, allergeni esterni e migliorare in generale la qualità dell'aria che si respira.
A differenza di una casa ben isolata, una persona ben isolata è una persona che si protegge dagli ambienti, gli eventi o le persone, ma non sempre si è in grado di controllare o anticipare gli eventi.
Ciò significa che nonostante la presenza di fattori protettivi sani, non si può avere la certezza di sottrarsi ad esperienze traumatiche accidentali, come ad esempio le calamità naturali.
L'accezione positiva del ricorrere ai fattori positivi riguarda però la capacità di utilizzare tali risorse durante il percorso di recupero.
Alcuni dei fattori di protezione ideali includono: un ambiente familiare che supporta e nutre; relazioni familiari affidabili e stabili, un lavoro stabile dei genitori, dimostrazioni di affetto sane ed adeguate, un buon rendimento scolastico, la stabilità economica, e infine la salute biologica e medica dei genitori.
Inoltre, la capacità della persona di sviluppare la resilienza risulta essere associata al suo temperamento personale, quoziente intellettivo, componenti genetiche, risultati accademici, orientamento sociale, e abilità socio-emozionali.
Mentre i fattori esterni sono importanti, è essenziale che l'individuo abbia la capacità personale di dimostrarsi resiliente e riprendersi dall'esperienza traumatica.


Per i bambini piccoli, quando l'ambiente è instabile e la cura dei genitori non è ottimale, aumenta la probabilità di sviluppare un trauma o di essere colpiti da esperienze traumatiche.
Esiste infatti una linea sottile tra i fattori protettivi e quelli di rischio; i fattori protettivi incoraggeranno sempre la crescita personale, la maturazione, l'indipendenza, la stabilità e la capacità di prosperare, mentre i fattori di rischio deteriorano la capacità di una persona di sentirsi sicuro e di riuscire a gestire efficacemente la propria vita.
In sostanza, il rischio maggiore è l'incapacità di non divenire e dimostrarsi resiliente.
Questo può verificarsi quando il soggetto non è in grado di affidarsi a coloro che offrono protezione; hanno cioè maggiori probabilità di sviluppare problemi psicologici come risposta all'esperienza traumatica.
Se il trauma deteriora gli equilibri psicologici raggiunti, ledendo al benessere personale, può avere un effetto devastante anche sulla sua capacità di recupero.
Mentre le esperienze associate ad un trauma possono variare, il processo di recupero è simile; coloro che si trovano infatti in una condizione di questo tipo dovrebbero essere incoraggiati a trovare aiuto.
L'immediatezza di tale ricerca renderà il processo più gestibile e il processo terapeutico più efficace.
In sostanza, conclude il Dottor Brown, “le nostre menti esercitano la più grande influenza sulle nostre percezioni e relazioni con le esperienze traumatiche”.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)