Una lettura della personalità attraverso la Schema Theory
La Schema Theory è stata sviluppata dallo psicologo Jeffrey Young e viene considerato un approccio integrativo alla comprensione e studio della personalità.
In questa teoria, l'autore ha cercato di coniugare diverse teorie psicologiche: ha una derivazione principalmente cognitiva-comportamentale, ma include anche elementi della teoria dell'attaccamento e della teoria delle relazioni oggettuali.
A differenza della teoria cognitiva-comportamentale convenzionale, la teoria degli schemi tiene conto delle origini del pensiero distorto nell'infanzia.
La terapia associata a questa teoria, la “Schema Therapy”, impiega non solo le tecniche cognitive tradizionali, ma pone una forte enfasi sulle tecniche esperienziali-emozionali per correggere le strutture alterate della personalità.
La Schema Therapy è recentemente emersa come trattamento efficace per il disturbo borderline della personalità.
In questa teoria, gli schemi sono considerati una struttura organizzativa della mente e rappresentano pattern di esperienze interne. Ciò include ricordi, credenze, emozioni e pensieri.
Gli schemi disadattivi si formano quando i bisogni fondamentali di un bambino non sono soddisfatti.
Questi bisogni fondamentali possono includere aspetti come: sicurezza, cura, accettazione, rispetto, autonomia, guida, direzione, amore, attenzione, approvazione, espressione di sé, gioia, piacere e rilassamento.
Young sostiene che un problema centrale per le persone con disturbi di personalità è che questi bisogni primari non sono stati soddisfatti durante l'infanzia.
Queste esigenze non soddisfatte portano allo sviluppo di “schemi precoci disadattivi” che l'autore definisce come temi di relazione ampi e pervasivi.
Si sviluppano durante l'infanzia e vengono ulteriormente elaborati nel corso della vita. Sono disfunzionali in misura significativa. Ciò significa fondamentalmente che le persone con disturbi di personalità hanno schemi che li porta ad avere molti problemi con le altre persone e con i loro sentimenti su sè stessi.

Young ritiene che le persone con disturbi di personalità abbiano sviluppato schemi disadattivi derivanti da “esperienze di infanzia tossiche”.
Tali esperienze causano la formazione di modelli di interazioni autolesionisti. Questi schemi di interazione si svolgono durante la vita della persona causando loro una grande quantità di problemi, angoscia e dolore.
Le persone con disturbi di personalità tendono ad utilizzare strategie di coping maladattive in risposta agli schemi disadattivi.
Ironia della sorte, le stesse strategie di coping finiscono per causare loro problemi. Quello che un tempo era il tentativo adattivo di un bambino di affrontare un problema doloroso ora diventa il problema stesso.
Secondo Young, queste strategie di coping maladattive si sviluppano durante l'infanzia in risposta a esperienze traumatiche e dannose.
Queste modalità di coping disadattive prendono una delle tre forme base: rinuncia, evitamento o sovra-compensazione.
La rinuncia si riferisce alla conformità e alla dipendenza. Le persone con tale strategia di coping evitano il conflitto a tutti i costi e si impegnano in comportamenti gradevoli per gli altri.
Le strategie di evitamento comprendono un'eccessiva autonomia o isolamento, forme di dipendenza e ricerca compulsiva.
Ad esempio, qualcuno che è stato abbandonato da bambino potrebbe evitare relazioni intime o lasciare improvvisamente una relazione al minimo segno di discordia, al fine di evitare la possibilità di un futuro abbandono.
La sovracompensazione significa invece comportarsi in un modo che è l'esatto contrario di come ci si sente veramente. Quindi, “se mi sento insignificante, potrei comportarmi in maniera altezzosa e arrogante nel tentativo di nascondere o negare le mie insicurezze”.
Diventa chiaro che queste strategie di coping maladattive possono portare a conseguenze devastanti.
La teoria dello schema sostiene che, a partire dalle esperienze della prima infanzia, emergono certi modelli o temi.
Questi, più tardi, giocano un ruolo in tutte le relazioni future.
Consideriamo l'esempio di una giovane donna che è stata abbandonata durante la sua infanzia. Ciò potrebbe includere un abbandono legato al divorzio o la morte di un genitore, ma potrebbe includere anche abbandono emotivo per negligenza o indifferenza dei genitori.
Da adulta, ogni volta che sperimenta un evento che le ricorda questo abbandono precoce, il suo schema di abbandono si innescherà, sperimentando nell'immediato forti emozioni negative come rabbia, vergogna o paura. L'intensità delle sue emozioni è quindi sproporzionato rispetto all'evento attuale.
In risposta all'attivazione dello schema, seguirà la messa in atto di una strategia di coping disadattiva. Quindi, ogni volta che, ad esempio, il marito va via per un brave viaggio di lavoro, questo schema di abbandono potrebbe innescarsi.
Il sentirsi sopraffatta da emozioni intense porta ad una strategia di sovracompensazione. Ad esempio, potrebbe non rispondere al telefono nel tentativo di dimostrare che “non ho bisogno di te”, quando in realtà, ha un disperato bisogno di lui.
Il marito, d'altra parte, sarà sconcertato dall'intensità di queste emozioni e il risultato è che probabilmente ci sarà un conflitto ogni qualvolta dovrà fare un viaggio del genere. L'innescarsi di tale discordia cronica porta naturalmente a problemi relazionali significativi.
Poiché i problemi nelle relazioni interpersonali si trovano in tutti i disturbi della personalità come la caratteristica dominante e più importante, la teoria degli schemi è una teoria affascinante. Questo perché la sua tesi principale circonda il modo in cui i modelli di relazione problematici vengono sviluppati e poi ripetuti nel corso della vita.
Inoltre, il concetto di schemi spiega prontamente la natura tematica, cronica e inflessibile dei problemi interpersonali che sono così caratteristici dei disturbi della personalità.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
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