Wilfred Bion ed i suoi contributi alla psicoanalisi
Wilfred Bion è conosciuto per il lavoro derivante dalla sua psicoanalisi di pazienti in stati psicotici, sviluppando e ampliando i concetti di Klein di identificazione proiettiva e le due posizioni, depressiva e schizo-paranoide, in equilibrio dinamico, e introducendo la nozione di Contenitore-Contenuto (♀ ♂), elaborando una teoria del pensiero il cui centro è rappresentato dall'esperienza emotiva.
Wilfred Bion è nato a Muttra, nel nord-ovest dell'India, ed è stato educato in Inghilterra presso un collegio.
Gli anni dell'infanzia sono stati segnati da una profonda infelicità, essendo lontano non solo dai suoi familiari ma anche dalla sua amata India.
Ha combattuto in Francia durante la prima guerra mondiale e ha ricevuto il Distinguished Service Order.
Subito dopo la guerra, Bion intraprese un percorso universitario in Storia al Queen's College di Oxford e successivamente studiò Medicina all'University College di Londra.
Dopo aver conseguito la qualifica di medico, ha trascorso sette anni presso la Tavistock Clinic di Londra, formandosi in psicoterapia psicoanalitica.
Mentre era lì, incontrò Samuel Beckett per delle interviste terapeutiche, e nel 1938 iniziò la sua prima analisi con John Rickman.
Questa fu portata a termine in seguito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, durante il quale Bion lavorò con soldati traumatizzati negli ospedali militari.
Intorno al 1946 Bion entrò in analisi con Melanie Klein, e divenne un membro a pieno titolo della British Psychoanalytical Society nel 1950.
Bion si sposò due volte ed ebbe tre figli; sua figlia Parthenope è diventata un'analista di talento in Italia.
Nel 1968, all'età di 71 anni, Bion si trasferì in California e tornò in Inghilterra poco prima della sua morte nel 1979.

ll lavoro di Bion e lo sviluppo dei concetti Kleiniani
Mentre studiava alla UCL Bion incontrò Wilfred Trotter, un altro medico interessato al funzionamento della mente.
Affiancare Trotter ha avuto un'influenza importante sull'interesse di Bion circa la mentalità del gruppo.
Il lavoro di Bion con i soldati traumatizzati durante la Seconda Guerra Mondiale, ed il suo ruolo nel lavorare con gli Ufficiali, hanno contribuito a formare le basi delle sue idee espresse più tardi nei documenti pubblicati come “Experience in Groups”.
Bion è meglio conosciuto per il lavoro derivante dalla sua psicoanalisi di pazienti in stati psicotici, sviluppando e ampliando i concetti di Klein di identificazione proiettiva e le due posizioni, depressiva e schizo-paranoide, in equilibrio dinamico, e introducendo la nozione di Contenitore-Contenuto (♀ ♂), elaborando una teoria del pensiero il cui centro è rappresentato dall'esperienza emotiva.
Il suo lavoro più noto, oltre alle esperienze nei gruppi, sono i quattro libri degli anni '60 – Apprendere dall'esperienza, Elementi di psicoanalisi, Trasformazioni, e Attenzione e interpretazione.
Bion riteneva che lo sviluppo delle sue idee riguardanti il mondo interiore dell'individuo, in particolare in relazione al pensiero e alla fantasia inconscia primitiva, incorporasse e trasformasse le sue idee precedenti sulla mentalità di gruppo.
Tuttavia, non ha ricevuto il sostegno di Melanie Klein per le ultime idee, né per la sua spiegazione del controtransfert in termini di una versione ampliata del concetto di identificazione proiettiva della Klein.
Bion oggi
Un numero crescente di analisti mostra interesse ad esplorare la rilevanza clinica delle idee successive di Bion, alcune sviluppate principalmente durante il periodo trascorso a Los Angeles.
Il suo concetto di “O” rimane ancora una sfida per gli analisti contemporanei, ma serve a ricordare a tutti noi che i fenomeni che studiamo sono sfuggenti ed in qualche modo “dietro” quelle manifestazioni superficiali che colpiscono i nostri sistemi sensoriali e percettivi, esistono realmente delle trasformazioni.
Il lavoro di Bion continua ad essere ritenuto fresco e clinicamente rilevante per le nuove generazioni di analisti e ricercatori che praticano in molti campi diversi ed in molte diverse parti del mondo.
L'opera di Bion può essere meglio compresa non se scandagliata singolarmente, nonostante il suo stile unico ed inimitabile di pensiero e di scrittura, ma insieme a quello di Herbert Rosenfeld e Hanna Segal.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro