A cosa serve sognare? Ripartiamo da Freud
Freud definì il sogno come appagamento mascherato di desideri rimossi. Di quali desideri sognare rappresenta il soddisfacimento?
I DESIDERI DEL SOGNO
Innanzi tutto, Freud distingue tre origini di desiderio: in primo luogo un desiderio può essersi destato durante la veglia, ma essere rimasto inappagato. Desideri di questo tipo non sono coscientemente vissuti come tali durante il sonno, ma non si possono considerare come appartenenti al sistema inconscio.
In secondo luogo, un desiderio può essere sorto recentemente durante la veglia, ma essere stato rifiutato e quindi rimosso. Tali desideri sono dunque inconsci.
In terzo luogo, può trattarsi di un desiderio che non ha alcuna relazione con la vita di veglia, ma che appartiene al passato ed è soggetto stabilmente alla rimozione. Questo tipo di desideri è del tutto incapace di passare al di là del sistema inconscio. Si può, poi, ancora indicare una quarta fonte dei desideri dei sogni negli impulsi di desiderio attuali (ad esempio la sete) che sorgono durante la notte.
Sebbene, come si è visto, si possa parlare di molteplici fonti di desideri, ad esse, secondo Freud, non si possono attribuire la stessa importanza e la stessa forza di provocare il sogno. Un desiderio rimasto irrealizzato durante la veglia non è sufficiente a produrre il sogno di un adulto, ma deve trovare altrove un rinforzo.
Scrive Freud: “Suppongo che il desiderio conscio possa diventare un suscitatore del sogno soltanto se riesce a destare un desiderio affine inconscio, con cui si rafforza”. I desideri inconsci sono sempre vigili e pronti ad allearsi con un impulso cosciente trasferendo su di esso la loro forte intensità per trovare espressione. In questo modo, il sogno rivelerà solo il desiderio cosciente e solo questo sembrerà essersi realizzato.

Ora, se si rammenta che l’origine dei desideri inconsci è remota, ovvero che si tratta dell’infanzia, e che senza la forza di questi non si ha sogno, non si potrà non riconoscere che: “il desiderio che si rappresenta nel sogno dev’essere un desiderio infantile”.
Tuttavia non solo i desideri insoddisfatti, ma anche i problemi non risolti, le preoccupazioni, i propositi recenti costituiscono i residui della vita del giorno e cercano di esprimersi anche durante la notte. Proprio come i desideri coscienti, anche gli altri residui diurni si servono dei desideri infantili inconsci per penetrare nella coscienza mentre dormiamo. Nel caso in cui i resti diurni siano costituiti da preoccupazioni o altri elementi dolorosi, il sogno potrà avere un contenuto penoso e anche l’affetto che l’accompagna potrà essere tale, al punto da poter persino portare allo sviluppo dell’angoscia.
Questa osservazione sembrerebbe, in un primo momento, contrastare la tesi che il sogno sia sempre la soddisfazione di un desiderio, ma l’analisi dimostra che: anche i sogni sgradevoli sono realizzazioni di desideri al pari degli altri sogni. In essi un desiderio inconscio ha afferrato l’opportunità offertagli dai resti diurni penosi, dando loro il suo sostegno.
Per chiarire il rapporto tra resti diurni e desideri inconsci, Freud si avvale, ne “L’interpretazione dei sogni”, di un’analogia, quella dell’imprenditore e di chi detiene il capitale, dove il primo corrisponde ai residui del giorno e il secondo al desiderio inconscio. L’imprenditore non può fare nulla senza il capitale, ha perciò bisogno di chi affronti le spese, allo stesso modo l’esborso psichico per il sogno è sempre fornito da un desiderio proveniente dall’inconscio. Del resto, proseguendo con l’analogia, a volte il capitalista è egli stesso imprenditore e, nel sogno, questo è il caso più frequente. Anche altre variazioni del rapporto economico hanno un parallelo con il sogno: l’imprenditore può dare egli stesso un piccolo contributo al capitale; molti imprenditori si possono rivolgere ad uno stesso capitalista o molti capitalisti possono accordarsi per aiutare un imprenditore.
Sebbene ai resti diurni si debba riconoscere una posizione subordinata nella formazione del sogno, essi ne devono essere elementi essenziali dal momento che l’analisi mostra che nel contenuto di tutti i sogni si rintraccia un legame con un’impressione recente.
Non solo i residui diurni sono sempre presenti nel sogno, ma essi spesso hanno un carattere indifferente. Il motivo per cui questi elementi recenti ed indifferenti penetrano così spesso nei sogni come sostituti dei pensieri onirici più remoti va indicato nel fatto che essi hanno molto poco da temere da parte della censura.
La relazione tra gli elementi preconsci e le tendenze inconsce può assumere due differenti espressioni. In un caso sono i residui diurni (che non saranno allora insignificanti, ma rilevanti) a trovare l’elemento inconscio ricevendo da esso forza e acquistando la capacità di provocare il sogno. In un secondo caso, è la tendenza inconscia che, nella sua spinta verso la coscienza, si allea con i resti del giorno preconsci e li potenzia. Nel primo caso si parla di sogni costruiti dall’alto, nel secondo di sogni costruiti dal basso.
LA FUNZIONE DEL SOGNO
Occorre ancora fornire qualche chiarimento sulla funzione dei sogni. Secondo Freud, il sogno ha il valore di una liquidazione di quegli stimoli psichici che disturbano il sonno, affinché essi vengano eliminati e il sonno possa continuare. La sua funzione è allora quella di essere “il custode del sonno”.

Senza il sogno, le tendenze inconsce, in quanto inaccettabili, condurrebbero la coscienza al risveglio, e questo è in effetti ciò che a volte si verifica nel caso dei sogni d’angoscia. Questi spesso hanno un contenuto totalmente privo di deformazione, che è sfuggito alla censura. Il sogno d’angoscia è un appagamento scoperto di un desiderio rimosso ed in esso l’angoscia è la reazione. Se ci risvegliamo, la funzione del sogno come custode del sonno è fallita. “Ma”, osserva Freud, “anche il guardiano notturno si trova nella situazione di dover svegliare i dormienti quando si sente troppo debole per scacciare da solo la perturbazione o il pericolo”. Altre volte, invece, continuiamo a dormire dicendoci nel sonno che si tratta solamente di un sogno, anzi questo atteggiamento è generale al punto da potersi ritenere che durante tutto lo stato di sonno sappiamo con la stessa sicurezza che stiamo sognando quanto che stiamo dormendo.
Alla luce di quanto osservato, il desiderio di dormire acquista un carattere essenziale per la comprensione del sogno: “Il desiderio di dormire…dev’essere quindi ogni volta incluso tra i motivi della formazione del sogno e ogni sogno riuscito è un appagamento di questo desiderio”.
Tutti i sogni si possono allora considerare sogni di comodità dal momento che ogni sogno è una reazione ad uno stimolo che disturba il sonno al fine di poter continuare a dormire.
Il sogno costituisce così un compromesso. Esso è al servizio del sistema preconscio e di quello inconscio, poiché realizza entrambi i desideri: quello inconscio rimosso e quello preconscio di dormire.
(Articolo a cura della Dottoressa Mina Rienzo - Psicologa-psicoterapeuta)