Amicizia e personalità: quale collegamento?
Uno studio analizza il legame tra la propria personalità e la soddisfazione per il proprio gruppo di amici.
Chiunque abbia avuto delle amicizie strette sa che, anche se queste relazioni sono assolutamente gratificanti, esse richiedono, spesso, un duro lavoro per mantenerle tali.
Alcune persone hanno più successo nel far ciò, altre meno.
Chi sono, allora, costoro che riescono a conservare le amicizie?
E quali sono i comportamenti e le dinamiche che portano ad essere altamente soddisfatti delle proprie amicizie?
Gli studi che esaminano la soddisfazione per le relazioni, si sono focalizzati, tradizionalmente, sulle relazioni romantiche e coniugali e hanno dimostrato che le persone con tratti di personalità, quali estroversione, amicalità e coscienziosità hanno relazioni più soddisfacenti, viceversa per coloro che hanno alti livelli di nevroticismo.
I pochi studi che hanno esaminato, invece, la relazione tra personalità e soddisfazione per le proprie amicizie hanno trovato che i tratti di estroversione ed amicalità erano associati con l’avere più amici, amicizie più strette e l’ottenere uno status sociale più alto; comunque, pochi tra essi hanno esaminato la relazione tra i tratti di coscienziosità, apertura e nevroticismo e la soddisfazione in tale area.
Lo studio.
In uno studio, pubblicato su “European Journal of Personality”, i ricercatori Robert Wilson (University of California, Davis), Kelci Harris (Washington University in St. Louis) e Simine Vazire (University of California, Davis) esaminarono, allora, le relazioni tra i diversi aspetti della personalità e la soddisfazione per le proprie amicizie.
Per capire meglio come la personalità influenzi la soddisfazione per questa tipologia di relazioni, gli studiosi fecero completare ai partecipanti, nel contesto del laboratorio, un questionario di personalità, fecero valutar loro il proprio livello di soddisfazione per le proprie amicizie e per la vita e chiesero loro di nominare sei amici per valutare la personalità di costoro.
I soggetti, inoltre, completarono, fuori dal laboratorio, delle interviste, quattro volte al giorno, per 14 giorni. Queste chiedevano ai partecipanti di riferire circa i loro stati di personalità (cioè, come si sentivano in un periodo particolare; per esempio, scortese, felice, premuroso), i loro comportamenti e le loro interazioni sociali durante specifici periodi di tempo, che coprivano tutto il giorno.
I risultati.
Da queste misurazioni, i ricercatori hanno calcolato i tratti di personalità dei partecipanti (cioè, estroversione, amicalità, coscienziosità, nevroticismo ed apertura), la loro personalità nel ruolo di amici (cioè, il loro stato di personalità quando interagivano con gli amici) e la quantità e qualità delle loro interazioni nel gruppo amicale.
Gli studiosi hanno trovato, allora, che, se i tratti di personalità di estroversione, coscienziosità ed amicalità erano associati con una maggiore soddisfazione per le proprie amicizie, il nevroticismo era associato con una soddisfazione minore, mentre non vi era nessuna associazione con il tratto dell’apertura. Infatti, nonostante la quantità e la qualità delle relazioni sociali fossero collegate con la soddisfazione per le proprie amicizie, nessuno dei due sembrava essere responsabile per l’associazione tra la personalità e la seconda.
Considerazioni finali.
Questi risultati suggeriscono, insomma, che ci sono differenze individuali nella soddisfazione verso la propria rete di amicizie e che esse sono il risultato di differenze nella propria personalità, non nella qualità o quantità delle interazioni sociali.
Questa ricerca aggiunge un contributo importante al lavoro, seppur ancora troppo limitato, sulla soddisfazione per il proprio gruppo di amici ed i ricercatori incoraggiano a continuare in tal senso, per meglio definire le interazioni tra personalità, processi interpersonali e soddisfazione per le proprie amicizie in una varietà di popolazioni.
Fonte: PsychologicalScience.org
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)