Ansia
Il termine ansia deriva dalla parola latina angere (stringere), e definisce sostanzialmente una risposta fisiologica ad una sollecitazione interna o esterna che il cervello riceve. La possiamo, quindi, inquadrare come una risorsa sviluppata e affinata nel corso dell’evoluzione nell’intento di proteggere l’individuo dalle minacce provenienti dal mondo esterno.
La funzione principale di questo sistema difensivo è di allertare una serie di circuiti che si sono andati perfezionando nei secoli, consentendoci di reagire in maniera appropriata alle diverse situazioni. Si pensa che i circuiti neurali che coinvolgono l’amigdala e l’ippocampo soggiacciano all’ansia; infatti, scansioni PET eseguite su soggetti sottoposti a stimoli spiacevoli e potenzialmente dannosi come odori o gusti ripugnanti hanno mostrato flussi sanguigni aumentati nell’amigdala (Zald & Pardo, 1997; Zald, Hagen & Pardo, 2002), oltre ad un’ansia moderata.
Nella specie umana l’ansia si traduce in una tendenza all’esplorazione immediata dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, come pure in una sequela di manifestazioni neurovegetative che comprendono aumento della frequenza del respiro, del battito cardiaco (tachicardia), della sudorazione, vertigini, etc..
Tali fenomeni sono adattivi e dipendono dal fatto che, in una reale situazione di pericolo, l’organismo ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione per scappare o attaccare in modo efficace. Quando, però, l’attivazione di questo sistema è eccessiva, sproporzionata o ingiustificata rispetto alle situazioni, siamo di fronte ad un disturbo d’ansia, che può avere un forte impatto sulla vita di una persona rendendola incapace di affrontare perfino le situazioni più comuni.
L’ansia è, quindi, patologica quando siamo pronti a reagire anche quando non avremmo motivo o bisogno di essere reattivi, quando siamo pronti a scattare anche se nulla ci allarma, quando proviamo una serie di sintomi fisici o psicologici anche se potremmo sentirci calmi e rilassati. E quando tutto ciò agisce negativamente sia su di noi che su coloro che ci sono vicini.
I disturbi d’ansia possono assumere svariate forme e nel DSM-IV-R vengono suddivisi in:
- disturbo da attacchi di panico con e senza agorafobia;
- agorafobia senza storia di disturbo da attacchi di panico;
- disturbo da ansia generalizzata;
- fobia sociale;
- fobia specifica;
- disturbo ossessivo-compulsivo;
- disturbo postraumatico da stress;
- disturbo da stress acuto;
- disturbo d’ansia dovuto a condizioni mediche ;
- disturbo d’ansia indotto da sostanze.
I sintomi possono variare a seconda del tipo di disturbo, ma in genere in tutte le diverse forme si può osservare tachicardia, sudorazione, difficoltà di respirazione e vertigini. Comuni sono anche insonnia, cefalea e difficoltà di concentrazione.
Persone che presentano il disturbo di ansia generalizzato hanno paure e preoccupazioni ricorrenti e ingiustificate verso qualsiasi evento, che raggiungono una tale gravità da causare sintomatologia persistente per almeno sei mesi. L’ansia generalizzata è un disturbo che spesso limita molto le prestazioni di una persona e possono presentarsi severe complicazioni, tra cui: una sindrome depressiva a causa dell’incapacità di vivere una vita serena; l’abuso di alcool perché questa sostanza "seda" lo stato ansioso; l’abuso di farmaci "ansiolitici".
Il disturbo da attacchi di panico è caratterizzato da brevi attacchi di terrore e apprensioni intense che causano tremore e scosse, vertigini e difficoltà respiratorie. Negli attacchi di panico, la cui massima intensità è avvertita entro dieci minuti, la sintomatologia fisica, spesso accompagnata da un senso di morte imminente oltre che da depersonalizzazione o derealizzazione, può assumere un'intensità tale da poter essere scambiata per infarto.
Un disordine correlato coinvolge le fobie, o paure intense riguardanti oggetti, animali o situazioni. Le fobie specifiche sono le più comuni e possono essere caratterizzate dalla paura di incontrare uno specifico animale o dalla paura di volare ad esempio, mentre le fobie sociali coinvolgono la paura di setting sociali o di posti pubblici. Gli individui affetti da questi disturbi riconoscono che le loro paure sono eccessive e irragionevoli, ma sono generalmente incapaci di controllare la loro ansia.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo d'ansia caratterizzato da ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri sentimenti, idee o sensazioni ricorrenti e intrusive che l'individuo spesso identifica essere senza senso. Le compulsioni sono, invece, comportamenti ripetitivi che la persona si sente costretta a compiere per alleviare l'ansia. Esempi di compulsioni comuni includono il lavarsi le mani o pulire casa eccessivamente per paura dei germi oppure controllare ripetutamente di aver chiuso il gas prima di uscire di casa.
Anche eventi traumatici di tipo personale come, violenze, lutti, rapine oppure di tipo collettivo come un terremoto possono causare un’alterazione psichica di tipo ansioso sia di natura acuta sia di tipo cronico, quindi a mesi di distanza dall’evento scatenante. Generalmente compare una grave forma di insonnia, caratterizzata da brevi addormentamenti, interrotti da risvegli con incubi e ricordi dell'avvenimento traumatico. Il risveglio è accompagnato da abbondante sudorazione e tremori, e si sente la necessità di cercare rassicurazione da persone vicine. Segue in genere depressione e un forte stato di paura per la possibilità che possano ripetersi le condizioni scatenanti, tanto da sobbalzare per ogni rumore più forte o per una porta o finestra che sbatte.
La terapia d’elezione nella cura di stati ansiosi patologici consiste nella prescrizione di farmaci ansiolitici e/o psicoterapia breve basata su tecniche cognitive e comportamentali.
Inoltre, nei casi in cui l’ansia possa rappresentare la manifestazione emergente di conflitti psicologici più o meno consapevoli, la psicoterapia maggiormente adeguata potrebbe essere quella a stampo psicodinamico. Naturalmente la psicanalisi, attraverso il grandioso contributo di scoperta dell’ansia portato da Freud ha costruito uno strumento terapeutico che ancora è molto utilizzato. La scelta di curare un disturbo d’ansia con la terapia psicanalitica comporta comunque una valutazione attenta e accurata di un terapeuta esperto e dell’impegno nel tempo nella terapia e della sua lunghezza.
Un’altra psicoterapia utilizzabile è quella razionale-emotiva-comportamentale (REBT) sviluppata negli anni ’50 dallo psicologo clinico americano Albert Ellis. L’idea alla base di questa tecnica è che le risposte di ciascun individuo a situazioni e avvenimenti sono mediate da credenze, pensieri e convinzioni che, in alcuni casi, possono essere errati. Proprio partendo da tali errori di costruzione della realtà, secondo questo approccio, le persone possono riuscire a condurre una vita emotivamente più soddisfacente correggendo i propri errori di percezione e valutazione della realtà, imparando a costruire credenze più funzionali e attuando comportamenti maggiormente appropriati.
Altra terapia utilizzabile e utilizzata è la terapia familiare ad orientamento clinico in cui l’intervento psicoterapeutico è diretto sul nucleo familiare, e non sul singolo individuo che presenta il disturbo. In questo ambito la sintomatologia del paziente viene messa in relazione con i comportamenti, le aspettative e la sfera affettiva degli altri membri della famiglia. Questa terapia è utilizzata prevalentemente nell'ambito della patologia schizofrenica, anoressica e nella tossicomania, ma è utilizzata anche per famiglie in cui siano presenti figli con problemi comportamentali.
Le principali difficoltà in cui ci si può imbattere con le famiglie sono principalmente rappresentate dalla resistenza di uno o diversi membri a partecipare alla terapia.
Utile, infine, è ricordare che, nel caso specifico del disturbo da attacchi di panico, esistono dei gruppi di autoaiuto che possono rappresentare un utile strumento di condivisione e confronto di esperienze uniche per ognuno, ma, allo stesso tempo, con una base comune.
Riferimenti online:
http://www.mybestlife.com/ita_salute/incasodi/ansia.htm
http://www.ansia.it/analitico.htm
http://www.saperesalute.it/disturbi-patologie/ansia?gclid=CK7clfS71K4CFcVF3wodik7PfQ
http://it.wikipedia.org/wiki/Ansia
http://www.ipsico.org/ansia.htm
http://www.apa.org/topics/anxiety/index.aspx
http://www.apa.org/helpcenter/anxiety-treatment.aspx