Aspetti genetici nel Disturbo d’ansia sociale
I risultati di una nuova ricerca pubblicata sulla rivista “Psychiatric Genetics” evidenziano la presenza di uno specifico gene trasportatore della serotonina, “SCL6A4”, come correlato ai tratti ansiosi presenti in soggetti con disturbo d’ansia sociale.
Un nuovo studio condotto presso l’Istituto di Genetica Umana dell’Università di Bonn, Germania, ha evidenziato e scoperto che un gene specifico trasportatore della serotonina chiamato “SCL6A4” è fortemente correlato al disturbo d’ansia sociale.
I primi risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista “Psychiatric Genetics”. Più nel dettaglio, il disturbo d’ansia sociale o fobia sociale è un disturbo psichiatrico comune ed ereditabile, in quanto guidato da una combinazione di fattori genetici ed ambientali.
Fino ad ora, gli studi di genetica su tale psicopatologia sono stati rari; secondo i ricercatori infatti “questo è il più grande studio associativo inerente la fobia sociale”.
Per questa ricerca, il team tedesco ha analizzato il genotipo di 321 pazienti con disturbo d’ansia sociale e strutturato, per il confronto, un gruppo di controllo di 804 soggetti sani.
Successivamente, hanno effettuato un’analisi del singolo marcatore per identificare l’associazione quantitativa tra il disturbo d’ansia sociale e i comportamenti di evitamento.
I loro risultati forniscono la prova che il gene trasportatore della serotonina SCL6A4 è spesso correlato ai tratti ansiosi presenti in tali individui.
In particolare, gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI) sono spesso prescritti per il trattamento sia dei disturbi d’ansia che per quelli depressivi. Si ritiene che tali farmaci influenzino l’azione del gene trasportatore SLC6A4.
Le persone con ansia sociale tendono ad evitare i grandi gruppi e le situazioni in cui essi temono di essere giudicati da altri.
Il disturbo d’ansia sociale è caratterizzato da sintomi quali l’aumento della frequenza cardiaca, sudorazione delle mani, tremori, mancanza di respiro e così via.
Il disagio fisiologico correlato all’ansia sociale rafforza i comportamenti di evitamento con conseguente ritiro dal mondo sociale.
La paura degli incontri sociali può infatti determinare isolamento e solitudine. Purtroppo, secondo un recente studio presso la Scuola di Medicina dell’Università di Pittsburgh, le persone affette da tale psicopatologia che si affidano eccessivamente ai social media per mantenere un senso di connessione con l’altro, possono così esacerbare i loro sentimenti di isolamento sociale.
Da un punto di vista storico, nel 1948, quando Maurice Rapport isolò chimicamente per primo la serotonina ( 5-idrossitriptamina, 5-HT) nel corpo umano e nel cervello, questa venne inizialmente classificata come “un agente sieroso che influenza il tono vascolare”.
Oggi, invece, la serotonina rientra nella categoria di quei neurotrasmettitori responsabili del mantenimento e dell’equilibrio del tono dell’umore.
Anche se esiste un forte legame tra la serotonina, la depressione e il disturbo d’ansia sociale, gli scienziati appaiono incerti nel comprendere quale sia la correlazione o la causa dinamica che innesca il legame tra la serotonina e l’insorgenza dei disturbi psichiatrici.
Per esempio: avere bassi livelli di serotonina contribuisce a sviluppare l’ansia sociale o è l’ansia sociale ad innescare una diminuzione dei livelli di serotonina?
A tal proposito, è interessante notare come un precedente studio del 2015, pubblicato sulla rivista “JAMA Psychiatry”, abbia riferito come le persone affette da fobia sociale in realtà producono troppa serotonina, e non troppo poca.
Sorprendentemente, i ricercatori hanno scoperto che la presenza di livelli maggiori di serotonina, in soggetti con disturbo d’ansia sociale, determinava una maggiore ansia all’interno delle situazioni sociali.
Ciò solleva pertanto diversi dubbi sul presupposto comune che gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI) contribuiscano ad abbassare l’ansia sociale, mantenendo maggiore serotonina in circolazione.
Il co-autore dello studio, Andreas Frick, ha infatti sottolineato:
“Non solo gli individui con fobia sociale tendono a presentare maggiori livelli di serotonina rispetto alle persone sane, ma il loro cervello sembra ‘pomparne’ ancora di più. Siamo stati in grado di mostrare questo in un altro gruppo di pazienti servendoci di un tracciante diverso che misura il meccanismo di ‘pompaggio’. Crediamo che questo sia un tentativo di compensare l’eccesso di serotonina che si attiva nella trasmissione dei segnali. La serotonina può infatti aumentare l’ansia e non diminuirla come spesso è stato ipotizzato”.
Nel loro insieme, le prove di queste nuove ricerche segnano un significativo cambiamento di prospettiva quando si tratta di identificare i cambiamenti dei messaggeri chimici cerebrali nelle persone affette da disturbo d’ansia sociale.
Detto questo, si rende pertanto indispensabile, effettuare nuove ricerche al fine di comprendere appieno il funzionamento enigmatico e complesso della serotonina e del gene trasportatore SLC6A4.
Se si vuole partecipare alla ricerca genetica sul disturbo d’ansia sociale, Andreas Forstener, autore dell’studio tedesco, invita il pubblico a farlo visitando il sito web: Social Phobia Research.
Più persone verranno coinvolte nello studio di tali aspetti, più precisamente i ricercatori saranno in grado di decodificare questi meccanismi complessi.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)