Attaccamento, emozioni e relazioni sentimentali
La ricerca ha evidenziato una correlazione positiva tra attaccamento dell’adulto e soddisfazione relazionale e che il tipo di attaccamento influenza l’evoluzione dell’intimità, dell’impegno e della tolleranza nelle relazioni: le persone insicure nello stile di attaccamento manifestano maggiore difficoltà nel gestire il conflitto interpersonale e sono più propense a reagire al comportamento negativo del partner con maggiore ostilità e rabbia e minore disponibilità alla comprensione.
Le rotture nei legami d’attaccamento e un ambiente familiare negativo impediscono al bambino di sviluppare le capacità di coping interne interpersonali per difendersi da stressor sociali e vulnerabilità. Perciò l’insicurezza di un soggetto dovuto a difficoltà di attaccamento influenza il modo in cui egli esprime al partner rispetto, ammirazione e gratitudine che è cruciale nel mantenimento di relazioni durature.

Trattare i temi dell’attaccamento va di pari passo con l’affrontare i problemi di regolazione emotiva; ciò richiede al paziente la disamina dei propri schemi riguardanti le modalità di attaccamento al proprio partner e le relative emozioni che spesso derivano dalle esperienze relazionali nella famiglia d’origine: è quindi importante prendere in esame i vissuti infantili precoci.
La distanza emotiva ricopre la stessa importanza dei problemi di comunicazione nella richiesta di una terapia di coppia. Le emozioni sono processi mentali inconsci che creano uno stato di prontezza all’azione predisponendoci a comportarci in un dato modo nei confronti dell’ambiente, dei quali poi prendiamo consapevolezza.
Il termine regolazione emotiva si riferisce alla capacità della mente di intervenire sulle varie componenti dell’elaborazione emotiva stessa; l’autorganizzazione della mente è determinata dalla capacità di intervenire dall’autoregolazione degli stati emotivi. Perciò la maniera in cui sperimentiamo il mondo, ci relazioniamo agli altri e troviamo significato nella vita dipende da come riusciamo a regolare le nostre emozioni.
Questo riflette il modo in cui la mente attribuisce valore agli eventi interni e esterni e dirige la distribuzione delle risorse attentive per favorire l’elaborazione di tali rappresentazioni. la disregolazione emozionale può derivare da traumi passati, dall’essere cresciuti in una famiglia i cui membri non sono riusciti a regolare l’espressione emotiva o da vere e proprie forme di psicopatologia.

Per esprimere un’emozione bisogna prima sentirla, ovviamente la struttura di personalità esercita una notevole influenza sul modo in cui le persone provano ed esprimono le proprie emozioni; alcune persone affette da disturbi della personalità sperimentano emozioni in modo frammentario, di conseguenza non sono sicure di ciò che sentono e il loro vissuto può richiedere tempo per palesarsi al punto che l’emozioni viene manifestata a distanza di tempo.
E’ importante nel corso di una terapia familiare facilitare l’espressione delle emozioni aiutando le persone a entrare in contatto con i propri sentimenti e manifestarli in modo appropriato invece di reprimerli per poi esternarli tutti insieme in modo distruttivo.
Le emozioni sono tendenze stabili a reagire a situazioni relazionali; le persone con tendenza all’emotività positiva sono più sensibili alle situazioni che producono umore positivo e che favoriscono l’interazione sociale e l’intimità sessuale mentre quelle che hanno una tendenza all’emotività negativa risultano più ansione, tristi e sensibili al rifiuto, quindi l’affettività esercita un profondo effetto sull’umore quotidiano e sull’ambiente.
Grottman ha dimostrato come il cattivo umore dia inizio ad un’elaborazione cognitiva negativa che porta a riconsiderare selettivamente gli eventi negativi del passato e fare attribuzioni su aspettative negative sul futuro (negative Frame di Beck), ciò predispone le persone a valutare le situazioni da una prospettiva distorta, l’umore negativo provoca un’elaborazione cognitiva più focalizzata e dettagliata che influenza la memoria distorcendo le interpretazioni e richiamando i ricordi di situazioni e eventi negativi.
Bibliografia
- Terapia cognitivo comportamentale per le coppie e le famiglie;Frank M. Dattilio , Eclipsi 2013.
(A cura della dottoressa Mariapia Cavalieri)