Autismo, psicosi e funzionamento globale
La presenza di tratti autistici e psicotici potrebbero combinarsi e migliorare il funzionamento globale durante episodi di mania e depressione.
Il funzionamento globale è una misura della gravità della malattia mentale che fornisce un quadro complessivo di funzionamento psicologico, sociale e occupazionale di una persona, e rivela quanto tali domini possano essere interrelati a problemi sociali e interpersonali.
Un funzionamento compromesso è stato riportato in individui con disturbo dello spettro della schizofrenia, disturbo dello spettro autistico; sulla base di ciò ci si potrebbe aspettare un risultato ancora peggiore nei pazienti con disturbo bipolare e in quelli con elevati livelli di tratti psicotici e “autistici”, ossia il disturbo di personalità schizotipico.
In un recente studio condotto da Abu-Akel, Legno, Hansen e Apperly, è stato valutato l’effetto della co-occorenza di tratti autistici e psicotici nel valutare il punto di vista degli altri, che rappresenta una componente chiave del processo normale di mentalizzazione.
Si è osservato che, mentre tratti autistici e schizotipici inducono in maniera indipendente errori nell’assunzione della prospettiva dell’altro, la loro interazione era associata ad un minor numero di errori, riflettendo un miglioramento nella capacità di mentalizzare.
Gli autori hanno così avanzato l’ipotesi che questo risultato inaspettato può essere spiegato dal modello diametrico, il quale postula che i disturbi dello spettro autistico, quelli dello spettro della schizofrenia e i disturbi psicotici hanno effetti opposti sulle abilità di mentalizzazione.
Seguendo tale modello, l’autismo sarebbe associato ad una ridotta o assente mentalizzazione, i disturbi psicotici e la schizofrenia presenterebbero invece un iper-mentalizzazione, però disfunzionale.
Fino ad oggi però, nessuno studio ha indagato l’effetto della co-occorrenza di tratti autistici e schizotipici rispetto al funzionamento globale.
Ma ora un nuovo studio condotto dal team di Ahmad Abu-Akel si è proposto, in primo luogo di determinare l’espressione dei tratti autistici e schizotipici positivi in un campione di adulti con disturbo bipolare, e successivamente esaminare se la co-occorrenza di tali tratti interagiscono tra loro e influenzano il funzionamento globale.
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Il campione dei partecipanti era composto da 797 soggetti con Disturbo bipolare di tipo I, i quali sono stati sottoposti a strumenti psicometrici volti a individuare la presenza di tratti dello spettro autistico e schizotipici.
Circa la metà del campione ha presentato livelli clinicamente significativi di tratti autistici; ciò è coerente con un precedente studio nel quale veniva evidenziato come in soggetti adulti con disturbo bipolare è possibile rintracciare alti livelli di tratti simil-autistici.
Attraverso un’analisi delle differenze individuali nonché delle somiglianze gruppali si è osservato che sia i tratti autistici che quelli schizotipici erano associati ad un miglior funzionamento globale; gli effetti registrati erano più elevati quando erano presenti entrambi i tratti.
In particolare, durante l’episodio di mania, l’analisi delle differenze individuali ha mostrato che entrambi i tratti – autistici e schizotipici – hanno contribuito in modo indipendente ad aumentare il funzionamento globale.
Durante l’episodio di depressione, l’analisi delle differenze individuali ha dimostrato che i tratti autistici e schizotipici positivi erano interattivamente associati con un incremento del funzionamento globale.
Come sottolineano gli autori, il meccanismo con cui questo avviene è attualmente sconosciuto; tuttavia, il modello dell’effetto interattivo tra i tratti autistici e schizotipici sul funzionamento globale durante l’episodio depressivo, suggerisce che l’effetto dell’espressione di una condizione dipende dalla relativa espressione dell’altro, e che questi tratti possono interagire determinando modalità compensatorie che migliorano, successivamente, il funzionamento globale.
Questo risultato, secondo i ricercatori, è in linea con il modello diametrico della mente e della malattia mentale.
Inoltre, il fatto che sia i disturbi dello spettro autistico che quelli dello spettro schizofrenico si trovano agli estremi di un continuum, implica che la normalità potrebbe trovarsi in mezzo ed essere inquadrata come due tendenze che si elidono vicendevolmente, come scoperto nel Disturbo bipolare.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)