Cinque pensieri positivi... sull’ottimismo!
Il potere dell’ottimismo: un clichè o una verità?
Ecco la risposta della scienza.
Non tutte le persone credono realmente nel potere del “pensare positivo”.
L’idea che essere ottimista possa risolvere tutti i propri problemi non sempre suona come plausibile: non potrebbe essere al contrario, cioè, che si diventa più ottimisti quando vengono risolti i problemi?
C’è da dire, però, che, anche se essere positivi può rivelarsi una cosa difficile (da credere e da fare), è un importante obiettivo a cui aspirare. Per dirlo con altre parole, essere ottimisti è un’inclinazione veramente utile. Un sacco di persone, infatti, hanno compreso che vedere il bicchiere mezzo pieno non è solo un clichè, ma che esso contiene anche un po’ di verità.
A questo proposito, negli ultimi anni anche la scienza si è dedicata a scoprire cosa sia l’ottimismo, quali siano le sue cause e come esso influenzi le vite delle persone.
Ecco, qui di seguito, alcuni punti interessanti, emersi dalle recenti ricerche effettuate su questo tema.
1. L’ottimismo può salvarti la vita.
L’ottimismo ha un effetto assolutamente positivo sulla tua salute. Questo è spiegato dal fatto che la salute mentale e quella fisica sono intrecciate, per cui se migliora l’una, ne beneficia anche l’altra.
Per fare un esempio, se sei più ottimista hai meno probabilità di morire per una malattia cardiaca. C’è bisogno di fare ulteriori ricerche per capire il perché ciò avviene, ma sembra che l’ottimismo cambi la tua effettiva risposta fisiologica allo stress e ti porti a fare scelte più salutari (come non fumare).
2. Siamo tutti ottimisti.
Una delle cose che accomuna le persone è che cerchiamo tutti di non preoccuparci di cosa potrebbe succederci.
Uno studio ha indagato questo fenomeno nel contesto degli sport, chiedendo ai partecipanti di prevedere quanti giochi avrebbero vinto una serie di squadre nella stagione successiva. È emerso che le persone sovrastimavano il numero delle vincite per le squadre che volevano vincessero e sottostimavano il numero delle vincite per i gruppi che non volevano lo facessero. In modo simile, tendevano a sovrastimare le vincite per i gruppi a cui erano stati assegnati. I ricercatori hanno concluso che le persone, in generale, sono più predisposte alle interpretazioni ottimiste di ciò che è incerto.
3. Il pessimismo non è il contrario dell’ottimismo.
Paradossalmente, la mancanza di ottimismo non vuol dire essere pessimisti.
Uno studio del 2015 ha trovato, infatti, che ottimismo e pessimismo sono più “due sistemi distinti” che “polarità opposte”.
Un altro fatto importante è che, anche se sia l’ottimismo che il pessimismo influenzano la risposta allo stress, lo fanno in modi leggermente diversi.
Nello specifico, un altro studio del 2015 ha trovato che l’ottimismo potrebbe essere più correlato alla risposta fisiologica allo stress, il pessimismo più a quella psicologica: il primo, infatti, influenzava la velocità con la quale i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) delle persone si stabilizzava, il secondo, invece, incideva su quanto il test sembrasse difficile a livello psicologico.
4. L’ottimismo protegge dall’Ansia e dalla Depressione, ma in modi diversi.
L’ottimismo influenza come le persone reagiscono agli eventi di vita stressanti. Nello specifico, le persone che sono ottimiste hanno un rischio minore di sviluppare Ansia e Depressione.
Quest’idea è ancora da verificare, ma sembrerebbe, dalle ricerche finora effettuate, che il tipo di ottimismo che riduce il rischio di Depressione è diverso, rispetto al tipo che protegge contro l’Ansia: avere aspettative positive per il futuro è ciò che contrasta l’emergere della prima, mentre avere la sensazione di essere invulnerabili è ciò che riduce la seconda.
5. L’ottimismo conta sempre meno con l’età.
Alcune ricerche sull’ottimismo potrebbero renderti pessimista: la tua capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno conterà sempre meno man mano che ti farai più anziano.
In particolare, alcuni studi, che indagavano se l’ottimismo impedisse agli eventi stressanti di causare i sintomi depressivi nelle persone più anziane, hanno trovato proprio che i suoi benefici scemavano con l’avanzare dell’età.
L’interpretazione positiva di questo studio va a favore dei pessimisti perché, a quanto pare, più si invecchia, meno le proprie prospettive negative contano. Certo che, se sei pessimista, probabilmente non te ne curi, perché sai che qualcosa di brutto ti accadrà in ogni caso!
Fonte: PsychCentral.com
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)