Come essere una buona madre?
Ogni donna alle prese con il suo primo figlio si pone una serie di interrogativi sulle sue capacità di fare la mamma, si domanda se esiste davvero l’istinto materno e soprattutto se lo può in qualche modo imparare o perfezionare.
Durante la gravidanza si sviluppa un legame particolare tra madre e bambino: la donna si identifica con la sua creatura e inizia a sviluppare quella capacità empatica che le consente di mettersi nei panni del figlio e di comprenderne i bisogni.
Durante il primo periodo di vita si sviluppa quel processo definito legame di attaccamento.
Questo legame madre-bambino si sviluppa nei nove mesi di gravidanza per poi fortificarsi e proseguire dal momento del parto in poi.
In ogni coppia madre-figlio la comunicazione si svilupperà in modi diversi; essa è infatti strettamente dipendente dall’atteggiamento che la donna nutre nei confronti della maternità oltre che dalle caratteristiche personali del bambino.
Ogni donna si crea uno stile materno speciale basato su fattori come aspettative, atteggiamenti e valori.
Gli studi hanno descritto tre possibili stili di attaccamento che riflettono diverse modalità con le quali la donna si adatta all’assetto psicologico tipico della maternità.
- Modello di attaccamento sicuro: il bambino, si sente tranquillo e si spinge ad esplorare l’ambiente che lo circonda. L’individuo ha fiducia nella disponibilità e nel supporto della figura di attaccamento nel caso si verifichino condizioni avverse o di pericolo. In tal modo si sente libero di poter esplorare il mondo. Tale stile è promosso da una madre sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede.
Le persone con attaccamento sicuro sono ragionevolmente sicure delle proprie capacita’ di risolvere i problemi e per questo tendono a testare le proprie ipotesi per eliminare quelle errate.
Lo stile e’ quindi quello della ricerca attiva: la persona cerca di ottenere nuove informazioni e quindi di sottoporre costantemente alla prova le proprie ipotesi. L’atteggiamento e’ tipicamente esplorativo.
-Modello di attaccamento insicuro evitante: è il risultato di una figura che respinge costantemente il figlio ogni volta che le si avvicina per la ricerca di conforto o protezione; i bambini con attaccamento insicuro-evitante hanno sperimentato piu’ volte la difficolta’ ad accedere alla figura di attaccamento e hanno imparato progressivamente a farne a meno, concentrandosi sul mondo inanimato piuttosto che sulle persone. Questo stile è caratterizzato dalla convinzione dell’individuo che, alla richiesta d’aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della Figura di attaccamento, ma addirittura verrà rifiutato da questa. Così facendo, il bambino costruisce le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su se stesso, senza l’amore ed il sostegno degli altri, ricercando l’autosufficienza anche sul piano emotivo, con la possibilità di arrivare a costruire un falso Sé. Le persone con questo tipo di attaccamento si comportano come se gli altri non esistessero.
-Modello di attaccamento insicuro ambivalente: in questo caso il bambino sperimenta che la figura di attaccamento è imprevedibile e dubita che sia disponibile a rispondere ad una richiesta d’aiuto quindi tenta di mantenere un contatto strettissimo, rinunciando a qualsiasi tentativo di esplorare l’ambiente circostante muovendosi soltanto nel noto, da cui sia bandita ogni novità.
Questa ricerca spiega il funzionamento del neonato, evidenziando quanto sia importante l’interazione che egli ha con l’ambiente e le persone che lo accudiscono; e quanto sia importante, per una madre, avere un rapporto sicuro con il proprio figlio.
Una buona madre consente al proprio bambino di esprimere le emozioni liberamente, sostenendo le capacità comunicative, è attenta alle esigenze e aspettative del figlio, sintonica, amorevole, disponibile, calda ed accogliente, che fornisce una base sicura ossia una sicurezza che ella intervenga quando il bimbo ha un problema.