Conoscere il cervello: il nucleo accumbens
Il nucleo accumbens, dal latino “nucleus accumbens septi” che significa “nucleo adiacente al setto”, è una regione del proencefalo basale che svolge un ruolo chiave nei processi di avversione, motivazione e ricompensa.
Il nucleo accumbens si trova in un'area del cervello chiamata proencefalo basalo.
Esiste un nucleo accumbens in ciascun emisfero ed è situato tra il nucleo caudato ed il putamen.
Il nucleo accumbens è considerato parte dei gangli della base ed è anche il componente principale dello striato ventrale. Si divide in due componenti anatomiche: il guscio ed il nucleo.
Queste due aree contigue hanno connessioni sovrapposte, ma possono fornire diversi contributi alle funzioni svolte dal nucleo accumbens.
La funzione maggiormente riconosciuta del nucleo accumbens riguarda il suo ruolo in ciò che prende il nome di “circuito della ricompensa” del cervello.
Quando facciamo qualcosa che è considerato gratificante, ad esempio, mangiare cibo, fare sesso, assumere droghe e via dicendo, i neuroni dopaminergici, insieme ad altri tipi di neurotrasmettitori, si attivano in un'area specifica del cervello che prende il nome di area tegmentale ventrale.
Questi neuroni proiettano al nucleo accumbens, e quando attivati, si assiste ad un aumento dei livelli di dopamina in quest'area cerebrale.
Il nucleo accumbens è una componente importante del percorso dopaminergico cerebrale chiamato “via mesolimbica”, che viene stimolata durante le esperienze gratificanti.

Questa associazione tra esperienze gratificanti e livelli di dopamina nel nucleo accumbens inizialmente ha indotto molti neuroscienziati a credere che il ruolo principale di tale area fosse quella di mediare le risposte di ricompensa.
Pertanto, è spesso implicato nella dipendenza e nei processi che instaurano comportamenti di dipendenza.
Tuttavia, poiché i collegamenti iniziali ipotizzati riguardavano il nucleo accumbens e la ricompensa, si è poi scoperto che i livelli di dopamina presenti nel nucleo accumbens aumentano in risposta a stimoli avversi e gratificanti.
Questa scoperta ha portato ad una rivalutazione delle funzioni del nucleo accumbens e delle funzioni della dopamina come neurotrasmettitore.
La prospettiva maggiormente accettata oggi è che i livelli di dopamina non aumentano solo durante le esperienze gratificanti, ma aumentano invece ogni volta che sperimentiamo qualcosa che può essere considerato positivo o negativo.
La segnalazione della dopamina può essere coinvolta nella memorizzazione di informazioni sugli stimoli ambientali associati a questi diversi tipi di esperienze.
Questi depositi di memoria possono essere richiamati in futuro per aiutarci a ricordare come realizzare di nuove le esperienze piacevoli o come evitare quelle avverse.
Nei processi di dipendenza, può essere che la connessione tra un'esperienza legata all'uso di una sostanza piacevole iniziale e gli stimoli ad essa associati diventi troppo forte.
Questo può favorire la ricerca compulsiva di droghe dopo l'esposizione ad un indizio ambientale correlato, come ad esempio il desiderio di sigarette dopo averne sentito l'odore.
I neuroscienziati stanno ancora cercando di comprendere il ruolo esatto del nucleo accumbens in questi processi di apprendimento associativo.
Tuttavia, si può sostenere che il nucleo accumbens è un'area cerebrale importante nella formazione di ricordi che coinvolgono stimoli ambientali salienti, sia positivi che negativi.
Rispetto alla tossicodipendenza, gli studi hanno evidenziato un'eccessiva attivazione dei circuiti neurotrasmettitoriali nel nucleo accumbens durante scansioni cerebrali in soggetti che sperimentavano il craving, ossia il desiderio spasmodico di assumere una sostanza.
La brama di una ricompensa negata o al momento non disponibile, fa sì che i livelli di dopamina nel nucelo accumbens crollino vertiginosamente.
La dopamina, la serotonina e l'attività della norepinefrina aumentano drasticamente quando un tossicodipendente allevia i sintomi della dipendenza assumendo nuovamente la sostanza.
La fame di droga nelle tossicodipendenze non è quindi tutta nella testa, o strettamente psicologica, in quanto il desiderio della sostanza ha una base biologica.
Trovare un modo per superare i comandi mediati dalla serotonina e dalla dopamina è tra le opportunità centrali per il recupero dalla dipendenza.
Uno degli obiettivi chiave di una comprensione biologica della dipendenza è quello di mettere in evidenza i meccanismi attraverso i quali gli effetti rinforzanti delle droghe che danno assuefazione si trasformano in cambiamenti adattivi a lungo termine nel cervello.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro