Conoscere il cervello: l'ippocampo
L'ippocampo si trova nel lobo temporale al di sotto della corteccia cerebrale. Il suo nome deriva del greco “hippókampos”, “cavalluccio marino”, perchè quando viene rimosso dal cervello, assomiglia al famoso pesce equino.
L'ippocampo è una struttura cerebrale che svolge un ruolo critico nella memoria. L'importanza dell'ippocampo in questo specifico contesto si è consolidata nel XX secolo a partire dal caso di un paziente di nome Henry Molaison.
Molaison, che era conosciuto semplicemente come H.M. fino alla sua morte nel 2008 - per proteggere la sua identità mentre era in vita - ha subito un intervento chirurgico per curare una grave epilessia verso la fine degli anni venti.
In quell'intervento gran parte del suo ippocampo fu rimosso o danneggiato. L'operazione riuscì a controllare le convulsioni di Molaison, ma in seguito iniziò a soffrire di una grava amnesia anterograda, il che significa che la sua capacità di formare nuovi ricordi risultava compromessa.
In effetti, Molaison non era assolutamente in grado di formare nuovi ricordi espliciti, ossia ricordi che coinvolgono il ricordo consapevole di fatti o esperienze.
Molaison conservò solo alcuni ricordi precedenti all'intervento, e la sua memoria procedurale, ossia quel tipo di memoria che consente di ricordare le modalità con cui si utilizzano oggetti come una forcella o andare in bicicletta, era ancora funzionale.
Tuttavia, a causa dei suoi impliciti deficit di memoria, Molaison fu costretto a vivere interamente nel presente; ogni giorno, nessun ricordo del giorno prima era presente.


Un altro paziente, Clive Wearing, che subì danni ippocampali dopo aver sofferto di encefalite, iniziò a manifestare deficit simili a quelli di Molaison.
Era in grado di conservare le informazioni per circa 30 secondi, prima di scomparire, ma poteva comunque utilizzare la memoria procedurale per fare cose come suonare il pianoforte.
Per questi motivi, si pensa che l'ippocampo possa essere una struttura cruciale nel consolidamento della memoria e quindi per la formazione di nuovi ricordi.
È anche importante nell'archiviazione della memoria, sebbene si pensi che ciò avvenga attraverso il reclutamento di altre aree del cervello.
L'ippocampo è una delle regioni del cervello più colpite dalla malattia di Alzheimer, una malattia debilitante caratterizzata da una grave perdita di memoria.
Nella malattia di Alzheimer, i neuroni dell'ippocampo vengono uccisi e questa morte neuronale è associata a sintomi di demenza.
Si pensa inoltre che l'ippocampo sia coinvolto in altre attività importanti come la navigazione spaziale e l'orientamento.
È stato ipotizzato che i neuroni ippocampali codificano le informazioni sul nostro ambiente in modo tale da creare una mappa cognitiva di ciò che ci circonda.
Uno studio ben noto ha indagato questa ipotesi osservando i cervelli di un gruppo a cui è richiesto di avere raffinate abilità di navigazione: i tassisti di Londra.
I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica per confrontare le dimensioni degli ippocampi dei tassisti di Londra rispetto alle dimensioni dei soggetti di controllo.
Hanno scoperto che i guidatori di taxi avevano un aumentato volume di materia grigia nell'ippocampo, suggerendo che forse i tassisti avevano formato un maggior numero di connessioni neuronali nella creazione di una mappa cognitiva più complessa nei loro ippocampi.
L'ippocampo ha molti altri ruoli oltre la memoria e la navigazione. Ad esempio, un ridotto volume dell'ippocampo è stato osservato in pazienti depressi ed in quelli affetti da disturbo da stress post-traumatico.
Si pensa che lo stress sperimentato dai pazienti che soffrono di questi disturbi possa essere particolarmente dannoso per i neuroni ippocampali.
Tuttavia, la memoria rimane la funzione maggiormente associata a tale struttura cerebrale, in parte anche alla notorietà dovuta dal caso affascinante di Henry Maloisan.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro