Cosa usi per prendere una decisione? Testa o cuore?
Nel processo decisionale bilanciare ciò che pensiamo insieme a ciò che sentiamo può essere difficile da attuare.
Testa o cuore? Anima o ragione? Cosa conta di più nella presa di decisioni?
Dopotutto, sia la cognizione che le emozioni forniscono informazioni preziose.
Pensare a qualcosa rappresenta spesso la verità, al contrario di percepire che è così, sono diversi modi di conoscere.
Immagina di trovarti in una situazione in cui desideri instaurare una relazione con qualcuno perchè sei intensamente attratto da lui/lei emotivamente ma, razionalmente, ritieni che la relazione non sia nel tuo miglior interesse.
Quando valutiamo qualcuno ponendolo sull'asse “razionale Vs irrazionale”, implichiamo un giudizio sul grado in cui il nostro ragionamento è stato compromesso dalle nostre emozioni.
Anche se la passione può superare la ragione nelle situazioni romantiche, la cognizione può anche oscurare le emozioni, come nel caso di qualcuno che cerca una relazione che fornisca loro una risorsa tangibile di cui si ha bisogno, come rimanere connessi a qualcuno per la sicurezza che fornisce.
L'emozione non interferisce necessariamente con il pensiero, anche se molti di noi la trattano come se fosse un'ostruzione.


Possiamo sminuire la validità di un argomento perchè è emotivo, dubitare di altri che sembrano coinvolti emotivamente nelle loro preoccupazioni personali e generalmente appellarci più alla cognizione più che ai sentimenti.
Ma la cognizione da sola è solo metà dell'immagine, anche se spesso le conferiamo un certo primato nel nostro processo decisionale.
Un candidato per un'azienda, per esempio, può sembrare idoneo sulla carta ma emotivamente non in linea per chi sta conducendo il colloquio di selezione.
Tuttavia, si potrebbe essere tentati di assumerlo perchè si ritiene che possa raggiungere al meglio gli obiettivi aziendali, nonostante le informazioni contrarie fornite dalla parte emotiva.
Le decisioni sono spesso influenzate dalle nostre risposte emotive perchè le emozioni sono progettate per valutare e sintetizzare le esperienze ed informare le nostre azioni in modo semplice e veloce.
Le nostre emozioni cercheranno di dirci se una situazione è ottimale o non allineata con il nostro obiettivo, e come potremmo avvicinarci.
Il quesito è quindi il seguente: dovremmo fidarci dei nostri sentimenti quando prendiamo una decisione, riflettere razionalmente su vari fattori al fine di fare la scelta migliore, o fare entrambe le cose?
I ricercatori hanno confrontato queste tre strategie decisionali e hanno scoperto che concentrarsi sulle sensazioni invece di pensare ai dettagli ha portato ad una migliore qualità decisionale per alcune decisioni complesse.
La conclusione di base della ricerca è che quando il gioco si fa duro, è preferibile ricorrere alle componenti istintive e non pensare troppo sulla decisione da prendere.
L'editorialista del New York Times, David Brooks, ha raccomandato un approccio interessante per le decisioni personali complesse.
Suggerisce di lanciare una moneta, ma di non seguire solo il risultato del lancio della moneta.
É infatti importante prestare attenzione a come ti senti quando guardi il risultato. Sei felice, sollevato, angosciato o deluso?
Nel complesso, le nostre emozioni amplificano ciò che sta accadendo nel momento, mentre le nostre cognizioni lo trasformano con ulteriori informazioni.
Il teorico degli affetti, Silvan Tomkins, ha osservato che l'emozione senza cognizione sarebbe cieca, mentre la cognizione senza emozione sarebbe debole.
Così, la cognizione fonisce la vista alla cecità delle emozioni, e l'emozione fornisce la forza necessaria alla cognizione.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro