Criticare e disprezzare il partner: quale effetto sulla relazione?
Nella pratica clinica con le coppie si può spesso constatare l'effetto distruttivo che la critica svolge all'interno della relazione. Vediamo in che modo criticare e disprezzare il partner influenza la vita di una coppia.
Nel presente articolo si cercherà di esplorare il ruolo che la critica svolge in una relazione di coppia, nonché il suo effetto conseguente.
Tra i teorici e psicoterapeuti che hanno svolto la maggior parte delle ricerche sugli effetti delle critiche nelle relazioni di coppia vi sono senza dubbio il Dottor John e la Dottoressa Julie Gottman.
Entrambi sono famosi per il loro “laboratorio dell'amore”, in cui centinaia di coppie sono state esaminate, intervista e osservate nel corso di due decenni,
Come risultato della loro ricerca, i Gottman riuscivano a prevedere in meno di cinque minuti, con una precisione del 90%, se una coppia procedeva verso il divorzio o meno sulla base del loro stile comunicativo.
Hanno introdotto una metafora per descrivere quattro stili di comunicazione che possono prevedere la fine di una relazione.
Li hanno denominati “I quattro cavalieri” - una frase coniata a partire da un'immagine dell'Apocalisse del Nuovo Testamento, raffigurante la fine dei tempi.
Questi sono rispettivamente: criticismo, disprezzo, ostruzionismo e difensiva.
Ai fini di questo articolo, l'attenzione si focalizzerà solo sul primo e sul secondo di questi “cavalieri”.
Criticare il partner è molto diverso dall'esprimere un dissenso. Quest'ultimo può infatti riguardare questioni specifiche, mentre la critica ha più a che fare con un attacco diretto del partner e su chi essi siano in qualità di persone.
Ad esempio, un reclamo potrebbe essere: “non ci facciamo una vacanza insieme da tanto tempo! Sono stanco di sentir parlare dei nostri problemi economici”.
Qui si può constatare la volontà di affrontare una situazione specifica che può rappresentare un problema per uno dei due partner.
Una critica invece potrebbe assumere un'altra piega, ad esempio: “non vuoi spendere soldi per noi! È colpa tua se non possiamo farci una vacanza, perchè spendi tutti i tuoi soldi in cose inutili!.
Questo è un attacco diretto al modo di fare del partner. In questo modo si gettano quindi le basi sia per una risposta difensiva da parte dell'altro, e sia per spianare la strada ad un conflitto dai toni probabilmente accesi.

Il problema principale della critica riguarda, quasi sempre, l'innesco di un altro aspetto, il disprezzo.
Quest'ultimo consiste nel presentare o descrivere il partner in una luce negativa senza lasciargli il beneficio del dubbio.
Il partner sprezzante di solito attacca da una posizione di superiorità; questo può inviare al partner il messaggio che non sono graditi, apprezzati, compresi o rispettati.
A sua volta, il venir meno di stili comunicativi funzionali, genera insicurezza e mancanza di fiducia nella relazione.
La tragedia vera e propria si manifesta però quando sono i genitori a modellare questo tipo negativo di legame, creando un'enorme quantità di insicurezza e ansia nei loro figli.
Trattare il partner con disprezzo è il più grande fattore predittivo del divorzio, secondo il lavoro del Dottor Gottman. È di gran lunga il più distruttivo dei quattro stili di comunicazione.
Tra gli altri autori che hanno delineato prospettive su tale problematica vi è Stan Tatkin, il quale ha creato un approccio psicobiologico alla terapia di coppia noto con l'acronimo PACT, che descrive dettagliatamente come il cervello può essere collegato sia alla guerra che all'amore, sottolineando, allo stesso tempo, che il nostro cervello non è necessariamente così bravo in questa cosa chiamata amore:
“Il cervello è collegato innanzitutto alla guerra rispetto all'amore. La sua funzione primaria è garantire che sopravviviamo come individui e come specie ed è molto, molto bravo in questo”, afferma.
Tatkin parla dell'importanza che le coppie promuovano una comunicazione sicura per contrastare questa tendenza alla guerra.
Questo è il mondo intimo della relazione in cui i partner comunicano reciprocamente che la relazione è un rifugio sicuro e protetto.
Le coppie che riescono ad assolvere questo compito possono gettare le basi per una relazione che prospererà in futuro.
Il disprezzo e la critica implacabile mettono invece la coppia in guerra l'uno contro l'altro. I partner intelligenti che desiderano creare una relazione forte e felice devono pertanto fare tutto il possibile per preservare e promuovere una comunicazione funzionale.
La terapia focalizzata sulle emozioni
La Emotionally Focused Therapy (EFT) è stata creata da Sue Johnson, definita dalla Dottoressa Gottman come la “migliore psicoterapeuta di coppia del mondo”.
In questo modello, la critica è vista come parte del cosiddetto “ciclo negativo”, ossia un ciclo di interazione tra due persone che, se lasciato deselezionato, può creare un'enorme distanza e disconnessione nella relazione.
Nell'approccio focalizzato sull'emozione l'attenzione si concentrerà su ciò che alimenta quell'emozione e dalla quale scaturisce l'atteggiamento critico.
Il sentimento di fondo è ciò che deve essere affrontato per disinnescare il ciclo negativo. L'obiettivo è quello di arrivare alle sensazioni più morbide e più vulnerabili alla base del ciclo negativo.
Nel linguaggio di Stan Tatkin, l'obiettivo sarebbe quello di accedere al cervello amorevole rispetto a quello guerrigliero.
Per accedere al lato più soft di combattimenti a volte viziosi, è importante creare un ambiente emotivamente sicuro per l'esplorazione.
All'inizio, questo è spesso la maggior parte di quello che si pratica con le coppie: creare uno spazio emotivamente sicuro per esplorare i sentimenti che sono alla base dei loro cicli negativi e reattivi.
Dare il nome ai sentimenti più teneri e vulnerabili è quindi il primo passo per uscire dal ciclo comunicativo distruttivo.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro