Dipendenza da alcool ed effetti sul cervello
L'alcool ha un profondo effetto sulle complesse strutture del cervello. Blocca i segnali chimici tra le cellule cerebrali, portando a sintomi immediati comuni di intossicazione, tra cui comportamento impulsivo, linguaggio distorto, scarsa memoria e riflessi rallentati.
La maggior parte delle persone con dipendenza da alcool sperimenta problemi di memoria e rallentamento del pensiero come conseguenza dell'uso e abuso della sostanza.
Mentre bevono, possono avere difficoltà a ricordare nuove informazioni, come ad esempio il nome di una persona. In seguito, potrebbe verificarsi un blackout: l'incapacità di ricordare intere conversazioni o eventi accaduti mentre assumono alcool.
È meno comunemente noto il motivo per cui si verificano questi effetti collaterali e come il consumo eccessivo di alcool possa causare gravi danni a lungo termine al cervello.
Ma cosa succede agli individui con dipendenza da alcool durante il recupero? I danni causati dal consumo eccessivo di alcool possono essere “invertiti” o annullati?
Prima di rispondere a queste domande, bisogna cercare di comprendere come l'alcool influenza il cervello.
L'alcool ha un profondo effetto sulle complesse strutture del cervello. Blocca i segnali chimici tra le cellule cerebrali (chiamati neuroni), portando a sintomi immediati comuni di intossicazione, tra cui comportamento impulsivo, linguaggio distorto, scarsa memoria e riflessi rallentati.
Se il consumo eccessivo prosegue per un lungo periodo di tempo, il cervello si adatta al blocco dei segnali neuronali rispondendo in modo più drammatico a determinati prodotti chimici del cervello, i cosiddetti neurotrasmettitori.
Dopo che l'alcool ha lasciato il sistema, il cervello continua ad attivare i neurotrasmettitori, causando sintomi di astinenza dolorosi e potenzialmente pericolosi che possono danneggiare le cellule cerebrali.
Questo danno è aggravato dall'assunzione di grandi quantità di alcool in poco tempo ed improvvisi ritiri. I danni da alcool al cervello possono assumere diverse forme.
Il primo è la neurotossicità, che si verifica quando i neuroni reagiscono troppo a lungo ai neurotrasmettitori.
Troppa esposizione ad un neurotrasmettitore può causare la “bruciatura” dei neuroni. Poiché i neuroni costituiscono i percorsi tra le diverse parti del cervello, quando iniziano a 'bruciare', possono causare un notevole rallentamento nelle reazioni di questi percorsi.


Oltre al danno trasmettitoriale, anche la materia cerebrale stessa viene danneggiata dal consumo di alcool. Le persone con dipendenza da alcool spesso soffrono di “restringimento del cervello”, ossia una diminuzione del volume di materia grigia (corpi cellulari) e sostanza bianca (percorsi cellulari) nel tempo.
Vi sono alcune sottili differenze nel modo in cui il danno cerebrale si verifica negli uomini e le donne, ma indipendente dal sesso, la perdita di materia cerebrale aumenta con l'età e la quantità di alcool consumato.
Quali sono gli effetti osservabili di questo danno?
Poiché l'alcool colpisce una grande parte del cervello, possono verificarsi molti diversi tipi di deterioramento cognitivo a carico della velocità di elaborazione, memoria di lavoro, attenzione, risoluzione dei problemi, elaborazione spaziale e impulsività.
Le parti del cervello relative alle memorie e alle “funzioni superiori”, ad esempio la risoluzione dei problemi e il controllo degli impulsi, sono più suscettibili ai danni rispetto ad altre parti del cervello, quindi i problemi in queste aree tendono ad essere peggiori di altri.
Gli adolescenti sono particolarmente a rischio di danni permanenti e deficit di prestazioni, dal momento che le aree cerebrali maggiormente colpite sono ancora in via di sviluppo.
Senza un trattamento adeguato,il deterioramento cognitivo peggiora, sviluppandosi infine in una sindrome duratura nota come demenza da alcool, che rappresenta circa il 1'% di tutti i casi di demenza.
I deficit cognitivi sono peggiorati dalla malnutrizione, in particolare da una carenza di vitamina B (una carenza comune negli individui dipendenti dall'alcool).
La malnutrizione e l'uso prolungato di alcolici possono causare gravi danni alla memoria e al linguaggio nel tempo e possono potenzialmente causare un disturbo cognitivo permanente chiamato sindrome di Wernicke-Korsakoff che provoca amnesia e, se non trattata, può portare al coma.
Cosa succede durante il recupero?
Per molte persone, il cervello può guarire. Se iniziata nel tempo, l'astinenza da alcool può invertire la maggior parte dei danni fisici causati dal suo consumo.
Gli studi di risonanza magnetica sono utilizzati per visualizzare e misurare sia il danno che il miglioramento del tessuto in tutte le aree del cervello. Questi studi di risonanza magnetica hanno dimostrato che il volume di materia grigia perduto a causa dell'abuso di alcool cronico inizia a rigenerarsi in appena due settimane di astinenza.
Proprio come il danno cerebrale porta al deterioramento cognitivo, il tessuto cerebrale guarito porta ad un miglioramento delle prestazioni cognitive. Oltre a questo aspetto, alcuni miglioramenti cognitivi derivano dalla capacità del cervello di adattarsi al danno e creare nuovi percorsi per completare i compiti.
Volendo concludere, l'uso di alcool può causare deficit cognitivi, ma diversi studi hanno dimostrato che l'astinenza può invertire la maggior parte dei danni fisici e cognitivi causati dal consumo eccessivo di alcolici se il trattamento inizia precocemente.
Pertanto, è importante che le persone con dipendenza da alcool cerchino un supporto specialistico il prima possibile.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
Bibliografia
- Beck, A., Wüstenberg, T., Genauck, A., Wrase, J., Schlagenhauf, F., Smolka, M. N., . . . Heinz, A. (2012). Effect of brain structure, brain function, and brain connectivity on relapse in alcohol-dependent patients. Archives of General Psychiatry, 69(8), 842–853.
- Segobin, S. H., Chételat, G., Le Berre, A., Lannuzel, C., Boudehent, C., Vabret, F., . . . Pitel, A. (2014). Relationship between brain volumetric changes and interim drinking at six months in alcohol-dependent patients. Alcoholism: Clinical and Experimental Research, 38(3), 739–748.