Dipendenza e co-dipendenza: il ruolo della vergogna
Nel contesto della dipendenza e della co-dipendenza, la vergogna è un sentimento sempre in agguato, spesso al di sotto della coscienza che porta alla formazione di altri sentimenti dolorosi e comportamenti problematici.
La vergogna è spesso così dolorosa per la psiche che la maggior parte delle persone farà di tutto per evitarla, anche se è un'emozione naturale che tutti provano.
È una risposta fisiologica del sistema nervoso autonomo; può comportare arrossamento, accelerazione del battito cardiaco, sudorazione, evitamento del contatto oculare e persino nausea e/o vertigini.
Mentre il senso di colpa è un giudizio giusto o sbagliato sul proprio comportamento, la vergogna è un sentimento.
Il senso di colpa può motivare il soggetto a correggere o riparare l'errore; al contrario, la vergogna è un intenso sentimento globale di inadeguatezza, inferiorità o disgusto di sé.
Di fronte agli altri, ci si sente esposti e umiliati, come se potessero vedere i nostri difetti. La parte peggiore della vergogna è un profondo senso di separazione, da sé stessi e dagli altri.
Si perde cioè il contatto con tutte le altre parti di sé stessi e ci si sente disconnessi da tutti gli altri.
La vergogna induce convinzioni inconsce, come: sono un fallimento; non sono importante; sono sfiduciato; non merito di essere felice; sono una brutta persona; sono falso e difettoso.
La vergogna cronica nella dipendenza e nella co-dipendenza
Per i tossicodipendenti e i co-dipendenti, la vergogna è un sentimento sempre in agguato, spesso al di sotto della coscienza, e porta ad altri sentimenti dolorosi e comportamenti problematici.


Ci si vergogna di sé stessi e si comincia a credere di non essere meritevoli o degni di amore, rispetto, successo o felicità.
Quando la vergogna diventa onnipervasiva, paralizza la spontaneità. Un senso cronico di indegnità e inferiorità può provocare depressione, disperazione e angoscia, finchè non si diviene insensibili, sentendosi disconnessi dalla vita e da chiunque altro.
La vergogna può portare alla dipendenza ed è il sentimento principale che porta a molti altri sintomi nei co-dipendenti.
Ecco alcuni sintomi derivanti dalla vergogna: perfezionismo, bassa autostima e senso di colpa.
Per i co-dipendenti, la vergogna può condurre al controllo e alla comunicazione disfunzionale e non assertiva.
La vergogna crea molte paure o ansie che rendono difficili le relazioni, specialmente quelle intime. Molte persone si auto-sabotano nel lavoro e nelle relazioni a causa di queste paure.
Non si è assertivi quando la vergogna non consente di prendere una posizione o esprimere sé stessi.
Si incolpano gli altri perchè ci si sente già troppo angosciati con sé stessi che non si riesce ad assumersi la responsabilità di alcun errore o incomprensione.
I co-dipendenti hanno paura di avvicinarsi perchè non credono di essere degni di amore, o che, una volta conosciuti, deluderanno l'altra persona.
Il pensiero inconscio potrebbe essere: “me ne vado prima che tu mi lasci”. La paura del successo e del fallimento può quindi limitare le prestazioni lavorative e le opzioni di carriera.
La vergogna nascosta
Poichè la vergogna è così dolorosa, è comune per le persone nasconderla reagendo con tristezza, superiorità o rabbia per un insulto percepito.
Altre volte, viene fuori come vanto, invidia o giudizio verso gli altri. Più aggressivi e sprezzanti sono questi sentimenti, più forte è la vergogna.
Un altro sintomo principale è la frequente idealizzazione degli altri, perchè ci si sente troppo inferiori a confronto.
Il problema con queste difese è che, non essendo consapevoli, la vergogna non può essere dissipata. Infatti, persiste e peggiora.
Teorie sulla vergogna
Esistono tre teorie principali sulla vergogna; la prima è di tipo funzionale, derivata dalla teoria darwiniana.
I funzionalisti vedono la vergogna come adattabile alle relazioni e alla cultura. Aiuta ad essere accettabile, adattarsi e comportarsi moralmente nella società.
Il modello cognitivo vede invece la vergogna come un'autovalutazione in reazione alla percezione che gli altri hanno del soggetto e al suo mancato rispetto di determinate regole e standard.
Questa esperienza viene interiorizzata e auto-attribuita in senso globale, in modo da far sentire la persona imperfetta o fallita.
La terza è una teoria dell'attaccamento psicoanalitico basata sull'attaccamento del bambino alla madre e ai suoi caregivers significativi.
Quando c'è uno stile di attaccamento disfunzionale, il bambino può sentirsi indesiderato o inaccettabile già dai due anni e mezzo.
La ricerca ha anche dimostrato che la propensione alla vergogna varia tra i differenti temperamenti dei bambini.
“Guarire” dalla vergogna
La 'guarigione' richiede un ambiente sicuro in cui iniziare a essere vulnerabili, esprimersi e ricevere accettazione ed empatia.
Solo così si è in grado di interiorizzare una nuova esperienza e iniziare a rivedere le convinzioni circa sé stesso e la propria vita.
Potrebbe richiedere la rivisitazione di eventi che inducono vergogna o messaggi passati al fine di rivalutarli da una nuova prospettiva.
Per fare questo tipo di lavoro, occorre uno psicologo o uno psicoterapeuta empatico per creare quello spazio, in modo da poter tollerare in modo incrementale il disprezzo di sé e il dolore della vergogna abbastanza da rifletterci su e cominciare a viverla in un modo più adattivo e funzionale.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro