Disoccupazione e salute mentale
Una nuova ricerca psicologica evidenzia come la disoccupazione possa generare negli individui un forte stress psicologico ed un elevato senso di frustrazione che minano la salute mentale.
La ricerca passata ha evidenziato come la disoccupazione produce effetti negativi in termini di salute mentale. Le nuove scoperte, pubblicate nella rivista “Journal of Occupational Health Psychology”, aiutano a spiegare perché ciò avviene.
“Ero particolarmente interessato a questo argomento perché la domanda sul perché le persone lavorano o che impatto produce la possibilità di svolgere un lavoro è fondamentale per tutti noi”, ha dichiarato Andrea Zechmann, ricercatore e docente presso la Friederich-Alexander University di Norimberga.
“Spesso, quando si parla di occupazione sembra che si tratti di un argomento ovvio – come quello che fornisce un reddito, ci dà un senso di sicurezza, o parliamo di lavoro con una connotazione negativa (è troppo, troppo stressante, i colleghi sono antipatici) ma dimentichiamo che il lavoro in generale è qualcosa che ci aiuta a rimanere psicologicamente sani”.
Ovviamente, secondo i ricercatori bisogna sempre guardare alla situazione specifica in quanto molte condizioni di lavoro non sono salutari e ostacolano la salute mentale; tuttavia, la possibilità di avere un lavoro è indubbiamente un qualcosa di positivo.
I ricercatori si sono recati presso agenzie di collocamento o strutture di consulenza in diverse città tedesche, arrivando a reclutare 1.143 persone che era attualmente disoccupate o che si aspettavano di diventare presto disoccupate.
I partecipanti hanno completato dei questionari ogni 4 mesi per circa 2 anni e mezzo.

Zechmann e i suoi colleghi hanno scoperto che i disoccupati che hanno trovato nuovi posti di lavoro tendevano a sperimentare una sostanziale diminuzione del disagio psicologico e della tensione finanziaria.
Hanno anche manifestato un aumento di molti altri importanti fattori, tra cui il contatto sociale e il loro senso di scopo collettivo.
“L'occupazione non ci fornisce solo un reddito, ma consente l'accesso a esperienze psicologiche che aiutano a soddisfare importanti bisogni psicologici”, ha affermato l'autore dello studio.
“Queste esperienze, i cosiddetti benefici latenti dell'occupazione sono: struttura temporale (struttura lavorativa della giornata, settimana, anno), contatto sociale (con persone al di fuori della famiglia), stato/identità (ad esempio lo stato associato con la nostra professione ci dà la sensazione di chi siamo), attività (l'impiego ci obbliga ad essere attivi), lo scopo collettivo (l'impiego consente di collaborare con gli altri e raggiungere obiettivi più ampi che non si potrebbero raggiungere da soli) e la competenza (l'occupazione ci consente di affrontare le sfide, di sentirci efficaci)”.
La soddisfazione di tali funzioni, manifeste e latenti dell'occupazione, contribuisce ad un miglioramento della salute mentale.
Lo studio, come tutte le ricerche, include alcune limitazioni. Ad esempio, a causa del sistema di protezione della disoccupazione in Germania e di livelli relativamente bassi di disuguaglianza, i risultati potrebbero non essere completamente generalizzati ad altri paesi.
Le domande che devono ancora essere affrontate riguardano come le esperienze fornite dall'occupazione possono essere sostituite per coloro che sono disoccupati o non occupati regolarmente (in congedo parentale, casalinghe, pensionati e via dicendo).
“Non sappiamo ancora se il volontariato o i corsi di formazione possano fornire un accesso sufficiente alle funzioni di lavoro al fine di mantenere le persone in buona salute”, ha proseguito il ricercatore.
Inoltre, non potendo prevedere come cambierà l'occupazione in futuro, è difficile capire quante professioni andranno perse a causa dei cambiamenti tecnologici.
In aggiunta a ciò, potrebbero esserci ancora più funzioni di impiego latenti che la ricerca non ha trovato. In generale, i partecipanti che hanno trovato lavoro hanno riportato un impatto positivo.
Tuttavia, ciò non significa che l'occupazione sia sempre l'opzione migliore o che tutti i lavori possano soddisfare i bisogni psicologici delle persone.
“Vorrei sottolineare che questa ricerca non vuole certamente esaltare l'occupazione. Questo studio vuole solo rispondere alla domanda sul perché l'occupazione in generale sia benefica per la salute mentale. Ci sono molti posti di lavoro insalubri che ostacolano la nostra salute mentale e i ricercatori devono anche continuare a identificare ciò che porta le persone ad ammalarsi nel mondo del lavoro”, ha concluso il ricercatore.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
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