È scientifico: coppie ed amici si somigliano anche nella personalità!
La rivoluzionaria scoperta sul legame tra relazioni sociali e tratti di personalità.
È risaputo: gli amici ed i partner tendono a condividere alcune caratteristiche, come l’età, l’istruzione ed anche l’intelligenza.
Tuttavia, la ricerca ha da tempo suggerito che la personalità non è uno di questi punti in comune.
Un nuovo studio, però, ha dimostrato, utilizzando i dati comportamentali raccolti dai social media, che le persone assomigliano ad i loro amici ed ai loro compagni più di quanto si pensasse.
L’idea che i nostri partner o gli amici siano simili a noi sembra essere abbastanza intuitiva.
Dopo tutto, condividere simpatie ed antipatie particolari ed avere interessi comuni sono il fondamento delle nostre relazioni, fin dai primi giorni di vita.
“Sorprendentemente, però, decenni di ricerca non hanno trovato alcuna prova a riguardo”, ha commentato lo psicologo Youyou Wu della University of Cambridge e Northwestern University, autore dello studio.
Il Dott. Wu e colleghi hanno ipotizzato che il problema fosse nel fatto che molti ricercatori avevano misurato la personalità con questionari self-report, chiedendo alle persone stesse di esaminare i propri tratti di personalità.
“Quando la gente risponde a domande come ‘Sei ben organizzato?’, è normale che finiscano per confrontare se stesse con le persone intorno a loro”, ha spiegato il Dott. Michal Kosinski (Stanford University), co-autore dello studio. “In altre parole, se si è circondati da persone molto ben organizzate, ci si può giudicare più duramente. Al contrario, un individuo relativamente disordinato, che vive in un dormitorio con altri che sono anche peggio di lui, potrebbe vedere se stesso come un esempio di pulizia ed ordine”.
I ricercatori hanno ipotizzato, quindi, che questo fenomeno, chiamato “reference group effect”, incrementi la differenza nei punteggi di personalità tra amici e partner.
Lo studio ed i suoi risultati.
Per aggirare questo pregiudizio, dunque, gli studiosi hanno misurato la personalità sulla base dell’osservazione del comportamento delle persone: in questo caso, il comportamento digitale.
Così, usando un’applicazione Facebook, chiamata MyPersonality, i Dott. Wu, Kosinski ed i colleghi H. Andrew Schwartz (Stony Brook University) e David Stillwell (University of Cambridge) hanno raccolto i dati su Internet ed i punteggi ottenuti nel questionario di personalità di 295.320 partecipanti.
Utilizzando tali informazioni, inoltre, essi hanno dedotto, tramite modelli statistici, i tratti di personalità delle persone dai loro “Mi piace” e dagli aggiornamenti di stato su Facebook.
“Coloro che preferiscono ‘Salvador Dali’ o la ‘meditazione’, per esempio, tendono ad avere un punteggio alto nell’apertura alle nuove esperienze; coloro che si riferiscono spesso a ‘festa’ o ‘fine settimana’ tendono ad essere più estroversi” ha spiegato il Dott. Wu. “Il vantaggio di questo approccio è che ognuno è giudicato in base ad uno standard universale, lasciando meno spazio per il giudizio soggettivo. Questo metodo risolve il problema che ogni persona ha un gruppo di riferimento diverso”.
Come era atteso dai ricercatori, è stata riscontrata una somiglianza sostanziale per quel che riguarda la personalità tra gli amici e tra i partner.
“Abbiamo riscontrato che, sui questionari self-report, le coppie non sono più simili degli estranei, ma quando abbiamo misurato la personalità con il comportamento digitale – i ‘mi piace’ e gli aggiornamenti di stato di Facebook – le coppie lo erano più di quanto ritenuto possibile”, ha spiegato il Dott. Stillwell. “Quindi, le persone frequentano e sono amiche di quegli individui che sono come loro”.
Considerazioni.
Anche se i dati indicano che gli amici ed i partner sono più simili di quanto si pensasse, i ricercatori fanno notare che questi risultati, però, non mettono in luce l’ordine causale delle cose: cioè, essi non mostrano se le persone sono attratte le une dalle altre a causa di analogie già esistenti, o se diventano più simili tra di loro nel corso del tempo.
La ricerca rivela, inoltre, un nuovo strumento interessante per la comprensione dei rapporti sociali stretti e mette in evidenza l’importanza di scegliere le procedure più adeguate per misurare tratti psicologici, come la personalità, in contesti diversi.
“Quando il nostro gruppo di ricerca ha sviluppato questo nuovo metodo di valutazione, lo abbiamo considerato come un sostituto per quelli tradizionali, come il questionario self-report, perché è veloce, economico e basato sul comportamento”, ha aggiunto il Dott. Wu. “Siamo felici di vedere che esso fornisce nuovi elementi di un fenomeno sociale importante, andando oltre la semplice sostituzione delle vecchie metodologie”.
Quindi, è importante sottolineare che questo studio mostra come gli scienziati possano, e debbano, aggiornare la loro valutazione di un fenomeno appena sono disponibili nuovi strumenti e prove.
“La conclusione a cui siamo giunti è diversa dalla maggioranza dei risultati precedenti”, ha concluso il Dott. Schwartz. “Il nostro studio dimostra che la Psicologia è, sotto alcuni aspetti, una scienza ancora relativamente giovane e che, in quanto tale, potrebbe non avere risposte, o averne di sbagliate, a molte domande fondamentali”.
Resta, comunque, un dato importante: scegliamo e costruiamo la nostra vita con persone che ci assomigliano più di quanto pensiamo!
Fonte: Psycholgical Science
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)