Emozioni e stati infiammatori
Secondo l’articolo pubblicato nella rivista “Emotion”, le persone che sperimentano una diversa gamma di emozioni positive sembrano avere livelli inferiori di infiammazioni sistemica.
Un recente studio ha messo in evidenza che lo sperimentare un ampio spettro di emozioni positive diverse, giorno per giorno, sia correlato ad un minor numero di bio-marcatori infiammatori, che a loro volta riducono il rischio di malattie croniche e di morte prematura.
Questi risultati hanno messo in evidenza il ruolo unico che le emozioni positive di tutti i giorni svolgono nel nostro benessere fisico.
L’articolo “Emodiversity and Biomarkers of Inflammation”, è stato pubblicato online il 22 Giugno 2017 nella rivista “Emotion”.
La ricerca ha individuato una correlazione tra emozioni negative e infiammazione, ma i ricercatori ritengono che questo sia stato il primo studio che ha evidenziato come le persone che sperimentano una diversità di emozioni positive sembrano avere livelli inferiori di infiammazione sistemica.
In particolare, i ricercatori hanno scoperto che la sperimentazione di una limitata diversità di emozioni positive non riduce l’infiammazione.
Quindi hanno coniato il termine “Emodiversità” per sottolineare la potenziale importanza di promuovere una “larghezza e abbondanza” di diverse emozioni positive su base giornaliera.
Le 16 emozioni di valenza positiva che sono incluse nel termine “emodiversità” sono: essere attivi, stare in guardia, giocare, sentirsi a proprio agio, attenzione, sentirsi calmi, gaiezza, determinazione, entusiasmo, eccitazione, felicità, ispirazione, interesse, orgoglio, relax e forza.
Quando si possiede una “bassa emodiversità” ci troviamo di fronte ad esperienze emozionali relativamente omogeneizzate e concentrate in un ampio spettro di categorie emotive.
Sul lato opposto, avere una alta emodiversità significa possedere una gamma eterogenea e ampiamente distribuita di emozioni positive in più categorie.

Per determinare la diversità emotiva, i ricercatori hanno scelto 175 partecipanti, e chiesto loro di raccontare la propria esperienza rispetto alle 16 suddette emozioni alla fine di ogni giorno.
Hanno chiesto anche di valutare la propria esperienza rispetto a 16 emozioni di valenza negativa che comprendevano il timore, la vergogna, umore triste, angoscia, sonnolenza, colpevolezza, ostilità, irritabilità, nervosismo, malinconia, tristezza, spavento, pigrizia, stanchezza e agitazione.
Il grado in cui qualcuno aveva sperimentato una delle 32 emozioni giornaliere, positive o negative, è stato valutato mediante una Scala Likert da 1 (molto leggermente) fino a 5 (estremamente).
L’emodiversità è stata misurata in un periodo di 30 giorni e categorizzata per numero di volte e grado a cui si è verificata ogni emozione.
Dopo che l’esperimento è stato completato, i campioni di sangue sono stati presi e testati per tre biomarcatori di infiammazione: interleuchina-6 (IL-6) è un biomarcatore legato sia all’infiammazione sistemica che la disgiunzione metabolica; proteina C-reattiva (PCR), ossia una proteina rilevabile nel sangue prodotta dal fegato e facente parte delle cosiddette proteine di fase acuta, un gruppo di proteine sintetizzate durante uno stato infiammatorio; ed il fibrinogeno, o fattore I della coagulazione, ossia una glicoproteina plasmatica sintetizzata dal fegato con lo scopo di favorire l’emostasi, ossia la coagulazione del sangue.
I ricercatori hanno concluso che una maggiore diversità di emozioni positive quotidiane è stata correlata ad una minore infiammazione sistemica.
Al contrario, non esisteva alcuna associazione tra emodiversità negativa e ridotta infiammazione.
Anthony Ong, professore di sviluppo umano e gerontologia presso la Cornell University ed il Well Cornell Medical College, è stato l’autore principale dello studio.
In una dichiarazione, Ong ha riassunto i risultati del gruppo di ricerca dicendo:
“Ci sono crescenti testimonianze che le risposte infiammatorie possono aiutare a spiegare come le emozioni si manifestano sotto la pelle, per così dire, e contribuire alla suscettibilità delle malattie. I nostri risultati suggeriscono che avere un ricco e diverso ‘corollario’ di emozioni positive possa beneficiare alla salute in termini di bassi livelli di infiammazione”.
Poiché i parametri di questo studio preliminare sono stati limitati ad un’unica area geografica e focalizzati su individui di mezza età, Ong conclude che la ricerca futura dovrebbe includere campioni più grandi e culturalmente diversi.
Inoltre, questo studio non ha affrontato i meccanismi psicobiologici sottostanti che potrebbero determinare la presenza di bassi biomarcatori di infiammazione.

Ong e colleghi hanno proposto una varietà di ipotesi su come la diversità emotiva positiva possa ridurre l’infiammazione, ma è necessaria una maggiore ricerca.
I ricercatori hanno affermato:
“L’emodiversità può agire per ridurre le valutazioni negative dello stress e facilitare strategie di coping attive. In alternativa, l’emodiversità può influenzare i comportamenti rilevanti per la salute in generale, indipendentemente dalla sua influenza sulle risposte allo stress. È inoltre possibile che l’infiammazione sistemica si ponga tra quei fattori di moderazione che collegano l’emodiversità alla morbilità psicologica successiva. Questi processi ipotizzati devono però essere studiati empiricamente”.
Rivelando ulteriormente una connessione tra abitudini di vita e infiammazione, una recente analisi sistematica di oltre un decennio di interventi mente-corpo, ha rilevato che pratiche come yoga e meditazione riducono le citochine pro-infiammatorie e riducono i geni legati all’infiammazione.
La revisione sistematica, pubblicata sulla rivista Frontiers in Immunology, ha analizzato 18 diversi studi basati su interventi mente-corpo, e concluso che pratiche come la consapevolezza, la meditazione, lo yoga e il tai-chi sembrano avere l’effetto molecolare di invertire la “firma molecolare” causata dallo stress cronico e l’espressione di geni proinfiammatori.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)