Emozioni spoglie di parole: l'alessitimia
Nella pratica clinica può capitare spesso di trovarsi di fronte a bambini e adulti che non riescono a esprimere con le parole i propri sentimenti e pensieri. Questa particolare situazione evidenzia come non dipenda direttamente dalla loro volontà, ma più che altro da un'incapacità nel saperlo fare.
Il termine clinico per questa esperienza è “alessitimia”, dal greco a- «mancanza», lexis «parola» e thymos «emozione» dunque: «mancanza di parole per [esprimere] emozioni», ed è definita come l'incapacità di riconoscere le emozioni, le loro sottigliezze e trame.
L'alessitimia fa quindi riferimento alla mancanza di abilità di una persona di conoscere la propria esperienza di sé o di comprendere la complessità di ciò che gli altri sentono e pensano.
Tra le caratteristiche tipiche dell'alessitimia ritroviamo: difficoltà a identificare diversi tipi di sentimenti; comprensione limitata di ciò che provoca le emozioni; difficoltà ad esprimerle; difficoltà a riconoscere le caratteristiche del viso negli altri; immaginazione limitata o rigida; stile di pensiero ristretto; ipersensibilità alle sensazioni fisiche; connessione distaccata o provvisoria dagli altri.
Dal punto di vista storico, il termine è stato menzionato per la prima volta come costrutto psicologico nel 1976 ed è stata interpretata come un deficit nella consapevolezza emotiva.
La ricerca suggerisce che circa l'8% dei maschi ed il 2% delle femmine sperimentano l'alessitimia e che può presentare intensità lievi, moderate e gravi.
Gli studi dimostrano anche che l'alessitimia ha due dimensioni: una dimensione cognitiva, in cui un bambino o un adulto lotta per identificare, interpretare e verbalizzare i sentimenti (la parte “pensante dell'esperienza emotiva”); e una dimensione affettiva, in cui sorgono difficoltà nel reagire, esprimere, sentire e immaginare (la parte “esperienziale” della nostra esperienza emotiva).
L'alessitimia è stata a lungo associata ad una serie di disturbi psicologici come autismo, depressione, schizofrenia e disturbi somatoformi.


È molto difficile per coloro che lottano con l'alessitimia fronteggiare anche i coesistenti disturbi psicologici, perché la loro vulnerabilità alla comprensione di sé stessi e degli altri complica il decorso di un trattamento.
Nel percorso psicologico e/o psicoterapeutico, l'obiettivo è rafforzare la capacità di identificazione e comprensione dei sentimenti. Durante la valutazione, il clinico può farsi un'idea migliore di come i sintomi alessitimici possano essere associati a una o più forme di condizioni di salute mentale.
Per le persone che vivono con l'alessitimia, un professionista della salute mentale si concentra spesso sulla creazione di un fondamento per nominare le emozioni e apprezzare una serie di sentimenti.
Il processo includerà probabilmente sia la considerazione delle esperienze di altre persona sia l'auto-riflessione. Per una persona con alessitimia il processo di crescita della propria intelligenza e capacità emotiva può essere difficile.
Oltre al trattamento psicologico e/o psicoterapeutico, gli studi dimostrano che la scrittura espressiva può essere utile per estendere la capacità di rilevare le emozioni.
In generale, si raccomanda di scrivere ogni giorno in un diario, andando oltre la lista degli eventi del giorno. All'inizio potrà sembrare difficile, ma l'obiettivo è ampliare la gamma delle osservazioni sia interne che esterne all'individuo.
Potrebbe risultare utile anche la lettura di romanzi, in cui sono spesso presenti descrizioni di pensieri, sentimenti, momenti ed esperienze.
A tal proposito, gli studi suggeriscono che questo è un ottimo modo per apprendere il linguaggio espressivo, sviluppare il “muscolo” del linguaggio ricettivo e acquisire padronanza nel modo di descrivere una storia o una narrativa personale.
Possono essere contemplate anche le arti espressive; adottare un approccio più formale con una classe di recitazione, danza, arte, musica o terapia del movimento ha dimostrato di aiutare le persone con alessitimia a riconoscere ed esternare i sentimenti.
Tra i trattamenti psicologici e/o psicoterapeuti, quelli basati sulle abilità, sono forme brevi di psicoterapia che mirano ad insegnare attraverso la costruzione di abilità.
Trattamenti come la terapia comportamentale dialettica e la terapia interpersonale a breve termine aiutano le persone con alessitimia ad essere più attenti agli stati emotivi personali e come identificare le emozioni negli altri.
La psicoterapia di gruppo può invece offrire ai bambini e agli adulti modi per esplorare i propri pensieri e sentimenti oltre a sperimentare scambi significativi con gli altri.
Questa modalità di psicoterapia approfondisce anche il senso di connessione con gli altri.
Infine, mentre la maggior parte delle psicoterapia utilizzano la parola come veicolo per ridurre i sintomi alessitimici, l'ipnosi e il training di rilassamento guardano all'immaginazione guidata e alle mentalizzazione per aiutare a migliorare la comprensione emotiva.
Volendo concludere, l'alessitimia è quindi un tratto che rende difficile trovare parole per pensieri e sentimenti. È sperimentato da bambini e adulti e può presentarsi in forme lievi, moderate e gravi.
Una volta identificata, l'alessitimia può essere trattata con l'obiettivo di rendere più facile navigare tra i sentimenti e le loro trame.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro