Fantasie erotiche: il buono, il brutto e il cattivo!
Mentre le fantasie erotiche categorizzate come buone sono legate ad una considerazione di sé positiva, i desideri sessuali classificati come brutti e cattivi richiamano invece i sentimenti di colpa e di vergogna.
Una vibrante vita erotica richiede una certa sinergia tra le nostre fantasie e desideri di ciò che è buono, brutto e cattivo; le nostre fantasie sessuali forniscono infatti una finestra della nostra vita interiore: chi vogliamo essere, così come chi abbiamo paura di essere.
In qualità di psicologo, il Dottor Max Belkin, invita spesso i suoi pazienti ad esplorare il loro comportamento sessuale e le proprie fantasie erotiche come riflesso della loro educazione, bisogni emotivi e modelli relazionali.
Insieme si cerca di dare voce alle parti trascurate e rinnegate del loro Sé erotico, favorendo un’integrazione tra la componente amorevole, tenera e aggressiva, così come delle fantasie stravaganti che subentrano nelle loro relazioni erotiche.
Durante la crescita, si impara a categorizzare le fantasie, nel senso che alcune vengono considerate come buone e accettabili, altre come cattive e inaccettabili, e infine altre come brutte e indicibili.
Come risultato, mentre le fantasie erotiche categorizzate come buone sono legate ad una considerazione di sé positiva, i desideri classificati come brutti e cattivi richiamano invece i sentimenti di colpa e di vergogna.
Per esempio, un paziente uomo può presentarsi come una persona tutta d’un pezzo, ipermascolina, ma si impegna tuttavia e regolarmente in relazioni sessuali con uomini gay.
Al fine di evitare il senso di colpa e la vergogna, il soggetto tende a valutare le sue azioni come qualcosa di sgradevole, piuttosto che inquadrarle come desideri che fanno parte di lui.
Non a caso, quando ha sviluppato sentimenti più profondi verso uno di questi uomini, il loro contatto sessuale è cessato; il conflitto presente vede quindi da una parte un agito esterno dei suoi desideri erotici, che però sono considerati come brutti, e che pertanto non possono essere accettati perché minacciano la sua identità di uomo tutto d’un pezzo.
Le fantasie erotiche considerate “buone” non solo aiutano a creare e mantenere le versioni idealizzate dei nostri partner, ma aumentano anche l’autostima.
Ad esempio, il protagonista Johnny del film “Vertigo” di Hitchcock, si ritrova irresistibilmente attratto dalla misteriosa, bella e mentalmente fragile Madeleine; l’infatuazione di Johnny con Madeleine gli permette di personificare più ruoli contemporaneamente, come il detective, l’analista e l’amante, rinforzando così la percezione maschile di sé.
Al contrario, nel film “Rebecca” , Hitchcock allude all’amore omosessuale, alla lussuria sfrenata e al sesso promiscuo; considerati i costumi sessuali del 1940, questi desideri sono vissuti così negativamente e intesi come distruttivi, che nel film Hitchcock si è quasi “sentito costretto” a creare un finale in cui, la presunta amante femminile di Rebecca, muore bruciata.
Infine, il film forse più sconvolgente di Hitchcock, “Psycho” ci lascia con un’indimenticabile e straziante immagine di dissociata aggressione sessuale, che potrebbe essere categorizzata come indiscutibilmente brutta.
Il personaggio principale del film si “trasforma” infatti in sua madre morta, a causa di un forte e patologico complesso di Edipo; la madre fidanzandosi con un altro uomo aveva - secondo Norman - tradito il figlio; Norman presentava quindi una doppia personalità, dandone una parte a sua madre, che faceva rivivere vestendosi come lei e riuscendo perfino ad imitarne perfettamente la voce.
Il Dottor Belkin utilizzando come metafora i tre film di Hitchcock, ritiene che la mente erotica possa funzionare in modo molto simile a quando ci si appresta a scegliere il film da vedere in tre diverse sale cinematografiche.
E’ come se la mente fosse in grado di mostrare tutte e tre le immagini erotiche consecutivamente e di sperimentare la tenerezza, la lussuria e l’aggressione nei confronti della stessa persona, seppur in tempi diversi.
Queste opzioni creative sono basate sulla capacità della nostra mente di differenziare tra desideri erotici buoni, brutti e cattivi e impedisce loro di scontrarsi con l’altro.
Il sesso “hot” o bollente spesso richiede la canalizzazione di impulsi aggressivi, mentre quello romantico richiama aspetti amorevoli e di tenerezza verso i propri partner.
Mentre in alcune occasioni si possono idealizzare e persino adorare le persone che si amano, altre volte si potrebbe godere di un’oggettivazione e di dominanza dell’altro.
Inoltre, la capacità della mente di compartimentalizzare le fantasie erotiche in buone, brutte e cattive, può facilitare la fuga da conflitti intrattabili e spesso paralizzanti, come l’amore e la lussuria, la tenerezza e l’aggressività, l’idealizzazione e oggettivazione.
Tuttavia, la giocosità e la vita erotica creativa si basa proprio sulla capacità di muoversi liberamente tra le varie fantasie e desideri erotici.
I problemi sorgono quando, come nell’esempio dell’uomo tutto d’un pezzo che si trova a gestire un conflitto interno rispetto alle sue preferenze sessuali, i confini tra desiderio erotico buono, brutto e cattivo divengono rigidi e impenetrabili.
Uno degli obiettivi della psicoterapia è quindi quello di aiutare le persone ad accettare e articolare le parti differenti di sé, e che sono categorizzate come brutte e cattive.
Abbracciare l’aggressività, la lussuria, il bisogno e la fame di potere stimola l’immaginazione erotica e ispira l’amore creativo.
Ogni volta che si ricercano informazioni circa le fantasie erotiche degli altri, bisogna procedere con tatto e rispetto per la loro privacy.
A volte, in risposta all’invito di descrivere la propria vita erotica, il cliente potrebbe chiedere esitante: “Devo davvero condividere questo?”, la risposta potrebbe essere “No. È importante però che riconosca le sue fantasie erotiche e le integri in sé stesso”.
Un senso di accettazione, accompagnato da un senso umoristico diminuisce la vergogna e il senso di colpa dei pazienti, e questo può quindi prefigurarsi come un obiettivo terapeutico.
Accogliendo quelle che sono le nostre fantasie, brutte o cattive che siano, siamo in grado di sfruttare il loro potenziale creativo per rivitalizzare la relazione con il nostro partner.
Al contrario, se si impongono vincoli oppressivi sulla vita erotica e fantastica degli altri, spesso questo può determinare un “arresto erotico”, una preclusione della possibilità.
Un focus esclusivamente orientato su ciò che è buono o giusto può infatti determinare frustrazione e monotonia.
A tal proposito, nel film di Sergio Leone, “Il buono, il brutto e il cattivo”, sono presenti tre protagonisti dalle caratteristiche personologiche molto lontane, se non opposte, tra loro; anche se è presente l’odio, la manipolazione, e occasionalmente la tortura dell’altro, nessuno di loro, preso singolarmente, sarebbe in grado di individuare e scoprire il tesoro. Sono pertanto costretti a collaborare con i loro nemici.
Allo stesso modo, nella nostra ricerca personale di realizzazione romantica e sessuale, ognuno di noi deve accettare di “lottare” con il buono, il cattivo, e quelle parti di noi stessi che occasionalmente riteniamo brutte!
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)
Mentre le fantasie erotiche categorizzate come buone sono legate ad una considerazione di sé positiva, i desideri sessuali classificati come brutti e cattivi richiamano invece i sentimenti di colpa e di vergogna.
Una vibrante vita erotica richiede una certa sinergia tra le nostre fantasie e desideri di ciò che è buono, brutto e cattivo; le nostre fantasie sessuali forniscono infatti una finestra della nostra vita interiore: chi vogliamo essere, così come chi abbiamo paura di essere.
In qualità di psicologo, il Dottor Max Belkin, invita spesso i suoi pazienti ad esplorare il loro comportamento sessuale e le proprie fantasie erotiche come riflesso della loro educazione, bisogni emotivi e modelli relazionali.
Insieme si cerca di dare voce alle parti trascurate e rinnegate del loro Sé erotico, favorendo un’integrazione tra la componente amorevole, tenera e aggressiva, così come delle fantasie stravaganti che subentrano nelle loro relazioni erotiche.
Durante la crescita, si impara a categorizzare le fantasie, nel senso che alcune vengono considerate come buone e accettabili, altre come cattive e inaccettabili, e infine altre come brutte e indicibili.
Come risultato, mentre le fantasie erotiche categorizzate come buone sono legate ad una considerazione di sé positiva, i desideri classificati come brutti e cattivi richiamano invece i sentimenti di colpa e di vergogna.
Per esempio, un paziente uomo può presentarsi come una persona tutta d’un pezzo, ipermascolina, ma si impegna tuttavia e regolarmente in relazioni sessuali con uomini gay.
Al fine di evitare il senso di colpa e la vergogna, il soggetto tende a valutare le sue azioni come qualcosa di sgradevole, piuttosto che inquadrarle come desideri che fanno parte di lui.
Non a caso, quando ha sviluppato sentimenti più profondi verso uno di questi uomini, il loro contatto sessuale è cessato; il conflitto presente vede quindi da una parte un agito esterno dei suoi desideri erotici, che però sono considerati come brutti, e che pertanto non possono essere accettati perché minacciano la sua identità di uomo tutto d’un pezzo.
Le fantasie erotiche considerate “buone” non solo aiutano a creare e mantenere le versioni idealizzate dei nostri partner, ma aumentano anche l’autostima.
Ad esempio, il protagonista Johnny del film “Vertigo” di Hitchcock, si ritrova irresistibilmente attratto dalla misteriosa, bella e mentalmente fragile Madeleine; l’infatuazione di Johnny con Madeleine gli permette di personificare più ruoli contemporaneamente, come il detective, l’analista e l’amante, rinforzando così la percezione maschile di sé.
Al contrario, nel film “Rebecca” , Hitchcock allude all’amore omosessuale, alla lussuria sfrenata e al sesso promiscuo; considerati i costumi sessuali del 1940, questi desideri sono vissuti così negativamente e intesi come distruttivi, che nel film Hitchcock si è quasi “sentito costretto” a creare un finale in cui, la presunta amante femminile di Rebecca, muore bruciata.
Infine, il film forse più sconvolgente di Hitchcock, “Psycho” ci lascia con un’indimenticabile e straziante immagine di dissociata aggressione sessuale, che potrebbe essere categorizzata come indiscutibilmente brutta.
Il personaggio principale del film si “trasforma” infatti in sua madre morta, a causa di un forte e patologico complesso di Edipo; la madre fidanzandosi con un altro uomo aveva - secondo Norman - tradito il figlio; Norman presentava quindi una doppia personalità, dandone una parte a sua madre, che faceva rivivere vestendosi come lei e riuscendo perfino ad imitarne perfettamente la voce.
Il Dottor Belkin utilizzando come metafora i tre film di Hitchcock, ritiene che la mente erotica possa funzionare in modo molto simile a quando ci si appresta a scegliere il film da vedere in tre diverse sale cinematografiche.
E’ come se la mente fosse in grado di mostrare tutte e tre le immagini erotiche consecutivamente e di sperimentare la tenerezza, la lussuria e l’aggressione nei confronti della stessa persona, seppur in tempi diversi.
Queste opzioni creative sono basate sulla capacità della nostra mente di differenziare tra desideri erotici buoni, brutti e cattivi e impedisce loro di scontrarsi con l’altro.
Il sesso “hot” o bollente spesso richiede la canalizzazione di impulsi aggressivi, mentre quello romantico richiama aspetti amorevoli e di tenerezza verso i propri partner.
Mentre in alcune occasioni si possono idealizzare e persino adorare le persone che si amano, altre volte si potrebbe godere di un’oggettivazione e di dominanza dell’altro.
Inoltre, la capacità della mente di compartimentalizzare le fantasie erotiche in buone, brutte e cattive, può facilitare la fuga da conflitti intrattabili e spesso paralizzanti, come l’amore e la lussuria, la tenerezza e l’aggressività, l’idealizzazione e oggettivazione.
Tuttavia, la giocosità e la vita erotica creativa si basa proprio sulla capacità di muoversi liberamente tra le varie fantasie e desideri erotici.
I problemi sorgono quando, come nell’esempio dell’uomo tutto d’un pezzo che si trova a gestire un conflitto interno rispetto alle sue preferenze sessuali, i confini tra desiderio erotico buono, brutto e cattivo divengono rigidi e impenetrabili.
Uno degli obiettivi della psicoterapia è quindi quello di aiutare le persone ad accettare e articolare le parti differenti di sé, e che sono categorizzate come brutte e cattive.
Abbracciare l’aggressività, la lussuria, il bisogno e la fame di potere stimola l’immaginazione erotica e ispira l’amore creativo.
Ogni volta che si ricercano informazioni circa le fantasie erotiche degli altri, bisogna procedere con tatto e rispetto per la loro privacy.
A volte, in risposta all’invito di descrivere la propria vita erotica, il cliente potrebbe chiedere esitante: “Devo davvero condividere questo?”, la risposta potrebbe essere “No. È importante però che riconosca le sue fantasie erotiche e le integri in sé stesso”.
Un senso di accettazione, accompagnato da un senso umoristico diminuisce la vergogna e il senso di colpa dei pazienti, e questo può quindi prefigurarsi come un obiettivo terapeutico.
Accogliendo quelle che sono le nostre fantasie, brutte o cattive che siano, siamo in grado di sfruttare il loro potenziale creativo per rivitalizzare la relazione con il nostro partner.
Al contrario, se si impongono vincoli oppressivi sulla vita erotica e fantastica degli altri, spesso questo può determinare un “arresto erotico”, una preclusione della possibilità.
Un focus esclusivamente orientato su ciò che è buono o giusto può infatti determinare frustrazione e monotonia.
A tal proposito, nel film di Sergio Leone, “Il buono, il brutto e il cattivo”, sono presenti tre protagonisti dalle caratteristiche personologiche molto lontane, se non opposte, tra loro; anche se è presente l’odio, la manipolazione, e occasionalmente la tortura dell’altro, nessuno di loro, preso singolarmente, sarebbe in grado di individuare e scoprire il tesoro. Sono pertanto costretti a collaborare con i loro nemici.
Allo stesso modo, nella nostra ricerca personale di realizzazione romantica e sessuale, ognuno di noi deve accettare di “lottare” con il buono, il cattivo, e quelle parti di noi stessi che occasionalmente riteniamo brutte!
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)