Genitori e figli: l’importanza del dialogo
Alcuni suggerimenti utili a capire come impostare il dialogo con i prori figli: promuovere un maggior senso di fiducia facendoli sentire al sicuro!
I genitori e gli insegnanti, soprattutto nella società attuale, rappresentano la prima linea di sostegno per i bambini e gli adolescenti.
È infatti importante cercare di creare sempre più una linea comunicativa aperta nei loro confronti al fine di costruire un maggior seno di fiducia.
Quando i bambini o gli adolescenti attraversano periodi in cui sperimentano delle difficoltà, spesso possono trovarsi in imbarazzo nel chiedere direttamente aiuto.
Ciò che risulta altrettanto importante, è la capacità di identificare quando i propri figli o studenti stanno combattendo una lotta emotiva; i bambini o gli adolescenti tendono infatti a interiorizzare i loro sentimenti: se qualcosa li preoccupa, non riescono a parlarne direttamente o a chiedere un supporto.
A volte non si rendono conto che l’aiuto è disponibile, quindi è essenziale che i genitori e gli insegnanti siano in grado di rilevare quando qualcosa non va e capire come meglio affrontare la questione.
Spingere i ragazzi o i bambini ad aprirsi può infatti rappresentare una sfida; a tal proposito verranno offerti dei suggerimenti utili atti a creare una conversazione e capire cosa sta succedendo nella loro vita.
Innanzitutto è importante farli sentire al sicuro, ossia creare una situazione in cui essi possano sentirsi a proprio agio nel parlare con voi; questo aspetto è essenziale per rendere chiaro il motivo per cui si sta parlando con loto.
I bambini, soprattutto se troppo piccoli, temono che il parlare di alcune cose possa poi determinare una punizione, in virtù del fatto che i genitori hanno sempre meno tempo per loro.
È quindi fondamentale ritagliarsi e pianificare regolarmente dei momenti in cui parlare con loro, come ad esempio durante il pranzo se il bambino è molto piccolo, o in maniera settimanale o bi-settimanale se ci si trova di fronte un adolescente.

Il secondo suggerimento è quello di ascoltarli in maniera attiva e mostrare interesse rispetto a quello che il bambino o l’adolescente ha da dire; molte volte, infatti, la reticenza nel parlare o aprirsi deriva da una percezione di scarso interesse da parte dell’adulto.
È importante quindi capire il loro punto di vista prima di offrire dei suggerimenti; a volte l’ansia per qualcosa di cui si viene a conoscenza può determinare un comportamento ansioso volto a voler cercare di risolvere tutto e subito, operando delle scelte drastiche.
In molti casi, il miglior aiuto che si può offrire è invece quello di ascoltare con attenzione!
Proseguendo su questa linea, è inoltre indispensabile affermare e supportare il loro bisogno di aiuto: se il vostro bambino o ragazzo afferma di sentirsi triste o turbato, è necessario comunicargli quanto siano per voi motivo di orgoglio e che possono fidarsi di voi nel condividere le loro emozioni.
Fate loro sapere che apprezzate il coraggio che hanno tirato fuori per parlare con voi, per confidarsi, appoggiandosi a voi per essere aiutati.
Qualora vi rendiate conto che il bisogno o il disagio espresso dal bambino sia più problematico del normale, è preferibile richiedere il consulto di un professionista appropriato.
È inoltre importante essere autentici; quando si parla con i propri figli è bene evitare di seguire degli script predefiniti applicabili a tutte le situazioni, perché confrontarsi con un adolescente vi mette a rischio di essere percepiti come disinteressati.
Mostrare invece un atteggiamento di apertura e autenticità li aiuterà a comportarsi nello stesso modo.
Non bisogna avere paura di rispondere “non lo so”, in quanto, pur essendo un genitore o insegnante è bene ammettere che non si possiedono delle risposte per tutto.

Tuttavia, qualora un bambino o un adolescente chiede qualcosa, ci si dovrebbe sforzare di trovare una risposta o qualcuno che possa aiutarli a risolvere quel particolare enigma emotivo e/o comportamentale.
Spesso, può succedere che i ragazzi si trovano a vivere periodi particolarmente turbolenti e difficili, sviluppando pensieri o ideazioni suicidarie.
Il fatto di ritrovarsi soli a combattere le proprie battaglie personali può determinare un senso di solitudine, e conseguente isolamento sociale, che può spingerli verso pensieri e gesti, a volte, definitivi.
I due passi più importanti nella prevenzione del suicidio sono appunto quelli di riconoscere i segnali di pericolo e richiedere un aiuto specialistico.
I segnali di pericolo possono includere l’uso significativo di sostanze come droga o alcool, un improvviso calo nel rendimento scolastico, automutilarsi mediante tagli o bruciature, o iniziare a parlare della morte.
Dinnanzi a comportamenti di questo tipo è bene che i genitori non ritardino nel chiedere aiuto, illudendosi di poter gestire o tenere sotto controllo quella situazione.
Tratto da "Apa"
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)