I ritiri spirituali modificano mente e corpo!
I cambiamenti a livello cerebrale che predispongono alle esperienze spirituali.
Vi siete mai chiesti: “Quanto tempo dedico a me stesso in una giornata?”.
Non è molto difficile calcolare questa percentuale: poco più di zero!
Riflettiamoci un attimo: appena apriamo gli occhi ogni mattina, ci si palesa subito davanti la lista delle cose da fare.. e tra queste non c’è mai qualcosa rivolto al nostro benessere!
Vi riporto un esempio (reale):
- Andare a lavoro;
- Preparare il pranzo;
- Essere puntuale alla riunione d’equipe;
- Riprendere il lavoro;
- Fare la spesa;
- Preparare la cena;
- Sbrigare le faccende più urgenti;
- Predisporre per il pranzo di domani;
- Preparare il materiale di lavoro per domani;
- Parlare con il mio compagno (possibilmente, eh!!).
Come vedete, la persona in questione non aveva proprio tempo per fare qualcosa per se stessa…
Ma sicuramente molti di voi si rivedono perfettamente in questa scenetta!!
Non ci accorgiamo, però, che così facendo trascuriamo una parte fondamentale di noi stessi: la spiritualità!
Molte persone iniziano ad avvertire sempre più questa necessità e si stanno impegnando in vacanze dedicate più allo spirito, che al corpo!!
Ad esempio, è emerso che molti americani si stanno dedicando, più che mai, ai ritiri spirituali, meditativi e religiosi, perché trovano in essi quegli strumenti attraverso cui resettare la loro vita quotidiana e migliorare il proprio benessere.
I ricercatori del Marcus Institute of Integrative Health, presso la Thomas Jefferson University, hanno dimostrato, a tal proposito, che vi sono dei cambiamenti nei sistemi cerebrali della Dopamina e della Serotonina dei partecipanti ai ritiri, che sottostanno a questa scelta.
Il gruppo ha pubblicato i suoi risultati su “Religion, Brain & Behavior”.
“Poiché Serotonina e Dopamina fanno parte dei sistemi di ricompensa ed emozionale del cervello, ciò ci aiuta a capire perché queste pratiche si traducono in forti esperienze emozionali positive”, ha spiegato il Dott. Andrew Newberg. "Il nostro studio ha mostrato cambiamenti significativi nei trasmettitori di queste due molecole, dopo un ritiro di sette giorni, il che potrebbe preparare i partecipanti alle esperienze spirituali che hanno riferito”.
Le scansioni effettuate dopo la fine del ritiro hanno rivelato, in particolare, diminuzioni del legame nei trasmettitori della Dopamina (5-8%), che è responsabile di mediare cognizione, emozioni e movimento, e della Serotonina (6,5%), coinvolta nella regolazione di emozioni ed umore, il che potrebbe rendere disponibili più neurotrasmettitori nel cervello.
Ciò si associa con le emozioni positive ed i sentimenti spirituali.
Lo studio ed i risultati.
Lo studio ha incluso 14 partecipanti cristiani, con età compresa tra 24 e 76 anni.
Essi hanno partecipato ad un ritiro ignaziano, sulla base degli esercizi spirituali sviluppati da S. Ignazio da Loyola, fondatore dei Gesuiti: a seguito della messa del mattino, i soggetti trascorrevano gran parte della giornata in contemplazione, preghiera e raccoglimento.
In più, ogni giorno costoro prendevano parte ad un incontro con il loro direttore spirituale, che li guidava nel processo di riflessione e conoscenza di se stessi.
Alla fine di questa esperienza, questi individui hanno effettuato una serie di esami, i quali hanno mostrato notevoli miglioramenti nell’autopercezione di salute fisica, tensione e fatica ed hanno riferito un maggior senso di autotrascendenza, correlabile alla variazione del legame della Dopamina.
“Il nostro team è curioso di sapere quali aspetti di un ritiro spirituale possano causare i cambiamenti osservati nei sistemi di neurotrasmissione e se più ritiri consecutivi possano produrre risultati diversi. Speriamo che gli studi futuri possano rispondere a queste domande”, ha concluso il Dott. Newberg.
Fonte: Science Daily
(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)