I sogni traumatici dei sopravvissuti all'Olocausto
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Dreaming” ha svolto un'indagine sui sogni traumatici degli ex prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz.
“I sogni di persone traumatizzate come gli ex prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz sono eccezionalmente interessanti come fonte di conoscenza sui sogni in generale e sul disturbo da stress post-traumatico in particolare”, ha riferito l'autore dello studio Wojiciech Owczarski dell'Università di Gdansk, in Polonia.
Molti ricercatori, teorici e psicoterapeuti che lavorano sul contenuto onirico affermano che i sogni, compresi gli incubi, spesso fungono da facilitatori nel processo di gestione del trauma.
“Mi chiedevo se gli spaventosi incubi dei sopravvissuti all'Olocausto potessero rivelare qualsiasi tipo di potenziale adattativo o di guarigione”.
A tal proposito, il Dottor Owczarski ha analizzato 504 segnalazioni oniriche di 39 donne e 88 uomini sopravvissuti ai campi di concentramento di Auschwitz. I rapporti furono raccolti dagli psichiatri dell'Accademia Medica di Cracovia nel 1973.
“Sarebbe bello intervistare personalmente i sopravvissuti di Auschwitz; purtroppo, hanno presentato le loro testimonianze nel 1973 e ora è impossibile parlare con loro. Il mio studio si basa pertanto esclusivamente su ciò che hanno scritto o riportato”, ha riferito l'autore.
Solo il 26% dei sogni scritti o raccontati erano sogni su Auschwitz, e la maggior parte di questi sogni si sono manifestati dopo che avevano lasciato il campo.

Mentre si trovavano nei campi di concentramento, i sopravvissuti hanno riferito che i contenuti onirici erano relativi a ciò che erano stati costretti a lasciare, come le loro case ed i loro parenti.
“Nel campo, ho sognato di essere libero. Oggi, a volte, sogno il campo”, ha scritto un sopravvissuto.
Non sorprende che i sogni su Auschwitz fossero più terrificanti di altri sogni, in quanto la paura e l'apprensione erano le emozioni prevalenti nella maggior parte dei casi.
“Nei miei sogni vedo un mucchio di cadaveri trasportati al crematorio in una carriola, vedo il fumo nero che si alza dal camino e tutto il mio corpo è sopraffatto dalla paura della morte.... sono ossessionato dall'immagine di uomini impiccati, i loro corpi che oscillano come un pendolo dalla corda, un'immagine che sta diventando l'orrore ricorrente della mia vita notturna”, ha ricordato un sopravvissuto.
Ma Owczarski trovò anche alcune prove che gli incubi di Auschwitz avevano un potenziale terapeutico.
In quello che ha definito “sogni di rimonta”, i sopravvissuti sono tornati al campo per la seconda, la terza o anche la sesta volta e la paura e le emozioni negative diminuivano gradualmente.
“Ho sentito di essere tornato lì per la seconda volta e ho gestito tutto eccezionalmente bene, ed ero molto calmo. Perchè sapevo per certo che eravamo lì da sole tre settimane... il sogno non era male. Mi son svegliato sentendomi piuttosto allegro”, ha raccontato un sopravvissuto.
“Sogno di essere ancora nel campo, senza la minaccia di morte o torture particolari. Il campo è sopportabile, la guerra è finita, sono passati cinque anni dalla fine, ma ci tengono ancora perchè i prigionieri vengono rilasciati in piccoli gruppi ed io sono sfortunato, quindi devo aspettare”, ha spiegato un altro sopravvissuto.
Tali sogni, secondo il rapporto, dimostrano che reprimere gli incubi potrebbe non essere la soluzione migliore per chi ha esperito un trauma.
“Questo studio è solo una parte di un ampio e complesso progetto di ricerca sui resoconti dei sogni dei prigionieri di Auschwitz intrapreso dal mio team di ricerca internazionale”, ha spiegato il Dottor Owczarski.
“L'obiettivo non era quindi quello di fornire spiegazioni teoriche, ma bensì di esaminare queste relazioni da molte prospettive, psicologica, psicoanalitica, antropologica, linguistica e via dicendo. Pubblicheremo una monografia in inglese e polacco su questo argomento affascinante”, ha concluso l'autore.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro
Iscriviti alla NewsLetter