Il confine sfocato tra identità pubblica e identità privata
Nell'era postmoderna la disponibilità di nuove tecnologie di comunicazione e un bombardamento di stimoli sociali minacciano non solo la nozione di un sé stabile e autentico ma, soprattutto, non consentono più una distinzione tra identità pubblica e privata.
Negli anni '90, gli studiosi di psicologia sociale iniziarono a scrivere sul concetto di “Sè saturo”, in riferimento all'identità dell'era postmoderna.
Le caratteristiche fondamentali del postmodernismo, come la frammentazione, l'incoerenza, l'instabilità e le molteplici realtà, erano in netto contrasto con il paradigma modernista della verità universale, della coerenza e della razionalità.
Come qualcuno interessato a studiare i processi di auto-costruzione e le modalità con cui gli individui cercano di mantenere la continuità della propria identità, si è scoperto che le nozioni postmoderniste hanno fornito un terreno fertile sia per la ricerca che per le discussioni in classe.
Nelle sue esperienze di insegnamento, la Dottoressa Janelle Wilson, Sociologa presso la University of Minnesota, ha osservato che quando si discute di concetti come il “sè saturo” o il “sè mutevole”, questi termini non sembrano provocare molta preoccupazione o interesse tra i membri di tale generazione, ossia quella compresa tra il 1982 e il 2002.
Il loro “io” può essere saturo, ma non lo riconoscono perchè questa è stata la loro esperienza sin dal primo giorno; il Sè, nel flusso, è normativo per loro.
Così, le nozioni “moderne” inerenti i processi coinvolti nella costruzione di un sé coerente, e l'importanza di mantenere una continuità dell'identità, soprattutto in questi tempi postmoderni, e l'affermazione che tale compito sia fondamentale per ognuno di noi, non vengono considerate come un argomento necessariamente utile o pertinente tra questa generazione di studenti.
In qualità di docente universitaria, la Dottoressa Wilson ha posto alcune domande ai giovani:
“Come costruite le vostre identità individuali? Sperimentate o potreste testimoniare cambiamenti significativi in alcuni aspetti della costruzione del Sè? È rilevante la distinzione tra 'identità pubblica' e 'identità privata'?”


Fu proprio quest'ultima domanda quella che divenne l'argomento principale del gruppo; una caratteristica importante della generazione post-moderna è il fenomeno dell'identità pubblica.
La nozione che la riservatezza è un diritto che gli individui devono avere, probabilmente si sta sgretolando lentamente nel nuovo millennio.
Questi aspetti, non solo caratterizzano la realtà che i membri di questa generazione esperiscono, ma hanno determinato, in loro, un'incapacità a stare soli con sé stessi, a vivere momenti di solitudine.
Dopo tutto, la creazione di mezzi di comunicazione di massa, e in particolar modo i social media sono stati anche progettati per spingere le nuove generazioni a socializzare e fare le cose in gruppo.
Il sociologo Erving Goffman distinse una fase posteriore da una anteriore; mentre quest'ultima è quella dove si trova il pubblico sociale, la fase posteriore riguarda l'intimità individuale, ossia quella nascosta al pubblico.
Ma, a questo punto, bisogna chiedersi se la fase posteriore per le nuove generazioni esiste veramente, o se invece è tutto concentrato nella fase anteriore?
Un altro fattore che influenza il binomio identità pubblica/privata è la popolarità offerta dai social media; l'individuo che gestisce il suo account Facebook, Twitter, Instagram e così via può scegliere cosa condividere e cosa non condividere.
Si ha l'impressione che molti giovani, oggi, siano a loro agio nel trasmettere ampiamente non solo i loro interessi e le loro esperienze, ma a riempire qualunque momento di noia o solitudine.


Sembra che questo sia un invito aperto al pubblico per far vedere il proprio Sè; questo fenomeno si manifesta anche nel modo in cui le persone usano il loro cellulare.
Quello che sembrano essere cose molto private oggi divengono pubbliche, dal singolo individuo la foto passa al gruppo, se ne parla in spazi pubblici e decade così la privacy.
Pertanto, la distinzione tra pubblico e privato è ormai sfocata, o almeno, a quelli delle “vecchie generazioni”, afferma la dottoressa, questo sembra essere il caso.
Mentre sembra valido considerare le ripercussioni personali e pubbliche di un'assenza di privacy o di solitudine, queste esperienze e caratteristiche tra i nuovi giovani possono facilitare più lo sviluppo di un'identità collettiva che personale.
Howe e Strauss identificano, come caratteristiche chiave delle generazioni postmoderne, la conformità, l'orientamento verso il gruppo e la collaborazione.
Questa generazione ha pertanto una visione globale, e raramente individuale, della vita, in quanto internet, se non correttamente usato, rischia di produrre una cecità collettiva!
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)