Il mito di Aracne: la dea trasformata in ragno
“Aracnofobia” è una parola che deriva dalle parole greche 'arákhnē', che significa “ragno” e 'Phobos', che significa “paura”. Ovviamente l'origine di tale nome è radicato nelle mitologia greca, più nello specifico nel mito di Aracne.
Quando oggi le persone ascoltano la parola “aracnofobia”, pensano ad un assurdo film di Hollywood.
Ma l'aracnofobia è un problema molto reale e serio per molte persone. Può diventare un'ossessione, tanto da influenzare la propria vita in modi inimmaginabili.
Esistono ragioni storiche e culturali per questa specifica paura. Innanzitutto quando si parla di fobia si fa riferimento ad una paura irrazionale e persistente di cose o situazioni.
La fonte della paura può creare una forte reazione d'ansia come sudorazione, palpitazioni cardiache o problemi respiratori.
Dopo un po', solo pensare o vedere l'oggetto della paura può provocare ansia. Molte persone hanno fobie lievi che non richiedono un intervento psicologico, ma alcune fobie interferiscono con la vita quotidiana delle persone e richiedono un trattamento.
“Aracnofobia” è una parola che deriva dalle parole greche 'arákhnē', che significa “ragno” e 'Phobos', che significa “paura”.
Ovviamente l'origine di tale nome è radicata nelle mitologia greca, più nello specifico nel mito di Aracne.
Il mito di Aracne, la donna ragno
Aracne è la dea Greca il cui nome significa 'ragno'; era una donna bellissima che aveva un grande talento per la tessitura. Tutti erano meravigliati del suo lavoro tanto da superare il talento della grande Dea Atena.


Questo rappresentava un'offesa verso gli dei, in quanto una comune mortale non poteva possedere un talento che superava quello degli dei.
Aracne nella mitologia greca, era una donna della Lidia, pensata da alcuni come una principessa, che era molto dotata nell'arte della tessitura.
Aracne non era una normale tessitrice e l'atto stesso della sua tessitura era pura magia ed uno spettacolo da vedere.
Presto le notizie sull'arte ed il talento di Aracne si diffusero in lungo e in largo e si dice che le ninfe delle foreste lasciarono il loro gioco e si riunirono attorno a lei per guardarla tessere.
Erano così estasiate dalle sue abilità tanto che si diceva fosse stata sicuramente addestrata dalla dea Atena, la dea della tessitura.
Tutta questa adulazione era più di quanto Aracne potesse sopportare ed essendo una normale mortale, quindi ipoteticamente incline e vulnerabile ai fallimenti umani, divenne invece piuttosto arrogante per le sue capacità.
Era infastidita dal fatto di essere considerata un'allieva di Atena e cominciò a vantarsi delle sue capacità proclamandosi di gran lunga superiore alla dea.
Quando la dea della tessitura udì le audaci affermazioni di Aracne, fu turbata, ma ciononostante decise di dare alla giovane una possibilità di rimpiangere la sua follia.
Travestita da anziana, Atena apparve davanti ad Aracne e l'avvertì delle conseguenze nel provocare l'ira degli dei, ma Aracne, senza nessun rimorso, sfidò Atena in una gara, dichiarando che se avesse perso, avrebbe accettato qualsiasi punizione da parte della dea.
A quel punto, Atena si rivelò e accettò la sfida.
Il palcoscenico era pronto per una battaglia in cui un dio ed un mortale mettevano in gioco le loro abilità artistiche per decidere chi fosse l'artista migliore.
Le ninfe che erano venuta a vedere Aracne tessere si ritrassero, inorridite dall'audacia di Aracne.
E così iniziò la gara, Atena al suo telaio e Aracne al suo, ognuna delle quali lavorava con fili d'oro ed una splendida gamma di colori per decidere chi avrebbe superato l'altro in questa prova definitiva.
Quello che venne fuori fu una festa per gli occhi. Atena creò un arazzo pieno di scene sulla storia degli dei, ritraendo Zeus al centro del pantheon olimpico, la sua gara con Poseidone e la sua vittoria.
All'angolo del suo arazzo dipinse con arte gli umani che avevano osato sfidare gli dei e le punizioni che erano state inflitte senza una traccia di misericordia.
Al contrario, Aracne dipinse deliberatamente scene che raffiguravano le infedeltà e gli amori degli Dei. Ha interpretato vividamente Zeus e subdoli sotterfugi.
Mostrò come Zeus si era trasformato in un cigno per violentare la regina spartana Leda, in aquila per rapire Aegina, in un satiro per sedurre Antiope.
L'opera d'arte di Aracne, secondo la narrativa latina, presentava 21 scene dei vari misfatti degli dei potenti, tra cui Poseidone, Apollo, Dioniso e altri.


La trasformazione in un ragno
Sebbene Aracne avesse mostrato scarso rispetto per gli dei scegliendo un argomento che si faceva beffa delle divinità supreme dell'Olimpo, anche Atena dovette ammettere che il suo lavoro era brillante ed impeccabile.
Ciò, tuttavia, non fu sufficiente per calmare Atena che era irritata dall'umiliante rappresentazione degli dei da parte di Aracne. Alla fine, Atena distrusse per la rabbia l'arazzo ed il telaio di Aracne.
Aracne, come molti altri mortali, aveva osato mettere in discussione la supremazia degli dei. Aveva, nella sua arroganza, non considerato le conseguenze della sua sfida verso gli dei.
Aracne, sconvolta dalla reazione della dea, scappò via e tentò di suicidarsi cercando di impiccarsi ad un albero.
Atena, pensando che quello fosse un castigo troppo blando, decise di condannare Aracne a tessere per il resto dei suoi giorni e a dondolare dallo stesso albero dal quale voleva uccidersi ma non avrebbe più filato con le mani ma con la bocca perchè fu trasformata in un gigantesco ragno.
Un fatto interessante che collega il mito alla storia è che l'arte della tessitura si dice abbia avuto origine in Anatolia, una parte della moderna Turchia in cui i ragni sono stati una fonte costante di ispirazione per l'uomo di perfezionare la sua abilità nella tessitura.
La storia di Aracne dalla mitologia greca è stata anche immortalata dalla scienza, in quanto il nome della classe tassonomica per i ragni è Arachnida.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro