Il ruolo dello psicologo nei disturbi della pelle
Secondo recenti ricerche gli psicologi dovrebbero essere coinvolti nella gestione dei problemi dermatologici quali: problemi della pelle generati da stress o altri stati emotivi, problemi psicologici generati da disturbi della pelle, e disturbi psichiatrici che si manifestano attraverso la pelle, come la parassitosi delirante.
Quando Rick Fried ha tenuto un discorso ad una conferenza di dermatologia sette anni fa sulla relazione tra problemi psicologici e dermatologici, diversi suoi colleghi nel pubblico mostravano un certo scetticismo circa la connessione mente/corpo.
A quel punto, Fried chiese ai suoi colleghi di accertarsi e documentarsi prima di sostenere idee non comprovate al 100%; a quel punto la reazione dei colleghi fu sorprendente, in quanto arrossirono improvvisamente, confermando quanto le emozioni influenzino l'organo più grande del corpo, e cioè la pelle.
“Quanto è incredibile che una semplice cognizione, ossia il dire o affermare qualcosa, può influenzare i vasi sanguigni al punto di causare un rossore?” chiese Fried, precisando di essere uno psicologo successivamente formatosi come medico dermatologo e direttore clinico del Yardley Dermatology Associates in Pennsylvania.
“E' una prova abbastanza sorprendente che la mente ed il corpo sono legati!”.
Attualmente, i dermatologi si stanno aprendo sempre di più all'idea di una psicodermatologia, e gli psicologi sono sempre più coinvolti in relazioni terapeutiche con pazienti dermatologici.
La ricerca sta cercando di valutare il ruolo che lo stress e altri problemi psicologici svolgono nell'acne, psoriasi, eczema, prurito, orticaria e altri problemi cutanei.
Al contrario stanno anche trattando l'ansia sociale, la depressione e altre questioni psicologiche in quanto predisponenti alla formazione di condizioni cutanee.
Mentre la psicodermatologia è un settore ben consolidato in Europa, negli Stati Uniti il processo è stato più lento.
Secondo la Dottoressa Kristina Gorbatenko-Roth, docente di psicologia presso l'Università del Winsconsin, la maggior parte dei programmi medici universitari non include lezioni o materiali sulla psico-dermatologia, ed esistono pochi ricercatori nonché finanziamenti in questo settore.
La Dottoressa si è interessata a tale disciplina dopo aver sviluppato l'alopecia areate con perdita di capelli, scoprendo che la depressione, l'ansia ed altri problemi psicologi erano comuni tra i partecipanti pubblici di una Chat online specifica per persone con questo tipo di condizione dermatologica.
“La pelle è la parte più evidente del nostro corpo e può essere influenzata da una miriade di fattori psicologici, ma pochissimi psicologi la studiano o si interessano”, afferma la Dottoressa.
“E' la classica psicologia della salute, solo in una zona diversa”. Gli psicologi hanno diversi ruoli da svolgere nel trattamento di tutti e tre i tipi di disturbi della psicodermatologia.
Questi riguardano problemi della pelle generati da stress o altri stati emotivi, problemi psicologici generati da disturbi della pelle, e disturbi psichiatrici che si manifestano attraverso la pelle, come la parassitosi delirante.
I problemi della pelle sembrano pertanto generare una grande quantità di stress, e l'insorgenza di psoriasi, eczema, acne e altre condizioni possono essere imprevedibili.
A differenza dell'ipertensione, il diabete o altri problemi di salute, i problemi cutanei sono visibili agli altri.
Inoltre, i pazienti possono manifestare reazioni psicologiche che sembrano eccessive per le loro effettive condizioni della pelle.


“Non possiamo mai presumere che la cosiddetta gravità oggettiva di un disturbo dermatologico sia correlata all'impatto psicologico”, afferma Fried.
“Ho visto persone che hanno l'acne nodulocistica che non sono felici, ma non sono psicologicamente disturbate; ho però visto pazienti con un'acne semplice sul mento che hanno tentato il suicidio”.
Avere un problema alla pelle può quindi provare un intenso distress; in un sondaggio condotto nel 2014 dal National Rosacea Society, in un gruppo di 1675 pazienti con acne rosacea, ossia una malattia infiammatoria cronica che colpisce la pelle e talvolta anche gli occhi, il 90% degli intervistati ha riportato un abbassamento dell'autostima e della fiducia in sé stessi, il 54% ha riportato ansia, ed il 43% depressione.
Più della metà ha sostenuto di aver evitato il contatto diretto con gli altri. In un circolo vizioso, lo stress, la depressione e altri tipi di problemi psicologici possono esacerbare i problemi cutanei.
“I problemi dermatologici che sono stati evidenziati come peggiorati dallo stress includono acne, rosacea, psoriasi, prurito, eczema, dolore e orticaria, solo per citarne alcuni”, afferma Fried.
Fortunatamente, prosegue, “il trattamento dei problemi psicologici può anche migliorare i problemi cutanei”.
In un articolo pubblicato nel 2013 in Seminars in Cutaneous Medicine and Surgery, Freid ha revisionato le evidenze empiriche per la gestione non-farmacologica delle condizioni psico-dermatologiche.
Gli interventi includevano ipnosi, gruppi di sostegno, biofeedback, meditazione, immagini guidate, rilassamento muscolare progressivo, terapia cognitivo-comportamentale e altre forme di psicoterapia.
La chiave, sostiene Fried, è quella di dare ai pazienti un senso di controllo sulle loro condizioni e reazioni.
La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, può aiutare i pazienti a gestire lo stress e il senso di catastrofe.
Lo psicologo Ted A. Grossbart, un professionista privato specializzato in psico-dermatologia, utilizza una varietà di terapie per aiutare le persone con condizioni cutanee, tra cui la meditazione e le immagini guidate.
L'ipnosi può comunque rivelarsi particolarmente utile; la chiave è aiutare i pazienti a concentrarsi su un'immagine associata al cambiamento desiderato, che sia il calore, la freschezza, l'asciutto, il morbido o meno prurito.
Questi interventi non solo aiutano il paziente a sentire meno stress, ma migliorano anche la condizione della pelle e la loro risposta al trattamento.
In uno studio di Fried, per esempio, in cui i pazienti ascoltavano programmi di meditazione basati sulla consapevolezza durante la terapia fototerapica per la psoriasi, circa il 40% di essi necessitava di una minore esposizione alla luce ultravioletta rispetto ad altri.
Fried riferisce inoltre ai suoi pazienti di ricercare il supporto di uno psicologo, che gli definisce come “specialista della pelle-emozione”, al fine di ridurre lo stigma e superare la riluttanza dei pazienti a cercare assistenza sanitaria.
In alcuni casi, aggiunge Grossbart, i problemi cutanei sono la manifestazione esteriore di un disturbo mentale sottostante.


Un ulteriore compito dello psicologo è quello di prevenire il problema dermatologico.
La Dottoressa Kasey Linn Morris sta infatti valutando quali siano i modi migliori per prevenire il melanoma e altri problemi causati da un'abbronzatura eccessiva, per esempio.
“L'abbronzatura è una di quella aree dove, anche se le persone sanno quanto possa fare male, loro continuano a farlo”, sostiene la ricercatrice dell'Università della Florida.
La ricerca ha dimostrato che ricordare alle persone le conseguenze potenzialmente fatali dell'abbronzatura possono abolire il desiderio di abbronzarsi, almeno temporaneamente.
In un momento successivo, i pensieri di morte scivolano nell'inconscio, ed il desiderio della gente di abbronzarsi in realtà aumenta soprattutto se l'abbronzatura è rilevante per l'autostima, come spesso avviene per le donne.
“La ragione è che i pensieri non-coscienti della morte motivano un desiderio di mantenere l'autostima”, spiega la Morris.
“Se l'aspetto di una persona è rilevante per la sua autostima, ed essendo l'abbronzatura una parte dell'ideale culturale, allora i pensieri non-coscienti della morte motiveranno il desiderio di sostenere quell'ideale attraverso l'abbronzatura della propria pelle”.
Volendo concludere, per Gorbatenko-Roth, tutte queste attività degli psicologi possono essere solo di buon auspicio.
“I dermatologi e gli altri operatori sanitari fanno il meglio per i loro pazienti, ma sono anche frustrati perchè si accorgono dell'ansia emotiva dei loro pazienti, ma in genere non hanno né il tempo né gli strumenti per affrontarla completamente”.
Questo deve quindi essere un input per gli psicologi nel cercare di delineare un nuovo ruolo professionale, in un contesto complesso e affascinante quale quello della psico-dermatologia.
Tratto da apa.org
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)