Il test di Rorschach
Hermann Rorschach, psichiatra svizzero , arrivò all’intuizione di usare le famose macchie di inchiostro per indagare la personalità.
Gli stimoli usati da Rorschach erano forme ottenute facendo cadere alcune gocce di inchiostro su un foglio di carta e ripiegandolo in modo da ottenere una figura simmetrica.
Fra le numerose forme accidentali ottenute e sperimentate ne scelse dieci, privilegiando le macchie suggestive , che suscitavano maggiori risposte.
La somministrazione del test consisteva nel chiedere al soggetto:”cosa potrebbe essere questo?” Le risposte andavano annotate con estrema fedeltà. Rorschach raccomandava di annotare non solo le risposte del soggetto, ma anche le espressioni mimiche.
Oggi si possono individuare due filoni tendenti verso polarità opposte riguardo all'utilizzo del test:
- C'è chi privilegia le origini psicoanalitiche dell’interpretazione delle macchie, con uno studio sul simbolismo a cui ogni tavola è collegata, alla teoria degli archetipi, e ai vari tipi di choc legati a molteplici complessi;
- chi privilegia la lettura statistica e psicometria del test, ovvero con studi sul raggiungimento di un campione rappresentativo per la divergenza dalla media, la redazione dello psicodramma, la presenza di indici in grado di avere valori predittivi su studi longitudinali ecc.
L’esame Rorschach è una Tecnica di Indagine della Personalità particolarmente complessa, che pone numerosi problemi legati alla sua attendibilità. Essa ,infatti, è fortemente legata all’esperienza e competenza dell’esaminatore oltre che al metodo seguito.
La disciplina Rorschach va intesa come una tecnica pluridimensionale; lo studio del materiale fornito dal soggetto è bene che venga condotto seguendo diversi approcci metodologici, ovvero modelli teorici di riferimento diversi, che nell’esperimento Rorschach trovano spesso numerose convergenze. Le principali dimensioni interagenti che caratterizzano il test sono:
- La Psicometria: ovvero lo studio delle siglature, indici, percentuali e medie, che compongono lo Specchio dei Computi. Lo studio delle siglature è la base irrinunciabile della psicodiagnostica Rorschach.
In quasi settanta anni di studi e ricerche il Metodo si è man mano raffinato ed evoluto, garantendo stabilità, sicurezza e puntualità al referto psicodiagnostico. - La Psicodinamica: consente di integrare la diagnostica Rorschach con i Contenuti e le Risposte Complessuali che rivelano spesso le dimensioni psicologiche più profonde legate a conflitti, al mondo delle relazioni oggettuali, al tipo di attaccamento, ai Modelli Operativi Interni, alle organizzazioni cognitive di personalità, all’efficacia dei meccanismi difensivi e alle risorse psichiche disponibili attraverso una chiave di lettura integrata di matrice psicoanalitica e cognitivista.
Questa dimensione di studio del referto Rorschach va sempre sostenuta sostenuta ed oggettivata dai dati psicometrici dello Specchio dei Computi. - L'Interpretazione: legata alla gestalt di ciascuna Tavola, è in rapporto diretto con la struttura stessa di ciascuna Macchia. Lo studio prende in considerazione le siglature fornite dal soggetto per ciascuna area della macchia, in rapporto alle frequenze statistiche delle stesse su quell’area, stabilite su campioni di soggetti normali e patologici.
Ciò significa ai fini psicodiagnostici, valutare le siglature presenti in un protocollo, anche in rapporto all’area interpretata. - Ulteriori aspetti che meritano un approfondimento per la valutazione psicodiagnostica sono legati all’organizzazione percettivo-associativa condotta Tavola per Tavola, delle Prove Supplementari, delle eventuali differenze tra ciò che il soggetto ha interpretato durante la Raccolta e quanto invece dichiarato al momento dell’Inchiesta, sul significato dell’eventuale assenza delle “risposte attese”, dell’analisi del comportamento del soggetto durante la Prova e della dinamica transferale tra esaminatore e soggetto.