Ipocondriaci: quando i sintomi fisici sono vissuti come malattia grave
Gli ipocondriaci, sostiene la Dolores Albarracin non cercano una cura per il loro disturbo, ma piuttosto una testimonianza della loro sofferenza. Manca una madre buona interiorizzata che si preoccupa dei sintomi del bambini ed esprime empatia per il loro dolore.
Gli ipocondriaci soffrono di una credenza intrattabile sul fatto che i sintomi fisici siano un segno di malattia grave anche quando le prove mediche indicano il contrario.
Gli ipocondriaci rappresentano almeno il 5% di tutte le consultazioni di medicina generale negli Stati Uniti.
Alcune persone sono ipocondriache croniche, mentre altre regrediscono dopo una delusione d'amore o la perdita del lavoro.
Il divorzio, la disoccupazione, i crolli e altri eventi di vita inquietanti possono scatenare lamentele somatiche e la fantasia di un dottore onnipotente che possa curarli.
Esistono due tipi di ipocondriaci. Il primo tipo è quello che tende a sentire ogni sorta di sensazione corporea più intensamente rispetto alla persona media.
Attribuiscono diagnosi fatali a sensazioni quotidiane come l'avere le mani fredde, l'indigestione o una palpebra contratta.
Internet alimenta il problema perchè rende facile per le persone rintracciare i sintomi e quindi immaginare di averli.
La seconda categoria di ipocondriaci sono i somatizzatori. Hanno sintomi affettivi - ciò che Freud chiamava “isteria di conversione”.
I conflitti psicologici si trasformano in esperienze corporee che possono andare dalle palpitazioni cardiache alla paralisi di un arto.

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Gli ipocondriaci richiedono continuamente di sottoporsi ad esami medici specifici e si spostano tra più fornitori, rendendo difficile la gestione delle loro cure.
Possono inoltre sostenere costi medici 10 volte superiori alla media nazionale.
I medici sono spesso sopraffatti dall'ipocondria perchè i pazienti possono essere insistenti e testardi nella loro richiesta di una cura per il loro disturbo, ma il medico non riesce a trovare una causa organica per il sintomo.
Non solo gli ipocondriaci non sono rassicurati dalle loro visite, ma si arrabbiano con i loro medici per non riuscire a rintracciare la radice del loro problema, accusandoli di incompetenza.
Gli ipocondriaci, sostiene la Dolores Albarracin, nell'articolo “Narcisismo e relazioni oggettuali nell'ipocondria”, non cercano una cura per il loro disturbo, ma piuttosto una testimonianza della loro sofferenza.
Manca una madre buona interiorizzata che si preoccupa dei sintomi del bambino e che esprima empatia per il loro dolore.
Passano da dottore a dottore alla ricerca disperata di un professionista onnipotente in grado di risolvere tutte le delusioni dei medici precedenti.
Ma l'inevitabile delusione del medico idealizzato si traduce nel criticare la sua incompetenza, facendo figurare il medico come “anaffettivo” circa il loro dolore.
Spesso la perenne insoddisfazione del paziente allontana anche i partner, gli amici ed i parenti, creando una sorta di profezia che si autoavvera.
I medici spesso cercano di rimandare gli ipocondriaci ad una psicoterapia, ma trovano che il paziente sia resistente all'idea che il loro problema sia psicologico piuttosto che fisico ed il paziente si sente così respinto da un dottore indifferente.
Ci sono due cose che il medico e/o lo psicoterapeuta devono capire per massimizzare le possibilità di aiutare l'ipocondriaco.
Primo, essere malato può essere una parte centrale dell'identità dell'ipocondriaco. Rinunciare a stare male può essere vissuto come perdere il senso di sé.
Secondo, l'ipocondriaco ha bisogno di un testimone del suo dolore o ansia e ha bisogno di questa ricerca di affermazione per far sì che sia reale ma soprattutto compreso.
Bisogna pertanto dimostrare di credergli e capire quanto sia doloroso e spaventato, anche se la causa non è organica.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro