L'importanza del saper perdonare
Dovremmo cercare di perdonare coloro che ci hanno ferito? Recenti ricerche dimostrano che il saper perdonare migliora la salute e la qualità della vita.
Secondo il Concise Oxford Dictionary, perdonare significa “smettere di essere arrabbiato o risentito verso qualcuno per un reato o un errore”.
Nell'ottobre 2017 il Journal of Religion and Health ha pubblicato uno studio turco che esaminava il credo religioso ed il perdono nei pazienti diabetici.
Notando un'alta frequenza di depressione e ansia tra i diabetici, i ricercatori hanno reclutato 100 pazienti con diabete di tipo II, dai 18 ai 65 anni, che hanno fornito campioni di sangue e completato questionari standardizzati basati sulle attitudini.
Il livello di credenza religiosa dei pazienti non era correlato con i livelli di depressione, ansia caratteristica, indice glicemico, stress correlato al diabete e qualità della vita.
Al contrario, un alto livello di perdono è stato trovato correlato ad una diminuzione della depressione, ansia di tratto, stress correlato al diabete ed una migliore qualità della vita.
“Sembra che, man mano che aumentano i livelli di perdono nei pazienti diabetici, c'è un aumento nel supporto sociale ed una migliore qualità delle relazioni con livelli di stress inferiori e minori sentimenti negativi causati dalla malattia”.
Uno studio olandese, pubblicato di recente sul Journal of Child and Family Studies, ha studiato il ruolo del perdono durante divorzi problematici.
Questo studio su 246 genitori divorziati ha notato che, nelle relazioni post-divorzio, in cui i partner intenzionalmente o involontariamente si feriscono o si offendono, il perdono svolge un importante ruolo di guarigione.

“La ricerca empirica ha constatato che il perdono ha profonde conseguenze per l'individuo che perdona, come gli effetti benefici per la salute psicologica e fisica, una maggiore soddisfazione della vita e bassi livelli di disagio psicologico”.
I ricercatori ritengono inoltre che il perdono sia “uno dei più forti predittori della qualità della co-genitorialità nel tempo”.
Uno studio polacco sulla rivista Personlaity and Individual Differences ha esaminato il perdono e la soddisfazione della vita in diverse fasce d'età negli adulti.
La misura in cui 436 adulti polacchi, con età compresa tra i 19 ed i 67 anni, erano inclini al perdono è stata misurata utilizzando la Heartland Forgiveness Scale.
Sebbene i giovani adulti mostrassero livelli più bassi di perdono rispetto agli adulti più anziani,i ricercatori hanno scoperto che la tendenza dei giovani adulti a perdonare non era solo associata alla soddisfazione della vita “ma anche che il perdono positivo - specialmente di sé e degli altri – è associato ad un alto benessere soggettivo. I nostri risultati suggeriscono che la volontà di perdonare potrebbe essere un elemento significativo nel successo della transizione all'età adulta”.
Lo psicoterapeuta e autrice principale dello studio, la Dottoress Kinga Kaleta ha affermato: “il perdono significa non solo superare l'imperdonabilità, cioè abbandonare l'odio, la rabbia, la paura, la tristezza, il rancore e la vendetta, ma generare sentimenti, pensieri e comportamenti positivi verso l'illecito. La prima prospettiva è definita 'negativa' e si riferisce al fatto di liberarsi dal dolore psicologico. La seconda prospettiva 'positiva' ci aiuta a prosperare e a migliorare gli affetti e le convinzioni positive su noi stessi, sulle altre persone e sul mondo”.
Il team di Kaleta crede che nel raggiungimento dell'età adulta acquisiamo un senso solido della nostra identità, fornendo una base per stabilire connessioni sociali e creare legami emotivi:
“La capacità di perdonare, soprattutto di lasciar andare il risentimento, sembra essere necessaria per formare rapporti intimi e di cooperazione”.
Cosa succede neurologicamente quando perdoniamo?
La dottoressa Alvin J. Clark, scrivendo sulla rivista Medical Hypotheses, suggerisce che prima che il perdono si verifichi, i ricordi stimolano periodicamente l'amigdala a generare una sensazione di paura, che a sua volta promuove uno schema di rabbia ed una reazione di lotta o fuga.
Ma “quando perdoniamo, la corteccia frontale interrompe lo schema e interrompe la risposta alla paura nell'amigdala. Il conseguente rilassamento della tensione muscolare segnala alla corteccia che si è verificato il perdono”.
Clark conclude facendo riferimento al libro di Frans de Wall, “Peacemaking Among Primates”(1989):
“Il fatto che scimmie, api e umani siano tutti coinvolti nel comportamento di riconciliazione significa che – il perdono - ha probabilmente più di trenta milioni di anni... invece di considerare la riconciliazione come un trionfo della ragione sull'istinto, abbiamo bisogno di iniziare a studiare le radici e l'universalità dei meccanismi psicologici coinvolti”.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro