L'inconscio razionale
Secondo alcuni ricercatori le operazioni dell'inconscio sono alla base di molte nostre conclusioni e giudizi, nonché di una grande quantità di decisioni e operazioni inerenti il problem solving.
Fin dalla fine del XIX secolo, gli psicologi hanno indagato e focalizzato sempre più la loro attenzione su quelle attività mentali che operano al di fuori della consapevolezza.
Comunemente, nella mentalità popolare l'inconscio rappresenta il deposito di pensieri repressi e inerenti ad aspetti quali la violenza e la sessualità.
E ovviamente, essendo tematiche così particolari, la coscienza è come se le relegasse in questo “calderone di impulsi” al fine di tenerle sotto controllo.
Ciò che però risulta affascinante è che sia il sesso che la violenza abitano anche la nostra mente cosciente; se si invitano gli studenti universitari, durante una lezione a scrivere ciò che pensavano subito dopo l'emissione di un segnale acustico, per la metà del tempo il pensiero trascritto è di natura sessuale.
E ciò che risulta sorprendente, ma anche preoccupante, è che la grande maggioranza degli allievi riferisce anche di aver avuto pensieri inerenti l'uccisione di qualcuno.
Si sta quindi iniziando a capire che le operazioni inconsce sono alla base di molte nostre conclusioni e giudizi, nonché di una grande quantità di decisioni e problem solving.
Per lo più, la mente inconscia può spesso lavorare ed elaborare in un modo migliore questi aspetti, rispetto alla mente cosciente.
Anzi, secondo alcuni autori, come Richard Nisbett, psicologo, ricercatore, autore e docente presso l'Università del Michigan, molte operazioni possono essere gestite solo dalla nostra mente inconscia.

La mente inconscia può essere superiore a quella conscia soprattutto nell'apprendimento di alcuni modelli complessi e, in realtà, può apprendere delle cose in cui la parte cosciente fallisce.
Il ricercatore Pavel Lewicki e il suo team hanno chiesto ad alcune persone di prestare la propria attenzione ad uno schermo del computer suddiviso in quattro quadranti.
Una X appariva in uno dei quadranti e il compito del partecipante era quello di premere un pulsante che prevedeva in quale quadrante la X appariva.
Sebbene i partecipanti non lo sapessero, l'ordine in cui la X appariva in un dato quadrante era dettato da un insieme di regole molto complesse.
Ad esempio la X non compariva mai due volte in una riga dello stesso quadrante, così come una X non è mai tornata alla sua posizione originaria finchè non era apparsa in almeno due degli altri quadranti; la X nella seconda posizione determinava la posizione del terzo, e la quarta posizione è stata determinata dalla posizione nei due precedenti trial.
La mente inconscia è in grado di apprendere questo modello complicato, senza preoccuparsi di inviare informazioni alla mente cosciente rispetto al suo compimento.
Sappiamo che, dichiarano i ricercatori, l'apprendimento avviene perchè i partecipanti erano diventati più veloci nel tempo premendo il pulsante corretto, e quando le regole si sono improvvisamente modificate, le loro prestazioni tendevano a peggiorare.

I partecipanti non erano nemmeno consapevoli di aver riconosciuto l'esistenza di un modello, così come del non aver capito esattamente quello che era, nonostante fossero in grado di premere il pulsante corretto.
La mente cosciente dei partecipanti è stata comunque abile, in virtù delle prestazioni improvvisamente peggiorate.
Questo può essere particolarmente vero, perchè i partecipanti erano docenti di psicologia che incidentalmente sapevano di partecipare ad uno studio sull'apprendimento non cosciente.
Tre dei professori hanno dichiarato di aver “perso il ritmo”; due accusarono invece lo sperimentatore di inviare messaggi subliminali e distraenti sullo schermo.
La domanda che poi è sorta spontaneamente è “Perchè non riconosciamo consapevolmente qual è il modello che abbiamo appreso?”, la risposta però in realtà è un altro quesito, ossia “perchè dovremmo?”.
Per la maggior parte degli scopi ciò che risulta cruciale è che riusciamo ad apprendere un modello che, però, non siamo in grado di articolare esattamente e comprendere quali siano le regole che si celano dietro di esso.
L'inconscio permette quindi di apprendere rapidamente senza però rendercene conto; ciò consente di risparmiare del tempo e dell'energia per quei problemi che la mente cosciente riesce a risolvere in modo univoco.
Tratto da PsychologyToday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)